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Emma 91

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  1. Uno ha un figlio e compagna, l'altro, dopo aver ripetuto 3 anni di liceo, ha iniziato l'università però che cosa faccia adesso non lo so
  2. Già, solo che son passata io come "la bocca di rosa" del paese subendo molte umiliazioni :( Lo so, però nonostante siano passati tantissimi anni, non riesco ancora a superarla questa cosa e mi condiziona la vita, le relazioni, tutto.
  3. No,mai. Avevo troppa paura e ansia di dirlo ai miei genitori
  4. Buonasera a tutti, Mi chiamo Emma e ho 26 anni. Vengo da un paese in Toscana, però attualmente lavoro a Milano (dove ho anche studiato all'università). Mi piacerebbe parlarvi un po' di me e dei problemi che mi affliggono, perché non ho molte persone con le quali posso parlarne, senza essere giudicata o compatita. Sono sempre stata una bambina, e poi ragazza, un po' timida e insicura, timorosa del giudizio altrui e non incline ad aprirsi per paura. Gli anni delle elementari e delle medie, tutto sommato, sono stati buoni, discreti, senza nessun problema di bullismo o derisione altrui. il vero problema è iniziato il primo anno di liceo, per non finire più. Avevo 15 anni e all'epoca stavo uscendo con un ragazzo, dell'età mia, il quale era un po' cattivello nei miei confronti, ma si sa, a quell'età siamo un po' ingenui e tendiamo a fidarci dell'altro. Un sabato pomeriggio mi invita a casa sua, io, come una cretina, accetto, ignara di ciò che potesse accadere poco dopo. Qualche ora dopo essere arrivata a casa sua suonano alla porta e lui mi dice di nascondermi in camera perché era il nonno e non voleva che farmi vedere; quindi io rimango in camera, sola e in silenzio (premetto che non era successo nulla di grave prima di questo fatto, non avevamo mai fatto sesso, ero vergine), fino a che lui non apre la porta e mi dice che in realtà era un suo amico: io sapevo bene chi fosse l'amico perché era uscito co una delle mie migliori (e attuali) amiche, avendola trattata piuttosto di merda....non volevo più stare più perché non mi sentivo a mio agio con due ragazzi, e l'altro anche più grande di me di 3 anni ( che all'epoca erano un po'). Lui però dice di rimanere e che non succederà nulla...e invece succede l'impensabile: dopo le mie pressione a voler andare via il ragazzo più grande mi prende a schiaffi, facendomi uscire il sangue dal labbro, il tutto nell'impassibilità dell'altro, che non faceva nulla a riguardo. Io, ovviamente, insisto ancora di più perché avevo paura, paura che accadesse qualcosa di ancora più grave. Dopo qualche minuto entrambi i ragazzi iniziano a minacciarmi dicendomi cose come "adesso fai come ti diciamo noi oppure ti picchiamo". Io oppongo resistenza perché non volevo far nulla di sessuale, in quanto non avevo mai fatto nulla prima di quel momento, se non qualche bacio. Loro continuano a dirmi così, e io alla fine apro la porta e vado via dalla stanza, solo che essendo una ragazza con altri 2 ragazzi nella stessa casa, inutile dire chi ha avuto la meglio. il ragazzo più grande mi spinge sul letto con una forza incredibile e continua a sbattermi la testa contro il letto, e dandomi anche qualche botta in giro per il corpo. Dopo un po' cedo e li accontento (lo so, idiota ma non sapevo cosa fare, ancora me ne pento di ciò che ho fatto). All'epoca i cellulari erano i nokia, che avevano le prime fotocamere per fare foto e video. Mi chiedono di fargli un favore sessuale con la bocca, e io dico di sì perché non volevo continuare a prendere le botte, avevo molta paura. Ignara del fatto che stessero filmandomi nell'atto sessuale faccio ciò che mi avevano chiesto (penso abbiate capito), solo alla fine mi accorgo del danno e chiedo, anzi supplico, di cancellarlo...no, il ragazzo, l'altro con il quale stavo uscendo, dopo la mia ennesima richiesta di eliminazione mi dà una botta allo stomaco, facendomi cadere a terra per più di 5 minuti. Solo dopo essermi rialzata da quella botta riesco a scappare dalla casa e andare via, via lontano da quel luogo. Solo che non sapevo cosa mi avrebbe aspettato dopo, i mesi e gli anni successivi. Nel giro di pochi giorni il video fa il giro del paese, e io vengo chiamata in tutti i modi possibili, perdendo anche amicizie, o almeno persone quali ritenevo amiche. Vengo bullizzata per il mio fisico e viso,spintonata e addirittura una volta buttata anche il bidone della spazzatura (e una volta ad una festa c'erano alcuni di quel gruppo che mi butteranno l'acqua addosso a tutti, facendomi piangere e deridendomi). Gli anni successivi a questo fatto sono stati i più pesanti della mia vita, specialmente il terzo anno di liceo: stanca delle continue umiliazioni, dei voti scolatistici bassi, dell'autostima a pezzi, avevo deciso di ammazzarmi, ingerendo ammoniaca, ma mio padre era arrivato in tempo. Ho iniziato un percorso con uno psicologo per 2 anni, aveva anche funzionato, solo che poi quando mi ero trasferita a Milano per l'università alcuni problemi son tornati a galla: insicurezza, timore del giudizio altrui, difficoltà nell'instaurare rapporti duraturi di amicizia, ansia e paranoie. il primo anno di università era stato un incubo perché, ingenuamente, avevo pensato di scappare dal luogo del fatto e di non portare con me nessun problema, e così non è stato. Gli anni successivi invece erano andati meglio, avevo anche trovato un fidanzato, molto comprensivo e buono (relazione durata 3 anni e poi interrotta perché non ci amavamo più, però siamo in buoni rapporti). Durante il periodo esami però ero sempre in crisi perché avevo ansia e attacchi di panico, come penso che molti abbiano prima degli esami. Prendo la laurea triennale, faccio 2 stage e dopo un anno di pausa mi iscrivo alla laurea specialistica di 2 anni, anche lì ansia e paranoie per gli esami, però fortunatamente quei due anni son volati e ho preso anche quella laurea. Lo scorso anno ho iniziato a lavorare e anche adesso lo sto facendo, solo che mi sento sola, molto sola, con nessuno con cui parlare. Ho qualche amico/a qua a Milano ma non riesco ad aprirmi perché non c'è quel tipo di confidenza e non voglio annoiare nessuno con i miei problemi. Io penso sempre, e lo penserò per tutta la vita, che ero stata una cretina ad andare a casa sua, una idiota patentata, perché non pensavo mi succedesse nulla. Adesso, nonostante siano passati 11 anni, me ne pento ancora, e molte volte tornare a casa è un incubo (infatti non scendo spesso). Io vorrei tanto essere diversa, una ragazza con meno problemi e paranoie, ma non ci riesco. Molti sabati li passo in casa, a piangere su ciò che la mia vita sarebbe potuta essere e ciò che è in realtà; anche il pensiero di togliermi la vita sta tornando perché non vedo che senso abbia vivere, non avendo uno scopo o un obiettivo. Mi sento sola, triste e annoiata. Vorrei che la mia vita fosse diversa, vorrei avere più amici e anche qualcuno che mi ami.
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