Contro la violenza sulle donne
In occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, Psiconline.it pubblica due articoli (a cura del Dottor Vallone), per sottolineare come oggi più che mai sia importante costruire una cultura che elimini l'idea della sopraffazione travestita da amore.
Il 25 novembre è la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne e ci sembra opportuno pubblicare un doppio intervento che parta da un "sogno" (Il sogno di Marion) per aiutarci a comprendere come, oggi più che mai, sia fondamentale essere attenti e vigili per combattere la violenza di genere, sia nella sua parte legata alla cultura maschile che in quella prettamente legata alla cultura femminile.
Un doppio intervento per ribadire, ove fosse necessario, l'obbligo di "cambiare" il contesto culturale e sociale per renderlo consono ad una vera parità fra uomo e donna.
Il sogno di Marion (di cui parliamo diffusamente qui) tratta un tema delicato e tragico e, purtroppo, sempre attuale, anzi attualissimo: la violenza dell’uomo sulla donna, quello che oggi si definisce con un termine orribile, crudo ma vero, “femminicidio”, “uccisione della femmina o dell’essere psicofisico femminile” al di là di qualsiasi connotazione relazionale: madre, moglie, compagna, amica, sconosciuta o altro.
I dati statistici dicono che viene uccisa una donna al giorno soprattutto da uomini che condividono o hanno condiviso una relazione significativa. La prevalenza del crimine si attesta nella rottura del rapporto di coppia da parte della donna. Gli stessi dati statistici non ci possono dire quante donne subiscono violenza nel quotidiano vivere “intra moenia et extra moenia”, dentro le mura domestiche e fuori dalle mura domestiche. Sono talmente tante queste donne che inducono a formulare una “psicopatologia individuale e collettiva”, una “malattia storica e culturale”, ma soprattutto una “psicopatologia dell’universo psichico maschile”.
Il sogno di Marion è un singolo campione molto significativo che contiene una sofferta verità personale che consentirà di approfondire il tragico fenomeno psichico della degenerazione della “misoginia”, “avversione e odio nei riguardi delle donne”, e di ricercarne “l’eziologia”, “l’origine” del male individuale e collettivo.
Il sogno di Marion coinvolge tutte le donne, consente di fissare assunti di base e di ribadire regole di comportamento dopo aver capito al meglio le psicodinamiche in cui questo tragico fenomeno coinvolge la donna sin dal suo primo manifestarsi.
Il sogno di Marion è un piccolo capolavoro di psicopatologia dinamica dell’uomo violento, del “misogino assassino e criminale”.
Il sogno è discorsivo e raccontato con estrema semplicità e senza sofisticazioni da parte dell’”Io” narrante ed è importantissimo per i risvolti clinici e psicopatologici, nonché per le diffuse psicodinamiche e per i simboli che esso contiene.
Il titolo “Donne! Attente al lupo!!!” non esime gli uomini e gli altri soggetti chiamati in causa, le madri e i padri, a tirarsi fuori dalle responsabilità psichiche e psicopatologiche.
Il “sogno-storia” di Marion offre la possibilità di fissare a vantaggio di tutte le donne una serie di norme a cui attenersi qualora si vengano a trovare nella dura situazione di subire violenza da parte di un uomo o del loro uomo.
- Mettere fra parentesi i sentimenti e non minimizzare la gravità della situazione: meglio esagerare piuttosto che essere ammazzate.
- Non essere fataliste e non attendere il miracolo del “tutto passa e tutto si risolve”. All’incontrario bisogna agire con freddezza, cautela e intelligenza.
- Superare il pudore e comunicare il disagio in sul primo manifestarsi alle persone che ritenete degne di voi, di capirvi e di potervi aiutare.
- Non cedere assolutamente all’onnipotenza del farcela a tutti i costi e da sole.
- Affidarsi a un Centro o a un Ente preposti al caso e non chiudersi in se stesse. Il supporto psicologico e psicoterapeutico lo trovate in queste strutture.
- Non lasciarsi suggestionare da promesse tipo “non lo faccio più, perdonami”. Considerare adeguatamente le minacce e specialmente le più sottili, quelle psicologiche.
- Convincersi che la psicodinamica dell’uomo violento ha radici lontane ed è una psicopatologia grave non legata alla vostra azione e tanto meno alla vostra responsabilità.
- Essere fermamente consapevoli che non potete aiutare chi ha necessità di curarsi.
- Per rafforzare la vostra azione difensiva, considerate l’importanza dei figli e di evitar loro traumi familiari.
- Volersi tanto bene, agire con il buon senso e seguire anche i consigli che troverete da voi stesse cammin facendo.
- Ricordare sempre che il corpo è tutelato dal Diritto naturale e dalla Legge ordinaria e che nessuno può usargli violenza. Al primo ematoma “112” o “113” è il numero giusto.
(Articolo a cura del Dottor Salvatore Vallone)
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Tags: sogno, violenza di genere violenza sulle donne femminicidio