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neo1979

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  1. Il problema è anche proprio di tipo pratico organizzativo; adesso spendo queste parole nella speranza che i professionisti, i psicoterapeuti, possano leggere per poter apprendere qual'è lo stato d'animo dei pazienti clienti o come si vogliano chiamare.. Almeno parlo per me ma non credo di essere il solo...la questione è questa quando qualcuno si presenta presso il Vostro studio per richiedere una consulenza , uno spazio nella psicoterapia o quant'altro prima di ogni cosa devono essere chiariti quali sono i punti, le regole ,il contratto di psicoterapia, ovvero bisogna formalizzare il rapporto. In questa formalizzazione occorre indicare il prezzo della prestazione, i diritti i doveri del professionista e del paziente , soprattutto và chiarito e gestito il discorso delle mancanze delle assenze, come si procederà a operare nella psicoterapia etc.. E sul punto delle assenze io mi soffermerei un attimo..quando io mi sono recato presso lo studio di questa dottoressa di cui non posso chiaramente fare il nome , non mi è stato indicato assolutamente nulla di tutto ciò tranne il prezzo , informazione che ho dovuto io provvedere a richiedere... La scorsa settimana è sorto il problema ovvero che a causa del giorno di festa si è reso necessario dover spostare la seduta a un altro giorno e poi per vari motivi abbiamo dovuto fissare di nuovo l'orario.. io ritenevo che a quel punto dato che non era mai successo avremmo potuto saltare per una settimana la seduta e riprendere la successiva, mi viene risposto che il setting ha le sue regole e che la seduta và pagata lo stesso quindi semmai per non perdere i soldi si recupera...tutto questo discorso per dire che tutte queste informazioni non mi sono state fornite al primo incontro , non sono state formalizzate per iscritto così come dovrebbero in quanto se gli analisti pretendono il rispetto delle regole per prima cosa le devono rendere note ai clienti e questo non è stato fatto. Io mi sento un pò tradito in questa situazione in quanto questa modalità alla volemose bene non è assolutamente consona in queste situazioni specie poi se il professionista ci tiene tanto al setting e alla professionalità intanto perchè vanno messe in chiaro, poi perchè io avrei potuto anche non accettarle queste condizioni e rivolgermi altrove...quindi questa modalità non trasparente adesso mi porta seriamente a riflettere se proseguire o meno il rapporto in quanto questa cosa a me non và giù mentre la professionista proprio non si è resa conto di ciò, ritiene che sia una cosa normale poi ci mettiamo d'ccordo recuperiamo ma non è questa la questione ... Per dire che noi clienti abbiamo le palle piene di questo atteggiamento e che vogliamo trasparenza da parte del professionista , vogliamo che ci fornisca le informazioni a noi necessarie e non dia niente per scontato o si prenda la libertà come questa dottoressa di decidere per noi. Scusate lo sfogo , ci tengo anche a dire che ci sono molt psicoterapeuti che invece sono corretti e hanno il loro foglio informativo o contratto e che sono trasparenti purtroppo io mi sono trovato in una situazione molto opaca che mi causa tanta rabbia frustrazione e che mi porterà forse ad abbandonare il setting anche se sò che non dovrebbe essere fatto specie adesso in questa fase..
  2. Ciao , ho un anno più di te mi sembra di leggere la mia storia in queste righe...voglio solo dirti che non sei il solo in questo momento in questa fase molte persone vivono questa condizione e non è detto che sia sbagliata...Anche io mi sono lasciato 10 anni fà e sono 10 anni che praticamente barcollo, solo che piuttosto che dovermi sposare a forza o accoppiarmi con la prima persona come fanno moltissimi, ho cercato di capire stare e sentire me stesso..non che sia facile a volte proprio non lo è e nemmeno la terapia aiuta un granchè parliamoci chiaro i terapeuti non fanno miracoli. Ho inziato da poco una terapia e mi stò rendendo conto almeno nel mio caso (non pretendo che sia così anche per te)che sono proprio io a ostacolare l'avvio di una relazione , stanno emergendo delle questioni profonde e strutturali che mi stanno facendo capire quale sia il mio atteggiamento verso la vita e le relazioni.. La domanda è siamo veramente disposti ad accogliere una persona?Sappiamo davvero quello che cerchiamo? Una relazione può sovvertire anche il corso di una vita siamo disposti a correre questo rischio? Riusciamo ad accettare e stare con noi stessi?Siamo disposti ad aprire il cuore a un altro essere umano con il rischio di essere feriti? Io alcune volte rispondo affermativamente ma spesso no , la chiusura prende il sopravvento e tutto si spegne del resto è più facile e sicuro stare nel recinto conosciuto.
