Pubblicità

Ricerche individuano i neuroni che dicono al cervello quando smettere di bere

0
condivisioni

on . Postato in Per saperne di più | Letto 2321 volte

3.6666666666667 1 1 1 1 1 Votazione 3.67 (3 Voti)

Attivando particolari neuroni, potremmo essere in grado di influenzare l‘alcolismo

bere alcolNuovi risultati di ua ricerca pubblicati dai ricercatori della "Texas A & M Health Science Center College of Medicine sulla rivista Biological Psychiatry", rivelano che attivando particolari tipi di neuroni, si potrebbe influenzare il fenomeno dell'  l'alcolismo.

Il consumo eccessivo  di alcool altera la struttura fisica e la funzionale dei neuroni, definiti “spinosi medi”, situati nello striato dorsomediale.

Essenzialmente, le diverse ricerche su tale dipendenze si sono soffermate sull’individuazione di un tipo di neurone, denominato D1, scoprendo che la sua l'attivazione  genera nel soggetto, il quale fa uso di sostanze alcoliche, il desiderio di continuare a bere.

Questi neuroni sono simili ad un  albero con molti rami e molte piccole sporgenze o spine fuori di esso. Ogni neurone possiede  due tipi di recettori dopaminici D1 o D2.

L’ipotesi di base è che quando si attivano i neuroni  D2,  essi inibiscono il desiderio di continuare a bere un altro drink, scoraggiandone l'azione.

Jun Wang,  Professore presso il "Department of Neuroscience and Experimental Therapeutics at the Texas A&M College of Medicine"sostiene che lo studio su tale recettore  potrà un giorno consentire di mogliorare e prevenire problemi di comportamento legati a tale forma di dipendenza.

Il problema tuttavia, è che anche negli individui non affetti da tale dipendenza, i neuroni D2 tendono a disattivarsi quando si fa "uso" di  troppe bevande alcoliche.

I ricercatori hanno scoperto che nei modelli animali, ripetuti cicli di eccessiva assunzione di alcol, seguiti da astensione ad esso, in realtà cambiano la forza di queste connessioni neuronali, rendendo i segnali D2 meno potenti.

In sostanza, pensando  al comportamento di molti giovani adulti, affetti da tale dipendenza, Wang sostiene che  l'inibizione di questi cosiddetti neuroni 'buoni'  contribuisce a un maggiore consumo di alcol.

Questi risultati forniscono informazioni su un altro meccanismo alla base della malattia complessa dell'  alcolismo.

Pubblicità

La seguente ricerca corrente e le ricerche precedenti sono essenzialmente due facce della stessa medaglia; i neuroni medio spinosi, D1 e D2, hanno essenzialmente ruoli opposti nel consumo di alcol”.

Manipolando l’attività di questi neuroni, i ricercatori sono stati in grado di modificare il comportamento dell’assunzione di alcool in modelli animali che erano stati “addestrati” a ricercare l' alcol. Quanto più i  neuroni D2 saranno  attivati, maggiore sarà  l’effetto di riduzione del consumo di alcolici.

La ricerca è stata sostenuta in parte da una sovvenzione del National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism (NIAAA).

Anche se Wang avverte che siamo ancora molto lontani da questa forma di  test negli esseri umani, in teoria, se si potessero usare farmaci o stimolazione elettrica o qualche altro metodo di attivazione di questi cosiddetti neuroni D2, cosidetti “no-go”, allora si  potrebbe  essere in grado di prevenire l’alcolismo, questo come sostiene Wang.
 è l’obiettivo finale.

 

Tratto da Science Daily

 

(Traduzione e adattamento a cura della dottoressa Addorisio De Feo Ilaria)

 


Scrivi articoli di psicologia e psicoterapia e ti piacerebbe vederli pubblicati su Psiconline?
per sapere come fare, Clicca qui subito!
 
Pubblicità
Stai cercando un pubblico specifico interessato alle tue iniziative nel campo della psicologia?
Sei nel posto giusto.
Attiva una campagna pubblicitaria su Psiconline
logo psicologi italiani
Corsi, Stage, Informazioni per formare e far crescere i Professionisti della Psicologia Logo PSIConline formazione

 

 

 

Tags: alcolismo dipendenza neuroni desiderio recettori dopaminergici

0
condivisioni

Guarda anche...

Pubblicità

Pubblicità

I Sondaggi di Psiconline

Le festività ti aiutano a stare meglio?

Pubblicità

Le Risposte dell'Esperto

Pensiero ossessivo (1624140870…

Fabio, 34 anni     Gentile Dottoressa/Dottore! Mi chiamo Fabio e 5 anni fà ho commesso un errore di tipo erotico.Ho cominciato a scambiare dei...

Problemi con marito [162342796…

Viola, 38 anni     Buongiorno, avrei bisogno di un consulto per dei problemi con mio marito.Mio marito è molto irascibile ma oltre a urlare no...

Ansia e paura nella guida [162…

Clarissa, 22 anni       Salve, vi scrivo perchè da un paio di mesi sto facendo le guide in autoscuola ma la sto vivendo un po' male...

Area Professionale

La trasmissione intergenerazio…

Modificazioni epigenetiche nei figli di sopravvissuti all’Olocausto I figli di persone traumatizzate hanno un rischio maggiore di sviluppare il disturbo post-t...

Il Protocollo CNOP-MIUR e gli …

di Catello Parmentola CNOP e MIUR hanno firmato nel 2020 un Protocollo d'intesa per il supporto psicologico nelle istituzioni scolastiche. Evento molto positiv...

Come gestire il transfert nega…

Per non soccombere alle proiezioni negative del transfert, lo psicoterapeuta deve conoscere con convinzione ciò che appartiene alla psiche del paziente e ciò ch...

Le parole della Psicologia

Frustrazione

La frustrazione può essere definita come lo stato in cui si trova un organismo quando la soddisfazione di un suo bisogno viene impedita o ostacolata. Rappresen...

Innamoramento

Nell'uomo, è una pulsione che provoca una varietà di sentimenti e di comportamenti caratterizzati dal forte coinvolgimento emotivo verso un'altra persona, che, ...

Dismorfismo corporeo

L’interesse sociale nei confronti del Disturbo di Dismorfismo Corporeo (BDD) è cresciuto solo recentemente nonostante sia stato documentato per la prima volta n...

News Letters

0
condivisioni