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Luigi

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  1. Mi spiace ma non sono d'accordo. Se dopo 5 anni il tuo lui ti lascia, dicendoti che devi rifarti una vita e troverai altri che ti faranno felice, c'è qualcosa che non funziona. Come hai fatto a non accorgerti del suo distacco, della sua progressiva freddezza? È più facile che tu mostrassi una dipendenza affettiva nei suoi confronti e questo ti ha reso cieca e sorda nei confronti della realtà. E questo rende oggi difficilissimo il distacco, io credo. Luigi
  2. Senza iscrizione all'Albo non è possibile esercitare nessuna attività riconducibile alla professione di psicologo. Men che meno interpretare i test. Luigi
  3. E' difficile riuscire a comprendere quello che accade senza avere dati concreti sui quali discutere. I "farmaci" sono una categoria eccessiva per poter dire come agiscono. Gli antidepressivi, ad esempio, si dividono in varie categorie ed ognuna di loro tende a produrre effetti diversi in relazione all'assunzione di cibo. Ma poichè è inopportuno fare discorsi personali, cerchiamo di rimanere sul generico, così da poter essere utili a tutti. Il problema di fondo è sempre lo stesso. I disturbi alimentari sono una categoria nosologica a se stante ma possono anche essere "sintomo" di altre patologie presenti nel soggetto e quindi il primo discorso da fare è quello di "individuare" il problema e poi agire di conseguenza. Ma al di là del discorso farmacologico è importante capire il substrato psicologico che porta a sviluppare una patologia specifica e quindi una conseguente sintomatologia. Solo così sarà poi possibile intervenire concretamente attraverso appropriati interventi psicoterapeutici. Infatti, nei disturbi alimentari, vari possono essere gli approcci e quindi varie possono essere le soluzioni. Se vuoi, proviamo a parlarne qui, anche con i colleghi che moderano questo spazio... Luigi
  4. Credo proprio di si. Una delle sintomatologie della depressione è proprio la difficoltà a relazionarsi con il cibo, sia in senso di una scarsa assunzione che in senso di una assunzione eccessiva. I farmaci aiutano il problema primario (la depressione) e quindi, di conseguenza, anche quello secondario (l'assunzione anomala di cibo). Ma, in ogni caso, io credo che non sia l'elemento risolutivo di un quadro depressivo. Luigi
  5. Egocentrum ha posto esattamente la stessa domanda che è emersa durante il dibattito di presentazione del volume alla Fiera del Libro di Roma. Allora ci fu una esauriente risposta da parte di Ludovico Verde e stefano Iacone e cioè che in realtà l'eccezione conferma la regola. L'omosessualità è, secondo gli autori, una forma di apprendimento che viene effettuato in età infantile e percorre le stesse strade dell'amore eterosessuale solo che si manifesta verso un "oggetto" diverso (in realtà simile a se). Luigi
  6. Cara Collega, sono andato a vedere il sito di cui parli e l'articolo che citi, scritto da una "pedagogista clinica" in formazione. L'autrice scrive che vi sono alcuni test utilizzabili esclusivamente dallo psicologo ed altri che invece possono essere utilizzati dai pedagogisti o da altre categorie e pone anche una questione di "semplicità" o meno dei reattivi. E' ovvio che il problema importante è quello della "sommnistrazione" e della "interpretazione diagnostica". L'autrice dell'articolo afferma che il pedagogista non può somministrare ad esempio una WISC ma deve saperla "leggere". "Leggere" nel senso di capire lo strumento nei suoi meccanismi e nei suoi risultati non mi sembra un problema. Interpretarlo ed utilizzarlo a fini diagnostico-riabilitativi sì! Credo che qui la nostra competenza esclusiva debba essere affermata con forza per cui spero che altri colleghi, che man mano si avvicinano a questo spazio che muove ora i suoi primi passi, vogliano partecipare e contribuire al dibattito con le loro idee in modo da poter avere un confronto ampio ed articolato su questo specifico argomento. Luigi
  7. Luigi

    Presentiamoci

    Un benvenuto a tutti i colleghi che decideranno di essere presenti in questo spazio dedicato esclusivamente alla professione di psicologo. Qui, come detto già dalla Redazione, possiamo parlare di noi, dei nostri problemi, dei nostri desideri, delle nostre idee confrontandoci , scambiando opinioni, magari scontarndoci ma sempre sapendo che ciò che ci unisce è il nostro lavoro e la nostra idea comune di professione. A questo proposito vale la pena, se siete d'accordo, presentarsi al "gruppo" così da facilitare il contatto e la comunicazione. Poche righe per far sapere chi siamo, quale la nostra formazione e la nostra esperienza, quali i nostri impegni e il nostro "privato", il nostro passato, il nostro presente e il probabile futuro... Insomma, tutto o quasi. Ancora benvenuti. Luigi Di Giuseppe
  8. Silenzio?????????????? Ma come silenzio!!
  9. Caro Antonio, sono sicuro che sotto la tua guida questo diventerà uno spazio ricco e fecondo di confronto e di informazione e che permetterà a tutti ii visitatori ed i lettori del forum di acquisire nuove conoscenze e capacità, nel reciproco scambio comunicativo. Ti auguro Buon lavoro e Buon Anno. Luigi
  10. Luigi

