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Disturbi dello spettro autistico e ossitocina

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La capacità di concentrarsi e rispondere ai segnali sociali è direttamente collegata all’abilità dell’ossitocina nel promuovere i legami sociali nonché con i propri genitori.

Disturbi Spettro autistico ossitocinaQuando si parla di autismo si fa riferimento ad un insieme di disturbi del neurosviluppo con esordio precoce, che vengono circoscritti all’interno della definizione “Disturbi dello Spettro Autistico”.

Questi disturbi presentano un carattere cronico, nonché un’elevata complessità clinica, la cui eziologia è ancora attualmente sconosciuta e non esistono terapie risolutive.

In uno nuovo studio intitolato “Oxytocin Enhances Hippocampal Spike Transmission by Modulating Fast-Spinging Interneurons” , condotto presso il Langone Medical Center della New York University, i ricercatori hanno scoperto un legame tra “l’ormone dell’amore”, l’ossitocina, e il disturbo dello spettro autistico.

All’interno del presente articolo è stato visto come la capacità di concentrarsi e rispondere ai segnali sociali è direttamente collegata all’abilità dell’ossitocina nel promuovere i legami sociali nonché con i propri genitori.

Dall’altra parte, la mancanza di ossitocina sembra ora  essere collegata alla disconnessione sociale che si presenta nei disturbi dello spettro autistico.

Come neuro-ormone, l’ossitocina permette di rispondere ai segnali interpersonali importanti; questi risultati sono rilevanti per la comprensione di come noi creiamo i legami intimi e soprattutto per comprendere la neurobiologia della disconnessione sociale presente nell’autismo, che colpisce 1 su 88 bambini americani.

Le immagini cerebrali di persone con disturbo dello spettro autistico mostrano che un basso livello di ossitocina è responsabile della compromissione della trasmissione più “rudimentale” dei segnali sensoriali.

Il Dottor Richard W.Tsien, professore e direttore dell’Istituto di Neuroscienze presso la New York University, ha sottolineato come “l’ossitocina svolga un ruolo fondamentale nel passaggio delle informazioni nel cervello”.

“I nostri esperimenti mostrano come l’attività dei circuiti cerebrali possano essere abbastanza precisi, e suggeriscono come la ri-sintonizzazione di tali circuiti possa alterarsi in condizioni come l’autismo”.

Persone di tutte le età che presentano un disturbo dello spettro autistico, lottano continuamente per interpretare le emozioni degli altri e vengono facilmente distratti dalla sovra-stimolazione creata dagli input sensoriali che sono presenti nell’ambiente.

In studi precedenti, si era già osservato che bassi livelli di ossitocina erano presenti in soggetti con disturbo dello spettro autistico; i ricercatori del Langone Medical Center hanno quindi ipotizzato che vi possano essere delle mutazioni genetiche a carico del recettore ossitocinergico, tali da rappresentare una base predisponente all’autismo.

L’attuale studio si presenta come un’espansione di uno studio svizzero effettuato circa 30 anni fa, in cui si scoprì che l’ossitocina agiva nell’ippocampo, ossia una regione del cervello coinvolta nei processi cognitivi e soprattutto mnestici.

Già negli anni ’80 i ricercatori di Ginevra scoprirono che l’ossitocina stimola le cellule nervose, chiamate interneuroni inibitori, per innescare il rilascio di un’altra sostanza neurochimica chiamato GABA (acido γ-amminobutirrico).

In qualità di neurotrasmettitore, il GABA è una molecola dalle componenti sedative e ansiolitiche, in quanto smorza l’attività delle cellule nervose eccitatorie adiacenti, meglio conosciute come cellule piramidali.

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Sulla scia di tale studio, i ricercatori della New York University hanno scoperto che l’attivazione continua di neuroni inibitori fast-spiking – ossia tipologia di neuroni specificamente Gabaergici – fa sì che le sinapsi rilascianti il GABA lavorino faticosamente.

Di conseguenza, quando uno stimolo arriva, le sinapsi “stanche” rilasciano meno GABA e l’eccitazione del neurone piramidale non può essere smorzata del tutto.

Successivamente i ricercatori rimasero perplessi nel constatare che l’ossitocina è selettiva solo per alcuni impulsi elettrici del cervello, come ad esempio la capacità di concentrarsi sui segnali sociali e ambientali specifici.

Il dottor Tsien spiega “dai risultati precedenti, avevamo previsto che l’ossitocina avrebbe smorzato l’attività dei circuiti cerebrali in diversi modi, sia in senso inibitorio che eccitatorio. Invece, abbiamo scoperto che l’ossitocina aumentava l’affidabilità degli impulsi stimolati; questa è una buona notizia per la funzione del nostro cervello, ma piuttosto inaspettata”.

Per trovare la risposta a questo enigma, i ricercatori hanno puntato su un particolare tipo di interneurone inibitorio “fast-spiking”, ossia quelli direttamente collegati all’ossitocina.

Il mistero di come l’ossitocina spinga queste cellule inibitorie “a fuoco”, ma allo stesso tempo aumenti anche la segnalazione dei neuroni piramidali, è stato poi risolto attraverso studi su modelli di roditori.

Dall’analisi dei risultati è emerso che una sana dose di ossitocina sembra favorire uno “zoom sull’amore”, così come la capacità di non farsi distrarre.

D’altra parte, invece, sembra che l’isolamento sociale determinato dall’autismo possa essere profondamente radicato in una predisposizione genetica a produrre meno ossitocina.

Il dottor Fishell conclude:

“ È troppo presto per dire che la mancanza di segnalazione di ossitocina sia coinvolta nella grande varietà dei disturbi dello spettro autistico, ma è incoraggiante scoprire che un neuro-ormone naturale può migliorare i circuiti cerebrali componendo i segnali desiderati e mettendo a tacere quelli in sottofondo.”

 

Tratto da PsychologyToday

 

(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)

 


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Tags: ossitocina autismo famiglia psicologia infantile

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