bambini3Nei due anni di lavoro con i profughi  siriani ed eritrei di passaggio a  Milano, ho avuto modo di occuparmi anche dei bambini. Nei centri di accoglienza, prima, per i profughi siriani, e sotto gli alberi poi, per i profughi eritrei.  Finchè alla fine c’è stato il Centro di accoglienza e smistamento alla Stazione Centrale, dove tutti sono accolti allo stesso modo.

Le foto foto che girano e invadono il web, mostrano in genere solo i momenti più terribili di questi esodi, bambini morti, sotto le bombe, o nelle acque del mare.

Da uno studio condotto in Germania sui problemi psicologici dei bambini profughi, è emerso che un terzo di essi soffre di disturbi psichici. Che poi la diagnosi sarebbe una sola, il classico disturbo post traumatico da stress. Lo studio è stato condotto su cento bambini profughi, da tre medici, con un esame di tre ore per ciascun bambino.

Ebbene, non ci credo. Quanti ne avrò visti in due anni? Ed in situazioni ben più incerte e pericolose?  Li ho visti sulle navi , per 24/30 ore;  salivano aggrappati alla madre o al padre, molto spaventati, ma bastava poco per rallegrarli. I biscotti , i guanti dei medici trasformati in palloncini dalle volontarie della Croce Rossa, il mettersi a giocare con gli altri bambini. E qui a Milano, dove il viaggio in mare è ormai lontano, e giocano nello spazio a loro dedicato, per ore ed ore, finche non arriva il tempo per andare nel centro di accoglienza o di prendere il treno per la Germania.  Sembrano i bambini di un normale asilo infantile, disegnano, chiacchierano, litigano.

Certo non ho fatto tests, ma ho fatto foto, con , ovviamente, il permesso dei genitori.

 

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