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simona1984

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  1. Ciao e grazie per aver risposto! @Stefano. Passioni in realtà ne ho molte: fumetto (frequento una scuola privata e l' accademia), lettura, cinema (in questo periodo mi sto innamorando di Bergman), cucina, teatro. Non ho capito se soffri anche tu di problemi alimentari? Mi rendo conto sempre di più che nei giorni in cui (come oggi), non seguo le regole e mi abbuffo, è come se tutto il resto della mia vita a quel punto non seguisse più alcuna misura, dallo studio ai miei rapporti, allo stile di vita; per esempio oggi sono uscita a vagare per la città come fossi una sorta di fantasma senza identità, sordo verso il mondo esterno. Mentre, se digiuno o annoto comunque tutto ciò che assumo durante la giornata pesando gli alimenti e contando le calorie, allora, sono la Simona buona, quella che si impegna in tutto, che studia, che mette in ordine, che annota tutto sul suo diario. @Laraa. Ho 27 anni, e tempo fa, circa una decina, quando frequentavo la terza superiore, iniziai per la prima volta a pensare al mio corpo in maniera diversa. Fu allora che scoprii il mangiare e vomitare come una sorta di valvola di sfogo. Da bambina diligente e studiosa mi trasformai in procrastinatrice triste. NOn me lo sono mai perdonato. Soprattutto, non ho mai capito perchè. Certo, non è stato un percorso continuo, visto che ho avuto anni in cui non pensavo minimamente a quello che ingurgitavo, ma ora rieccomi qui. E stasera non riuscirò mai a pesarmi, considerando quello che ho mangiato. Scusatemi, non voglio piangermi addosso, scrivo qui, sostanzialmente perchè nessuno può vedermi e mi sento più libera. Mi piacerebbe molto sapere anche delle vostre esperienze; magari on line non è il massimo, però è comunque rasserenante sapere che non siamo soli, non credete?
  2. simona1984

    aiuto!

