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Premetto dicendo che sono un sedicenne nato a dicembre del 2000, che frequenta un Liceo Scientifico.

Inzio. Ma da dove inizio? Il punto è che non so nemmeno definire come mi sento. Non ho voglia di fare niente, non ho voglia di andare avanti. Il mio unico obbiettivo è quello di arrivare a casa mia per navigare su internet,  tutte le altre cose le faccio per sopravvivere.

Sto smettendo di praticare il mio sport agonistico, studio solo per evitare di prendere brutti voti e per evitare che gli altri pensino male di me, e mi nascondo dietro ogni cosa  che possa trasfigurare quello che veramente sono: uno svogliato, senza hobbies o interessi, che non ha mai varcato o sfidato le proprie paure (e qui non si parla di limiti, perché so che il potenziale ce l'avrei), e che, appunto, ha sempre avuto il timore di uscire nel mondo reale per fare quello che fanno tutti gli altri. Questo ha comportato un profondo sviluppo dell'ansia e della paura, che escono in ogni tipo di situazione. Inoltre, assieme all'ansia, quando sono solo, inizio a pensare a tutto quello che non ho fatto e a tutte le possibilità che ho perso, essendo fatto così. Tutto ciò genera insonnia e attacchi. Do troppa pesantezza a tutti i miei problemi, e vedo solo quelli.

Credo di non avere più amici veri. Forse non ce ne ho mai avuti. E probabilmente non ho mai capito il valore dell'amicizia vera, perché sono troppo timido per cercarne altri. 
Non riesco a vedere nessun lato positivo di me stesso e non faccio altro che discreditarmi e abbattere la mia autostima. Voglio tornare a vivere. Voglio vivere. Voglio rinascere. Voglio essere quello che vorrei essere. Mi faccio schifo e non faccio niente per migliorare. 

Ovviamente tutta questa sensazione generale di perdizione morale è stata causata da una serie infinita di miei errori causati dalla personalità super-timida e introversa. Per esempio io ho pochissimi amici, e proprio adesso so che anche gli amici più vicini che avevo si stanno allontanando da me. Questo perché sono sempre stati gli altri a coinvolgermi nei gruppi, perché se non fosse per loro, io sarei una persona anti sociale, che tenderebbe a starsene sola tutto il tempo, fantasticando con la sua testa... 

Quando fantastico, sogno di avere una vita bella, in cui sono forte e riesco a prendere decisioni senza farmi influenzare dagli altri. Sogno di avere una vita in cui sono intelligente e creativo. Senza paura. Disinvolto. Tranquillo. Amichevole. Sportivo. Attraente.

Tutto l'opposto di quello che sono nella realtà.

In generale sono sempre stato svogliato e disinteressato nei confronti della scuola e dello studio (e ho sempre di conseguenza studiato poco), ma nonostante questo me la sono sempre cavata. Ora però sto cadendo a pezzi e non riesco proprio a fare più niente. Anche le azioni più semplici mi sembrano una sofferenza. Ovviamente ora, data la mia crisi, sto iniziando ad andare male ovunque. Gli altri tra poco inizieranno a chiedersi cosa ci sia veramente dietro di me e nel mio passato. Ma ho sempre avuto così poca rilevanza per le altre persone oltre a mia madre che probabilmente non se ne fregherebbero nemmeno della mia perdita.

Un altro enorme problema per me è che non ho fatto esperienze! Non ho esperienza. In niente. Dato che non ho gli amici, e di relazioni vere e strette non ce ne ho mai avute, non ho mai fatto niente di quello che gli altri hanno fatto. E non sto parlando di fumare una canna (di cui conosco i rischi causati dalla dipendenza), ma sto parlando semplicemente di stare insieme e andare dove pare. Per esempio non ho mai fatto una vacanza da solo coi miei amici... Ma perché? Perché non ce li ho! Cavolo! 

A parlare solo con me stesso per tutto questo tempo sono diventato pazzo! Chi parla con se stesso e non si sfoga all'esterno impazzisce! È logico! 

Ora mi chiedo: è giusto che la maggior parte delle persone sia felice e che solo poche non lo siano? Ma soprattutto: perché siamo tutti così di versi? Perché non posso suicidarmi e farla finita con questa sofferenza durata 16 anni?

