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Genocidio Rimozione Armenia

armenia magni 2Istantanea in terra di Armenia. L'Armenia è una nazione indipendente dalla Russia. L'indipendenza è costata una guerra di quattro anni. Tra il 4 e l'8 aprile del 2016, da parte delle forze armate dello Azerbaijan c'è stato un tentativo di invasione nella regione Martakert dell'Armenia per conquistare questo pezzo di terra staccato dalle altre regioni. E' stata una vera guerra lampo, andata a vuoto. E' un segno forte di come la pace sia fragile e insicura in questo territorio tra oriente e occidente del vecchio percorso della via della seta.

Con il superamento dei vecchi trattati della divisione dei territori della prima guerra mondiale, della seconda e dopo la caduta dell'impero sovietico, oggi è in atto una divisione e ridefinizione di questi Stati. E' una situazione instabile sottoposta a delle pressioni contrapposte di alcune potenze egemoniche.

Nel silenzio dei media internazionali, la popolazione del Martakert si è difesa riuscendo momentaneamente a bloccare il tentativo di invasione. Sul campo, da informazioni raccolte, ci sono stati dei morti. Da dati non ufficiali pare che i soldati morti armeni siano 97 e gli arxebi 300. E' difficile conoscere cosa sia successo. I canali della televisione armena cercano di minimizzare l'accaduto. A Yerevan quello che sta accadendo viene rimosso. Nelle strade più importanti e centrali della capitale non ci sono segni, manifesti, striscioni, presidi che segnalino il pericolo di una guerra. Da una parte potrebbe essere un modo per difendersi dalla paura oppure dall'altra percepiscono quella regione come una costola un po' assestante.

La regione Martakert, anche se è un lembo di terra e confina con l'Azerbaijan, da anni desidera l'indipendenza dall'Armenia, forse è per questo motivo che nella capitale, dove vive il cinquanta per cento dei tre milioni di abitanti, si cerca di rimuovere l'accaduto.

Tutto questo sta accadendo proprio nei giorni in cui si ricorda il Genocidio Armeno. Infatti, è il centenario dello sterminio avvenuto tra il 1916 e il 1923: la coincidenza puzza.

armenia magni 1Nulla accade per caso. Forse tutto questo è una provocazione per ricattare il popolo armeno a ripensare la sua politica autonomistica. Per poter avere una conoscenza immediata degli accadimenti è indispensabile avere in luogo dei reporter indipendenti in grado di analizzare e fornire delle informazioni.

Rimuovere, tacere, nascondere, minimizzare come i governanti locali e i media stanno facendo non è funzionale a difendere il loro territorio. E' importante fissare nella memoria collettiva, che spesso tende a 'dimenticare', che il 24 aprile 1916 accadde il primo genocidio etnico e religioso del novecento. Un milione e cinquecento mila persone furono sterminate, trucidate, deportate, anche allora i governanti sottovalutarono l'accaduto, evitarono di vedere villaggi distrutti, persone costrette a morire per fame e crollare sotto il cielo assordante del sole onnipotente del deserto.

Lo sterminio preannunciò quello della Germania nazista, di Holodomor in Ucraina (1932-33), dei Kulaki in Siberia, dei serbi in Jugoslavia (1941-1945), di Srebrenica in Bosnia (1992-95), dei musulmani del Kosovo(1996-1999) per stare solo nell'illuminata Europa del novecento.

Ricordare quello sterminio è anche un modo per tenere aperti gli occhi, l'attenzione su ciò che sta accadendo in questo momento in questa terra povera di risorse naturali ma strategica sul piano geopolitico. E' una zona di confine e di passaggio tra oriente e occidente asiatico.

La psicologia dell'emergenza, che si occupa di situazioni di calamità e delle problematiche connesse alle catastrofi e la psicologia sociale dovrebbero costruire delle relazioni scientifiche tra operatori del settore dei luoghi a rischio per promuovere azioni preventive.

 

 

 

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