    Salve a tutti, avevo già scritto in precedenza, facendo una mia piccola presentazione, sperando in qualche risposta, visto che prbabilmente sto davvero cercando aiuto; come scritto in precedenza il mio problema sono le abbuffate e i digiuni che seguono, il mio procurarmi il vomito in alcuni momenti (non sempre), il mio continuo pensiero dicotomico "o digiuno o mi abbuffo senza fine tutto il giorno"; sto cercando di seguire da qualche tempo un programma che ho trovato inun libro molto carino su "come vincere laìe abbuffate", tenendo un diario alimentare personale, ma non riesco a fermarmi; sono alta meno di un metro e sessanta per 43 chili, sono aumentata di un chilo in questi ultmi tempi e mi sento una grassona ambulante; mi peso al mattino e alla sera; non riesco a parlarne con il mio psichiatra perchè ho paura, tanta paura; paura di ingrassare ancora, paura di diventare come mia madre, sovrappeso. No riesco più a gestirmi, soprattutto, l' aumento di peso mi manda in depressione totale, anche quando si tratta di pochissimi etti; il problema maggiore è che riconosco della follia in questo, ma non vedo altre strade, non ce la faccio, sono così accecata. Come se in realtà non volessi stare bene, visto che le abbuffate mi servono a sentirmi peggiore; solo quando digiuno mi sento forte; come posso fare?
  3. Ciao, ti avevo già risposto una volta; avevo scritto anche su questo forum, con la speranza che qualcuno mi rispondesse anche soltanto parlando semplicemente della propria esperienza; anch'io non riesco a non spendere i miei soldi comprandomi vestiti e accessori; programmo quelli che saranno i miei futuri acquisti, come si trattasse di esperienze uniche, in realtà no fanno che aumentare il mio vuoto; anche mangiare sta diventando questo, non faccio che pensarci; come se la mia vita si fosse fermata. Io dentro una bolla, che guardo fuori, guardo la vita normale. Io che in sette anni di lavoro non sono riuscita a mettere da parte un po' di soldi, perchè li devo spendere, ora; e poi questa sorta di intollernaza alle emozioni, la sensazione di perdita di controllo se non digiuno; il pensiero fisso "non ce la faccio e non ce la farò mai". Non sei sola a sentirti così; mi fa piacere sentire le tue parole, che mi fanno sentire meno aliena e incapace; però mi piacerebbe tanto tu mi rispondessi!
  4. Ciao... Voglio solo dirti che non sei da sola; soltanto il fatto che tu abbia scritto qui tutto il senso di vuoto e disperazione che senti, significa che vuoi uscirne, e, ti ripeto, non sei da sola; io credo che ci siano comunque enti pubblici che organizzano anche incontri di gruppo per persone con problemi di alimentazione, almeno ne conosco qui nella mia zona; il mio psichiatra me lo ha consigliato, solo che io per ora no voglio andarci, anche se so che sarebbe veramente molto importante e bello per me, e sono sicura lo sarebbe anche per te; gli sbalzi di umore, l' intolleranza alle emozioni, sono comuni a molte ragazze, compresa me; io quando mi abbuffo ( pochi giorni fa ho girato per tutta la città a cercare cibo rimpinzandomi, non riuscivo più a camminare dal dolore al ventre), mi sento una perdente, una pezzente, una schifosa, un sacco di letame incapace di resistere a emozioni di per sè insignificanti, quindi, poi, inizio, come sto facendo ora, una alimentazione ipocalorica, trascrivendo peso e calorie di tutto ciò che mangio in un' agenda. Lo so che mi faccio solo male; ma per ora è l' unico sistema che ho per affrontare il mondo. Un abbraccio forte. S.
  5. Salve a tutti, mi sono appena iscritta a questo forum, e già sento di farne totalmente parte. Scrivo, perchè scrivere per me è sempre stato più facile che parlare (anche se ho imparato a farlo di più solo adesso); ho appena letto casi simili al mio e mi va di parlarne qui, perchè so che posso trovare persone che come me, dal primo mattino hanno un pensiero fisso: il cibo, il corpo, il grasso. Ho ventisette anni, e da qualche mese, credo settembre, ho questa ossessione che si chiama cibo, corpo, grasso; tutto ha avuto inizio circa dieci anni fa, quando a seguito di un peggioramento ingiustificato delle mie prestazioni scolastiche che neppure io, a distanza di anni ancora riesco a spiegarmi, iniziai ad abbuffarmi in solitudine e a vomitare quei cibi, i più grassi e prelibati che la mia dispensa possedeva. Quel lontano episodio, accompagnato da profonda depressione per i miei risultati scolastici (fino ad allora ero sempre stata la più brava della classe), si risolse da solo, non so in quale modo misterioso, inghiottendo tutto d' un fiato, facendomi dimenticare anche, quelle sensazioni di perdita di controllo(controllo che, perderò qualche anno più tardi, tentando il suicidio attaccata al tubo di scappamento della mia automobile). Poi questa estate, come la scorsa, inizio un lavoro che mi procura un' ansia da prestazione indescrivibile, che mi chiude lo stomaco, non mi fa più sentire appetito; io, che sono sempre stata golosa di dolciumi, pasta, pane, a quel punto provavo soltanto repulsione, profondo senso di nausea al pensiero del cibo, ogni qual volta dovevo recarmi a lavoro, e durante lo stesso. In due mesi perdo peso senza rendermene conto, ossessionata dalle mie prestazioni lavorative, non vedo altro, e sto male. Finito il lavoro estivo, guardo con lucidità il corpo, e come una rivelazione, mi appare cambiato, come se per la prima volta lo vedessi davvero, è un corpo dimagrito quello che ho davanti; la sorpresa è grande, ma anche la felicità per essere riuscita in qualcosa che altrimenti, con la volontà, non sarei mai riuscita ad ottenere: i pantaloni che cedono, la pancia piatta, no, non posso ricominciare a bere bevande zuccherine, a fare merende ipercaloriche, a mangiare pasti completi, no, devo continuare il mio percorso, che da allora, avrei deciso io soltanto. Poi le varie perdite di controllo non hanno fatto fatica a farsi sentire. In questo stesso momento in cui scrivo, sento un profondo desiderio di andare in cucina, aprire il frigo, e lasciarmi andare, ma, come se esistesse un' altra "me" , tento di impedirmi di farlo; il vomito, mi sto rendendo conto, nonostante non sia da così tanto tempo che lo faccio, mi causa una profonda stanchezza, dolore sotto il mento, vertigini, sete, male al diaframma; le costanti nella mia vita sono un' intolleranza alle emozioni continua, senso di inadeguatezza, senso di non riuscire mai nelle attività che più mi piacciono, senso di completa mancanza di controllo in tutto quello che faccio (compro tantissimi vestiti che non metto mai e che nascondo fra pile di altri), soprattutto senso di di incapacità che mi sta portando a un rallentamento dei miei studi universitari che mi fa paura, che mi blocca e mi fa soffrire oltremodo. Mi sento continuamente una persona così mediocre e poco intelligente, a volta mi fermo per strada, pensando a come fare per annullarmi, annullare queste mie emozioni sempre amplificate, messe a tutto volume da non so chi, non so perchè. La cosa strana è che ne parlo qui; qui sono al sicuro da sguardi indiscreti, almeno; ne parlo qui e accenno mezze parole al mio terapeuta, per il quale ormai da anni nutro sentimenti di forte attaccamento, che ormai conosce bene. Ma parlare di questo, no; non ce la faccio, sento sempre che alla fine riesco a gestire tutto io, quando invece io non posso fare nulla, questo lo so bene; una prigione, sì, che mi sta piano succhiando tutto, ma che alla fine io voglio, per allontanare il senso di vuoto costante, forse; per sentirmi viva e non sentirmi mai; ma allora perchè scrivo qui? Mi perdonerete se ho scritto così a lungo; forse perchè in fondo ci credo davvero, forse perchè io questa vita la amo, e la amo davvero.
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