    lo psicologo nelle rsa

    Ego, Ego, ma di cosa parli!!!!!!!!!!! Hai fatto lì il tirocinio della triennale? E' naturale che ti abbiano fatto fare la badante. Cosa volevi fare di altro avendo esperienza zero e capacità pari allo stesso livello? Lo psicoterapeuta? o che altro ancora? Poi, nello specifico, non hai espresso un parere (o opinione che dir si voglia) ma hai espresso un giudizio (fra l'altro di merito) dando per acquisito qualcosa che a malapena potevi conoscere o che hai, nella migliore delle ipotesi, semplicemente sfiorato. Il lavoro che viene svolto nelle RSA è un lavoro complesso e continuativo poichè ha a che fare con pazienti particolarmente debilitati e richiede competenza professionale, continuatività e impegno. Non può essere fatto da chiunque e la collega, evidentemente, lo presupponeva e chiedeva di essere aiutata da chi avrebbe potuto farlo. Concordo con te che le informazioni possono essere interessanti e costruttive ma, credo, per poterle mettere in campo, è necessaria anche una capacità comunicativa che stimoli l'altro al confronto. Mentre l'unico risultato che hai ottenuto, mi sembra, sia stato quello di aver fatto "allontanare" l'utente (che ora risulta come "ospite"). Evidentemente non ha ritenuto opportuno continuare un confronto di tipo professionale sulla base di opinioni non professionali. Anch'io, mi perdonerai, mi fermo qui. Ma ho ritenuto giusto fare delle opportune precisazioni visto che ne parlavi da "esperto". Buona prosecuzione. Luigi.
  11. Luigi

    lo psicologo nelle rsa

    Scusami, Ego, ma quale esperienza ti consente di dire "mi dispiace per te"? Quali sono i soggetti "standard", quanti ne conosci, quali e quante RSA hai frequentato da professionista psicologo e/o psicoterapeuta? Non sarebbe opportuno, in particolare in campo professionale, parlare di quello che si conosce? E questo, in particolare, rivolgendosi a chi si qualifica e chiede aiuto e informazione e non un momento di trastullo? Quando si chiacchiera liberamente ed amenamente su di un forum tutto (o quasi) può essere concesso ma se parli di professione dovresti essere attento e quantomeno, se ti qualifichi come professionista parte di un Ordine, rispettoso delle regole deontologiche. Invito perciò la collega ad avere pazienza, con la speranza che la discussione possa rientrare in un ambito consono alla richiesta iniziale. Luigi
  12. Caro Elio, il QI è una cosa seria e non si misura "a spanne". Il tuo video non può, in alcun modo, essere una indicazione di qualsivoglia genere per il quoziente intellettivo di una persona e men che meno per una "misura" dello stesso. Se hai dei dubbi, rivolgiti ad un professionista del settore e sottoponiti alla WAIS o ad un test d'intelligenza. Avrai in questo modo esattamente quello che desideri. Ciao. Luigi P.S.: in ogni caso un QI 220 non esiste.... e quindi sei sicuramente inferiore
  13. Luigi

    il giorno dopo

    Ciao. Puoi indicare con precisione il nome di questa pillola? Non sono una donna ... ma lavoro nel campo tutti i giorni per cui, se posso aiutarti ... sono qui. In ogni caso, ribadisco il mio consiglio iniziale: vai subito al Consultorio. E' gratis, sono obbligati al segreto professionale (e quindi anche se sei minorenne non possono dirlo ai tuoi), sono competenti. Un colloquio come quello che ti necessita non puoi farlo qui sul forum... è troppo specifico ed intimo e più il tempo passa e meno rimedi hai per recuperare, se si è verificato qualche problema. Per cui .... muoviti telefona al Consultorio della tua città e chiedi del ginecologo o dell'ostetrica. E se non li trovi in quello telefona ad altri Consultori finchè non trovi quello giusto. Ciao. Luigi
  14. Luigi

    il giorno dopo

    Ciao. Sarebbe opportuno che ti rivolgessi subito al Consultorio Familiare della tua città per parlarne con qualcuno (gineciologo, ostetrica) e spiegare cosa ti è accaduto con precisione. A che punto del ciclo ti trovi, come si è verificato l'accaduto, cosa è successo dopo, etc. etc. Potrebbe trattarsi di nulla ma potrebbe anche essere importante. :roll: Luigi
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