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Ansia e depressione pre-università


MiaMente

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Salve,

sono un ragazzo di 20 e cerco di spiegarvi la mia situazione.

Dopo essermi fermato (causa problemi leggeri di salute) per un anno, ho deciso di mettermi sotto e studiare per superare il test di medicina. Qui da me la facoltà non c’è ed ero conscio di dovermi poi spostare e vivere da fuori sede, possibilità che mi stimolava parecchio.

Ce l’ho fatta e mi sono anche immatricolato.

Il problema?

Già il giorno prima del test ebbi il primo crollo emotivo con ansia, paura e angoscia irrazionali. Non era la semplice emozione prima di una prova, era un’angoscia primitiva, fortissima e distruttiva.

Tornato a casa la situazione non è migliorata ed è andata peggiorando, ma nonostante tutto, credendo erroneamente che potesse essere un momento, ho continuato con le procedure di immatricolazione fino a completarle. E qui sono iniziati i problemi seri. Dopo essere ritornato a casa ho avuto un crollo fortissimo: pianti, attacchi di panico, angoscia l’hanno fatta da padrone.

Ora sto veramente malissimo, ho avuto altri crolli e l’ultimo (circa una settimana fa) mi ha distrutto completamente.

Vi spiego la mia situazione: mi sveglio la mattina con attacchi di panico fortissimi, poi durante la mattinata l’ansia e la tristezza diminuiscono un po’ per poi avere un altro picco fortissimo il pomeriggio e la prima sera per poi finalmente ritirarsi un po’ la notte.

Fino a qualche tempo fa alternavo momenti di completo disagio ad una certa contentezza ed euforia. Ora c’è solo il disagio.

Ho perso la voglia di fare tutto. Non suono più, non disegno più, non esco, non faccio nulla. Stanno assopendosi anche gli istinti primitivi di conservazione: non mangio, non bevo, attraverso senza guardare. Tutto questo senza nemmeno rendermene conto.

Tutto ha perso senso. Perché?

Ho lottato tanto per avere tutto ciò, perché proprio ora?

Secondo me, secondo mia madre e secondo la psicologa a cui ho deciso di affidarmi, il problema è che tutte le ansie, le preoccupazioni e i pensieri di una vita (la mia situazione familiare a livello di salute ed economica non è delle migliori e anche il rapporto con me stesso mi da problemi) siano esplose tutt’un tratto proprio in un momento di intenso stress fisico.

Sarà così, ok? E ora? Non so cosa fare. Ho posticipato la partenza di un paio di settimane ma ho ancora paura che andando fuori la situazione possa peggiorare e che possa arrivare a concretizzare i brutti pensieri che mi si affacciano ultimamente perché non ho proprio più il controllo su di me.

Tra l’altro ho ripercussioni di tutto questo anche a livello fisico con disfunzioni nella defecazione, nausee, astenia e emicranie fortissime.

Insomma sono in crisi completa.

Tra l’altro ultimamente gli attacchi d’ansia della prima mattina sono diventati così forti che ho assunto comportamenti autolesionistici, arrivando, nel picco di malessere, a tagliarmi all’altezza dei polsi fino a farmi uscire sangue, gesto che, a ripensarci ora, mi terrorizza.

Sto perdendo il controllo di me. Ho un fortissimo senso di depersonalizzazione che mi da l’impressione di vivere in un incubo.

Un consiglio? Che fare? Partire? Restare?

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Un consiglio? Che fare? Partire? Restare?

Nessuna delle scelte che prenderai ora sarà per sempre, nessuna delle due strade è senza ritorno.

Tecnicamente non conosco le procedure universitarie per cui non ho idea se poi dovrai rifare di nuovo i test e come funziona per le tasse ma sono certa che una soluzione c'è sia per riprendere che per lasciare, l'importante comunque è crearsi sempre una via d'uscita, una porta d'emergenza virtuale da poter imboccare quando senti di non farcela più, magari non ti servirà e andrai dritto fino alla laurea o magari parti e poi decidi che non vuoi più fare il medico ma sei tu che hai in mano la situazione e potrai aprire quella porta quando vorrai senza doverne dare spiegazioni a nessuno.