Aiuto. Mi sto sfogando qui perché ho paura. Ho bisogno di relazioni sociali! E guarda te! Le vado a cercare proprio su un forum online. La mia vita é finta, è formata da una concomitanza di cose schifose che mi rendono conto e schifoso. Inutile.

Sembrerò a chi legge uno stupido adolescente in crisi, che per attirare attenzioni scrive disperatamente su dei forum, ma per me l'aiuto da parte di qualcuno conta. Grazie per avermi ascoltato.

Sono un maschio sedicenne, e da come scrivo, sembro una ragazzina che ha perso il suo ragazzo.

Sono una persona ultra-sensibile, e probabilmente devo ancora chiarire il mio orientamento sessuale....

Ma purtroppo sono quasi sicuro di essere gay e questa è la prima volta che lo scrivo a "qualcuno".

 

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Caro LostSoul

Vorrei unirmi a te in questo discorso, io stesso provo in parte quello che tu senti. Ti vorrei raccontare la mia storia, forse ti potra rafforzare e comunque raccontarla di nuovo per me farà solamente bene. Potrai avere tutte le persone del mondo accanto a te che ti stimolano a vivere ma il fulcro della vita è la stessa in cui risiedi.

Mi chiamo Giacomo ho quasi 21 anni, ho una situazione familiare stabile ma che comunque per formarsi ha dovuto sacrifare la famiglia dei miei fratelli (federico 25 anni e valerio 33 anni). Come sicuramente avrai capito sono il più piccolo dei 3 e quindi ero sicuramente sia il più coccolato (di cui mio fratello federico ne era geloso), sia il più maltratato (in senso positivo, fra fratelli è normale battibecchiare in qualsiasi modo). In passato sono sempre stato un bambino spensierato e che viveva sotto l'ala della propria madre e l'occhio giudizievole del padre che voleva il figlio forte e sicuro che voleva, sicuramente avrai anche capito chi preferivo fra i due: mia madre ovvio! Mia madre mi coccolava, mi faceva un sacco di regali, mi curava, etc. Iniziai a accorgermi di ciò che è stata la mia infanzia all'età di 14 anni, è stato un trauma scoprirlo: Mia madre ha coltivato sin da quando aveva divorziato dalla madre dei miei fratelli e sia da quando era morto mio nonno (ben 3-4 anni prima che nascevo) una grandissima insicurezza. Questa insicurezza la riempiva accentrando completamente tutte le sue attenzioni su di me, quindi iniziai ad avere dubbi sul fatto che mia madre mi crescesse sulserio e che la sua felicità era solamente un illusione, perchè finchè io stavo bene lei stava bene, ma se io stavo male lei cadeva in una specie di malessere che la portava a diventare una specie di peso morto che spendeva intere giornate sul letto o comunque a fare i suoi doveri con un aria disperata. Invece nei confronti di mio padre maturai una specie di "odio/ammirazione" nei suoi confronti, lo detestavo per quante attenzioni desse ai miei fratelli e per il fatto che a casa tornava solamente la sera verso 18:30, perdendo tempo a stare davanti alla televisione (queste due situazioni gliele ho perdonate perchè è infantile aggraparsi a una cosa del genere).  Federico provava odio e gelosia per me e mia madre incominciava a inculcarmi in testa che lui era il male e che lei era il bene, mettendo anche in discussione la posizione da genitore di mio padre (anzi molto spesso credo che mia madre e mio padre stanno insieme per motivi di sopravvivenza o comunque per me, sinceramente possono fare quello che vogliono). Mio fratello si accorse del lavaggio del cervello che mia madre attuava nei miei confronti, mi spiego tutta la situazione per filo e per segno che mia madre volesse solamente comandarmi per motivi personali di cui lui non ne sapeva niente. Mi sentivo in una completa morsa psicologica non riuscivo a capire per chi o per che cosa credere ormai iniziavo a pensare che tutti quanti erano il male e che tutti volevano fare semplicemente il loro "sporchi comodi" attraverso di me, ma la mia reazione avvenne molto più tardi. Fin da quando ero piccolo ero viziato, comodino, timido, per niente  combattivo, permaloso, sensibile, creativo e sopratutto ho avuto dei grandissimi problemi sia nel parlare che