  3. Io ho cominciato da poco il percorso di psicoterapia ed è accaduto a volte di riportare nel setting questi eventi; diciamo che non è che mi siano serviti molto anche perchè molto dipende anche da quale orientamento è la tua terapeuta. La mia non è certo junghiana o freudiana ai sogni dà un'importanza relativa e anche nelle interpretazioni si limita agli aspetti più evidenti senza collegarli agli archetipi della personalità o dell'inconscio collettivo. Si può cogliere molto di se stessi se si riesce a trovare una chiave valida e molto dipende dal terapeuta secondo me...
  4. Buon giorno, sono nuovo di questo forum e questo è il mio primo post; grazie di avermi accettato innanzitutto, vorrei esporre un problema che stò vivendo ormai da un pò di tempo con la mia terapeuta dal quale onestamente non sò bene cosa fare e come comportarmi. Il problema è essenzialmente di comunicazione perchè poi di fatto spesso il problema è riuscire a tirar fuori quello che ho dentro. E' un piccolo cruccio che ho ovviamente non pretendo assolutamente che nessuno mi dia la soluzione è più che altro uno sfogo perchè la scorsa notte nemmeno sono riuscito a dormire bene tra l'altro... è un pò di tempo che mi stò sottoponendo (per esigenze legate al percorso di counseling che stò seguendo)a un percorso di psicoterapia in questo caso psicoterapia corporea. Intraprendendo questo viaggio ,ho l'impressione di non sentirmi in sintonia in empatia con il terapeuta, la percezione di non essere compreso e quello che sento non venga recepito adeguatamente e dentro resta un malessere irrisolto di un transfert e controtrasfert che secondo me non stanno andando proprio bene. Fermo restando che la terapeuta è competente per carità non dico assolutamente il contrario , forse il problema è il mio forse devo rivolgermi altrove o forse è solo una mia proiezione negativa?Fatto stà che a me il fatto di sdraiarmi sul lettino non mi và proprio giù e non mi permette di tirar fuori al meglio quello che ho dentro questa cosa mi pregiudica parecchio e sento che è parecchio discriminante io l'ho fatto presente alla terapeuta ma lei dice che è meglio così. Voi altri psicoterapeuti anche psicoanalisti utilizzate lo stesso metodo?Se una persona ve lo facesse presente voi lo fareste comunque mettere sdraiato?Può questa cosa compromettere il rapporto? A prescindere da questo molte cose non riesco a tirarle fuori perchè parto con il presupposto di non essere capito specialmente per quanto concerne la sfera affettiva e relazionale...ma allo stesso tempo il pensiero di dover ricominciare e trovare un altro terapeuta mi destabilizza... Che dire?Scusate lo sfogo ma questa mattina avevo proprio bisogno anche perchè non sò se quello che stò facendo ha realmente un senso o no molto spesso mi sembra che non ce l'abbia. A volte mi sento giudicato o ignorato e comunque mi resta dentro una forte frustrazione , il fatto è che paradossalmente temo di esprimere ciò che sento perchè ho paura di creare un conflitto anche con lei. Forse stò proiettando troppo, forse stò sfuggendo a quello che veramente dovrei dire ma ripeto può sembrare una scemenza ma la posizione sdraiata a me non aiuta mi sembra che venga fatto apposta per non farmi entrare dentro quello che vorrei dire...forse è una mia cosa paranoidale ma questo è quello che sento.. Grazie a tutti voi e buona giornata scusate le molteplici paturnie ....
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