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io ti consiglio di iniziare, prova almeno il primo anno e vedi com'è. il tuo non è un caso di nausea verso ciò che studi, come prende a molti durante la carriera universitaria (e io ne so qualcosa...), perchè ancora non hai studiato niente (anzi hai pure passato il test che non è da poco), quindi l'università non c'entra. prova anche ad andare a vivere fuori sede, che per esperienza personale all'incontrario (cioè mi sono reso conto tardi che staccare il cordone ombelicale sarebbe stato molto meglio) ti consiglierei

nel frattempo cerchi di risolvere questa situazione che mi pare di capire che dipenda da altri fattori

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Si, esattamente. La faccenda a quanto pare è radicata ben profondamente in me e solo ora con la terapeuta stiamo riuscendo a capire cosa possa essere.

La mia paura più grossa è di pentirmi in un modo o nell'altro. Non vedo più vie d'uscita e ciò mi preoccupa.

Non vi nego, con mio grandissimo sconforto, che la mia mente è martellata costantemente dal pensiero del suicidio.

E ne ho troppa paura..

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Con il senno di poi ogni scelta che facciamo, anche la più banale, può rivelarsi giusta o sbagliata.

L'hai detto tu stesso, potresti pentirti in un modo o nell'altro.

Io ho passato diversi anni della mia vita a pentirmi di una scelta fatta in un minuto, poi a forza di rifletterci mi sono accorta che partivo da un presupposto sbagliato, ossia il sapere quello che è accaduto dopo, giacchè mentre attuavo la mia scelta non potevo saperlo.

Quindi sono giunta alla conclusione che mentre si sceglie bisogna concentarsi unicamente sulle informazioni che abbiamo in quel momento.

Altra cosa importante, bisogna saper distinguere tra scelte definitive e scelte revocabili.

Nel tuo caso ad esempio la scelta di andare o meno all'università non è una scelta definitiva, in ogni momento puoi cambiare facoltà, puoi ritirarti, puoi metterti in pausa

Il suicidio invece rientra nelle scelte non revocabili.

Lascio da parte tutti i discorsi riguardanti la morale e prendo in esame la scelta da un punto di vista pratico: primo, sei giovane; secondo, per nostra natura siamo comunque destinati a morire quando arriva la nostra ora; terzo, in questo momento non sai cosa ti riserva il futuro e quello stesso futuro che ti fa tanta paura magari potrebbe arrivare a piacerti.

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Si lo so hai ragione. E infatti cerco in tutti i modi di scacciare quei pensieri. Ma quando arriva il momento che tutto quello che mi circonda non mi sembra mio o che il senso di vergogna e di odio verso me stesso è troppo forte, altro non vedo se non quella possibilità.

Il suicidio.

So che è terribile, orribile e sarebbe solo peggio se decidessi di attuarlo, ma non so che fare.

Ogni scelta mi sembra errata e ora come ora ho solo bisogno di tempo. Non si può scegliere stando così male perchè ogni cosa scelta peserebbe più di quanto effettivamente dovrebbe.

Per questo vorrei avere qualche mese per ponderare la cosa, per fare un po' di terapia e poter scegliere con il cervello lucido e non con la morte nel cuore.

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Si lo so hai ragione. E infatti cerco in tutti i modi di scacciare quei pensieri. Ma quando arriva il momento che tutto quello che mi circonda non mi sembra mio o che il senso di vergogna e di odio verso me stesso è troppo forte, altro non vedo se non quella possibilità.

Il suicidio.

So che è terribile, orribile e sarebbe solo peggio se decidessi di attuarlo, ma non so che fare.

Ogni scelta mi sembra errata e ora come ora ho solo bisogno di tempo. Non si può scegliere stando così male perchè ogni cosa scelta peserebbe più di quanto effettivamente dovrebbe.

Per questo vorrei avere qualche mese per ponderare la cosa, per fare un po' di terapia e poter scegliere con il cervello lucido e non con la morte nel cuore.

Questo è vero.

Stai andando in terapia? Vedrai che fra qualche tempo i risultati si faranno vedere.

Che tipo di terapia stai facendo?

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