nello scrivere. Fino alla fine delle medie io avevo intrapreso il percorso dal logopedista fancendo anche delle correzioni motorie di cui soffrivo (correvo male non riuscivo a dosare la forza e via dicendo), oltre tutto avevo sempre un'insegnante di sostegno che mi seguiva e mi aiutava a scuola che aveva lo scopo di migliorare le mie carenze. Ovviamente ho avuto il carico anche dai miei compagni di classe, sia per come ero e sia per il sostegno, sono sempre stato escluso, sfruttato, o preso ingiro proprio perchè mi vedevano completamente diverso (forse anche per gelosia siccome notavano che per alcuni aspetti ero uguale a loro e che avevo un servizio in più). Questo ha allargato le mie insicurezze e le mie difficolta che incontravo a scuola oltre tutto mia madre mi faceva i compiti siccome non voleva avere un figlio perdente. L'inizio della mia depressione è iniziata al primo anno di superiore non riuscendomi a trovarmi ancora una volta in sintonia con i miei compagni di classe, iniziai a cambiare per loro, facendo il figo, comportandomi da saccente e iniziando a fumare per cercare nuove amicizie. Il piano fallì, e iniziai ad avere ancora una volta dei bulletti che creavano una violenza psicologica, e da quel momento in poi cambiai scuola per ben 3 volte! Ogni volta che tornavo all'interno di un'istituto scolastico mi sentivo sempre peggio e sconfitto, in contemporanea iniziai anche ad avere delle strane "visioni" di persone morte che rappresentavano le persone che stavano attorno a me. Alla fine io caddi dalla mia "ultima zattera di salvezza", e entrai nel mondo dei videogames MMORPG che risucchiarono completamente tutta la mia esistenza (non sono i videogiochi che creano i malati ma chi li usa in modo errato). Diventai un vero e proprio "Hikikomori": una persona che si lascia a se stesso non uscendo mai di casa e non avendo mai un contatto con l'esterno, rimanendo sporco e stressato senza neanche accorgersene, distruggendo il proprio orologio biologico, rifiutando anche gli inviti a uscire dei propri amici tutto questo aggravato anche dalla dipendenza delle sigarette. Io dalle elementari fino alla prima superiore avevo soltanto un amico, facevamo qualsiasi cosa insieme, finchè un giorno non caddi in preda alla mia depressione. Lui cerco in tutti i modi di tirarmi fuori dalla mia situazione, finchè un giorno non si stufo e mi abbandono a me stesso perchè lui aveva fatto la scelta più logica: vivere e andare avanti senza pensare alla mia situazione che sicuramente non gli piaceva vedere. IL nostro legame si sciolse e rimanemmo amici più che normali forse non come prima ma ora in quest anno abbiamo un normalissimo rapporto di amicizia e non ci odiamo l'un l'altro, a si forse vorresti sapere perchè ho detto la parola odiamo? Beh ne io e ne lui ci siamo comportati bene in realtà. In poche parole io non ero il suo amico ma tutti e due eravamo amici per due interessi diversi: lui voleva avere il controllo su una persona e mi indotrinava i suoi gusti e si vantava di ciò che era e dei suoi successi, mentre io avevo bisogno di una figura forte che mi difendesse e che mi metteva sicurezza. Infatti sia io che lui ci eravamo rubati la ragazza a vicenda, sia io che lui ci prendevamo ingiro a vicenda, io e lui eravamo due persone completamente diverse che non avevano la vera voglia di capirsi ma soltanto di tenere il rapporto stabile e duraturo. In poche parole lui il cavaliere e io lo scudiero. Ovviamente avevo altre amicizie ma erano completamente legate a lui inconfronto a me e di questo ne ero totalmente geloso. Continuiamo la mia storia! Stando a casa per ben 4 anni dalla mattina alla sera mi complico ancora di più la mia situazione: Mia madre era diventata un mostro e iniziava a mostrare la sua vera natura da persona afflitta sia da se stessa che da me, ciò comporto a un completo distacco da mia madre che resero i miei comportamenti affettivi nei suoi confronti meccanici e senza provare nulla di particolare e inizio a nascere l'odio nei suoi confronti per come mi trattava. Contemporaneamente mio padre inizio a trattarmi