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Dubbio psicologa


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Dunque il problema è questo: io sono un ragazzo di 26 anni che da sempre soffre di ansia sociale e da 4-5 anni di doc, oltre ad essere ovviamente depresso a causa di tutto questo. Da tre anni sono in terapia in un centro di psicologia cognitiva a Roma, prima con una psicologa, poi con un'altra, sotto la supervisione di uno psichiatra. Con la seconda terapeuta da subito mi è sembrato di trovarmi meglio, e ci sentiamo e ci vediamo da più di due anni. Il problema sorge quando, anche su suo incoraggiamento, quest'anno decido di "rimettermi in attivitá", tornando all'universitá e cambiando facoltá dopo più di un anno di pausa quasi forzata.Le cose sono andate male sin dall'inizio: la solitudine, la difficoltá a relazionarmi con i compagni di classe , con i nuovi coinquillini a casa etc.. Se in questi mesi, grazie aal mio impegno dei miglioramennti ci sono stati, questi sono stati in numero tremendamente ai traumi, le sofferenze e le delusioni che ho dovuto patire. Questi ultimi giorni, pooi, sono stati i peggiori,  e tutto è partito da una tragica serata in discoteca a cui ho pàrtecipato anche su spinta della mia terapeuta e che ha completamente distrutto la mia autostima. Di conseguenza, in questi giorni a causa del ritorno a piena forza dell'odio verso me stesso le cose sono andate malissimo e soffro come un cane per ogni minnima cosa. Sono disperato, non so più che fare. È forte la tentazione di sentirmi tradito dalla mia terapeuta  per il  consiglio "sbagliato" sulla discoteca, anche se probabilmente era in buonafede(anche se penso avrebbe dovuto avvertirmi dei pesanti rischi di espormi ad u'ambiente del genere). D'altro canto, inizio a sentire che lei non possa aiutarmi veramente (forse nessuno può). In realtá, quello di cui penso di aver bisogno è qualcuno che mi stia vicino, una specie di tutor che mi dica cosa fare  nei momenti (tantissimi) di dubbio, ma temo che questo purtroppo non posso richiederlo da nessuno. È indubbio peró il fatto che sento di essere quasi abbandonato a me stesso, sopratutto quando ci sono questi periodi molto dolorosi e io debbo aspettare fino a venerdí per poterne parlare con lei (le scrivo delle mail ma le tiene per sé come documentazione, non mi risponde). Sono in contatto anche con un paio si sue assistenti, ma da qualche tempo per una serie di motivi che non sto a dirvi non mi fido più di loro.
Come avrete capito, adesso la situazione è arrivata ad un punto di drammaticitá tale che inizio a pensare seriamente di cambiare terapeuta (e di lasciare il centro), magari trovandone qualcuno specializzato nel disturbo d'ansia sociale. Non lo so, forse sono influenzato dalla mia condizione al momento e dovrei pensarci meglio una volta che mi saró calmato... e a dirla tutta sono semplicemente terrorizzato dal parlarne con lei (mi spaventa tantissimo sia far valere i miei "diritti" sugli altri sia prendere decisioni importanti...
Voi cosa mi consigliate di fare?

 

 

 

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Ciao, sento una certa affinità tra i tuoi e miei problemi 

Se non ti imbarazza o ti disturba troppo, potresti spiegarmi come declini il termini ansia sociale e in che cosa questo si manifesta ? Magari se ti va puoi fare anche qualche esempio pratico, poi anche io posso portare qualche testimonianza del mio vissuto, credo che questo ti potrebbe essere utile per sentirti un po meno solo 

 

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Ho sentito parlare spesso di "ansia sociale", ma non ho mai capito bene cosa si intende. Se lo spiegate fate un favore anche a me :D:

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E' l'ansia che si manifesta in situazioni sociali, ossia in mezzo alle altre persone.

Non devi essere necessariamente in lughi affollati ma anche solo in un ambiente, ristretto tipo un bar...la manifestazione ansiosa avviene sentendoti osservato dalle altre persone, temendo di fare brutte figure, di dire cose sbagliate...

E' normale per chiunque sentirsi a disagio in posti nuovi o con persone che non si conoscono ma il disturbo d'ansia va oltre il semplice disagio e di fatto ti impedisce di avere una vita sociale...

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Il ‎01‎/‎03‎/‎2017 at 14:50, Leonardo Mattei dice:

È forte la tentazione di sentirmi tradito dalla mia terapeuta  per il  consiglio "sbagliato" sulla discoteca, anche se probabilmente era in buonafede(anche se penso avrebbe dovuto avvertirmi dei pesanti rischi di espormi ad u'ambiente del genere).

Forse la tua terapeuta, per poter fare una valutazione più approfondita, aveva bisogno di una "prova del nove".

 

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