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Ludovico Verde

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  1. ho visto che sei passato nel mio profilo!

    ti lascio un salutino ;)

  2. caro Fabius, premesso che purtroppo non è questa la sede per affrontare questo tipo di problematiche sul piano personale, il suggerimento che mi sentirei di darti è quello di porvi il problema, come coppia, se non fosse il caso di intraprendere un percorso di mediazione familiare o anche di psicoterapia e vedere che tipo di reazione genera questa proposta nella tua dolce metà. In alternativa potresti provare anche tu da solo, eventualmente a richiedere un helping psicologico qualora dovessi continuare a sentirti così spiazzato.
  3. ok, mi sembra allo stesso tempo una buona sintesi e un buon punto d'approdo della discussione... :-)
  4. Nella condizione omosessuale la funzione fisiologica procreativa è integra e, in teoria, si può dare luogo ad una discendenza reperendo materiale genetico eterologo (nel caso di una coppia lesbo) o ricorrendo ad un utero "in prestito" (nel caso maschile). Non è raro, inoltre, il caso di coppie eterosessuali, con prole autoprodotta, che mantengono una facciata di normalità, mentre uno dei componenti della coppia (o anche entrambi) svolge la sua attività sessuale prevalente all'esterno con persone del suo stesso sesso.
  5. è ovvio che esistono altre possibilità e che la teoria dell'imprinting è solo una parte della possibile risposta. In ogni caso io non parlerei, però, di malattia, in quanto l'omosessualità non preclude, da un punto di vista evoluzionistico, nessun ambito, nemmeno parziale, di adattamento per l'organismo, procreazione compresa. Quindi, pur assumendo la validità di un modello multifattoriale aspecifico, non lo si può in ogni caso considerare patologico. Un'ultima cosa: i dati sulla familiarità non sono univoci, così come non sono da escludere esposizioni a variabili, sicuramente anche ormonali, in utero per esempio, che possano determinare pertanto l'orientamento sessuale, anche dal punto di vista dei caratteri manifesti (maschili/femminili).
  6. Ad essere "selezionato" non è ovviamente il comportamento omosessuale in quanto tale, la selezione naturale interviene per così dire a priori, sui prerequisiti che costituiscono il meccanismo della scelta sessuale e del legame di attaccamento: il meccanismo di cui stiamo parlando funziona e si scatena in maniera istintuale direttamente dal nostro cervello primordiale (mesolimbico) senza nemmeno sfiorare la corteccia cerebrale, la coscienza: l'amore (sia esso eterosessuale o omosessuale) non è mediato dalla razionalità. I corpi, gli ormoni si cercano si desiderano e si incontrano spinti da quello stesso potente istinto che muove tutta la grande giostra della materia organica dalle catene di aminoacidi del brodo primordiale fino a noi. L'amore è amore. che poi possa essere omosessuale è solo un caso. Quello che funziona, da un punto di vista evoluzionistico, è il meccanismo di ricerca, riconoscimento e attaccamento che c'è dietro, che è "neutrale" rispetto all'oggetto d'amore prescelto. d'altra parte, se così non fosse, l'omosessualità non esisterebbe: si sarebbe inesorabilemte estinta.
  7. La dipendenza affettiva fa male. Fa male soprattutto alla salute delle donne. Infatti ne uccide più l'amore, il troppo amore, tante altre cose. Basta guardare i dati ISTAT sulla violenza domestica ai danni delle donne. Se in italia il 30% circa degli omicidi avviene in famiglia, in questa percentuale a farne le spese sono soprattutto le donne con un rapporto di oltre due a uno. (cioè quasi il 70% degli omicidi che avvengono in ambito familiare è da parte di uomini a danno d...

  8. Presto detto: nel caso dell'amore omosessuale l'organismo ha evidentemente subito un "imprinting" (l'imprinting è una forma di apprendimento intenso e irreversibile che avviene in alcune età critiche degli individui) sessual-sentimentale verso una persona del proprio sesso biologico. Per questo l'omosessualità non è affatto una malattia o una sindrome trasmessa geneticamente. La dimensione antropologica della omosessualità è quella di una condizione di normalità che ha visto il modello di attaccamento sessuale interpersonale svilupparsi entro coordinate assimilabili a quelle del proprio sesso biologico. Nulla di strano, niente di anormale. Semplicemente una preferenza biologicamente sviluppata entro l'età sensibile entro la quale si è formato l'orientamento sessuale contro la quale inutilmente si scagliano gli strali di una politica e di una chiesa ipocrite ed ottuse e soprattutto sideralmente lontane dal complesso universo sentiemntal sessuale delle persone che abitano la vita reale!
  9. Ciao gattina86,direi di fare attenzione, il rischio della "dipendenza affettiva" è in agguato! Dipendenza affettiva significa legarsi a persone disfunzionali pericolose, che non fanno il loro "dovere", nella coppia (anche nei termini di rispetto e considerazione). Probabilmente devi fare i conti con i tuoi bisogni, con quello che ti serve e stabilire una volta e per tutte chi è che può soddisfare le tue esigenze. Tenere questa persona "fisicamente" lontana sarebbe probabilmente la soluzione migliore, ma a volte non è possibile. la si può allora tenere lontana "psicologicamente" evitando tutte le situazioni che ne attivano in qualche modo il ricordo o la presenza (amici comuni, luoghi, etc). Provaci, anche se mi sembra che già il fatto che tu ti ponga il problema ti possa mettere sulla buona strada per risolverlo.
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