male siccome non ero un figlio forte ed ero completamente un nullafacente (come non biasimarlo) e ad un certo punto gli risposi cosi male e gli rinfacciai cosi tante cose che si mise a piangere sul balcone di casa un giorno. Più avanti iniziai a fare violenze su mia nonna (la odio tutt'ora ma non gli metto più le mani addosso per fortuna) che la odiavo quanto mia madre siccome mi sparlavano in famiglia e mi trattavano male dicendomi tutti i difetti che ho e che non ero un ragazzo normale come gli altri (forse per cercare una soluzione ai miei problemi sicuramente). Iniziai anche ad andare da vari psicologi che non hanno mai avuto effetti su di me. non vorrei allungarmi troppo e quindi ti saltero tutte le volte che mi ha deluso una ragazza, tutti gli errori a livello sociale , tutte le delusioni della mia famiglia che hanno accentuato ancora di piu le mie insicurezze e peggiorando la mia situazione con chi stavo attorno, diventando un sociopatico che non si fidava più di nessuno Andai anche da vari psicologi ma ormai non me ne fregava più niente di me stesso, mi odiavo per quello che ero diventato. Alla fine verso i miei 17 anni iniziai a cambiare, volevo avere ciò che mi era stato tolto da me stesso: la mia vita e la mia identità (che ancora si sta formando tutt'ora). Insomma durante il mio ritorno a scuola della prima superiore incontrai un sacco di professori che iniziarono a spronarmi, ma in realtà questo non mi bastava, perchè avevo intrapreso la scuola solamente per avere qualche rapporto con le persone, iniziai subito a cedere, ma ad un certo punto per mia fortuna accade un momento speciale della mia vita. Credo che non sarei mai riuscito ad arrivare fino a qui senza l'aiuto di una persona che all'inizio mi odiava, ma il destino voleva che ci riappacificammo. Il suo nome è Elisabetta, come ogni volta che la rivedevo, mi infastidiva per quanto era infantile in quegli anni, infatti i primi giorni che uscivamo neanche ci salutavamo nè all'inizio delle uscite nè alla fine. Ad un certo punto iniziammo a provare una forte amicizia fra di noi, forse perchè eravamo due svalvolati, ma in ogni caso anche inmezzo a litigi e bisticci vari, ci siamo sempre voluti bene, e siamo sempre stati una coppia vincente! Sopratutto più avanti sempre grazie a lei conobbi il resto del gruppo di amici che ora frequento con tanta gioia. Lei è stato il mio raggio di speranza insieme a tante altre persone. Mi è sempre dispiaciuto che all'inizio non potevo confidarmi con lei ma mi sentivo ancora un errore e un male nei suoi confronti. Insomma da questo momento in poi è stato comunque difficile: la scuola, il lavoro e la famiglia mi perseguitavano spesso nella mia testa. Ma ho continuato ad andare avanti anche se cadevo, continuavo sempre ad andare avanti e a rialzarmi, migliorando anche i miei rapporti con i miei genitori e fratelli. ed ora mi ritrovo a fare il 5 anno di superiori pronto a finire, sempre in modo impacciato e insicuro, ma senza mai mollare (forse dovrei mettermi a studiare seriamente ahahah).

Forse avrò avuto culo, o forse sarà stato merito mio, ma la mia migliore amica ha giocato un ruolo fondamentale per la mia vita. E la ringrazio per tutte le strigliate che mi ha sempre dato e per quelle poche volte che mi ha ascoltato (è molto dura di comprendonio delle volte), però lei era perfetta cosi e mi ha sempre equilibrato. LE VOGLIO UN MONDO DI BENE.

Ringrazierei anche i miei professori, perchè sono sempre stati dalla mia parte e anche la mia famiglia perchè mi ha sempre sostenuto. Ma non per questo per alcune cose non gliele perdono.

Ringrazio anche il mio psicologo (seguo le sue sedute da qualche mese) che ho deciso io di averlo e non i miei genitori, che mi ha spronato sempre di più nello scrivere insieme ai miei professori.

Insomma ti voglio solamente dire, vivi per ciò che vuoi davvero, continua a farlo anche se non lo sai, un giorno, un giorno qualunque troverai quello che ti serve realmente.

Stammi bene LostSoul.

P.s: insomma abbiamo lo stesso nick AHAHAHAHHA

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