Tradimento (1445958801340)
Banale, 32
Dopo 8 anni di convivenza e amore, ho tradito il mio compagno senza quasi rendermene conto, invischiata in una storia che non ho cercato e che mi è piovuta addosso e dalla quale adesso faccio fatica a uscire.
L'altro è il collega, sposato, quello che hai tutti i giorni a fianco, che ti guarda come se volesse mangiarti con gli occhi e ti fa mandare la testa in confusione.
E' accaduto tutto in un mese, dichiarati, incontrati, amati: tutto sapendo che sarebbe diventato padre di un bimbo fortemente voluto. Ultimo incontro tre giorni prima del parto. Il bimbo è nato adesso: noi ci siamo rivisti, lui guarda basso il pavimento, imbarazzatissimo. Io cerco di essere l'amica che lo accompagna, in silenzio, in questa nuova esperienza senza più pretese. Mi ferisce che mi ignori, mi ferisce che non mi parli più come prima e che non scherziamo più come prima.
Ho pensato di lasciare il lavoro e allontanarmi dall'incubo. Non so come affrontare la situazione..nel frattempo la mia relazione è ancora in piedi, in qualche modo in equilibrio sulla fune..
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Gentile Utente,
dalle sue parole comprendo che ciò che le pesa maggiormente in questo momento sia il cercare una modalità per affrontare la situazione, o meglio per lenire il suo vissuto di sofferenza.
Spesso, a torto o a ragione, pensiamo che scappare sia la soluzione migliore. Lasciare il lavoro potrebbe essere una mossa azzardata, oserei dire un autoscacco. Il capolinea di una relazione porta inevitabilmente il confronto con una fine che possiamo negare o rimuovere, ma non cancellare.
La segretezza della sua relazione amorosa inoltre intensifica il suo vissuto di tormento interiore. La invito a cercare un aiuto psicologico che la supporti nell'esternare e nell'eleaborare questo doloroso lutto. Magari potrebbe scoprire il perché abbia sentito la necessità di trovare un appagamento al di fuori della sua storia “ufficiale”. Credo che anche questo punto contribuisca ad acuire la sua sofferenza.
La saluto scrivendole uno spaccato di uno scritto di Umberto Galimberti, famoso filosofo e psicoanalista. “Se il tradimento non è solo un esercizio di sessualità a bassa definizione, io penso che abbia una sua dignità e soprattutto che non debba essere giudicato […]. Tradire un amore, tradire un amico, tradire un'idea, tradire un partito, tradire persino la patria significa infatti svincolarsi da un'appartenenza e creare uno spazio di identità non protetta da alcun rapporto fiduciario, e quindi in un certo senso più autentica e vera. Nasciamo infatti nella fiducia che qualcuno ci nutra e ci ami, ma possiamo crescere e diventare noi stessi solo se usciamo da questa fiducia, se non ne restiamo prigionieri, se a coloro che per primi ci hanno amato e a tutti quelli che dopo di loro sono venuti, un giorno sappiamo dire: "Non sono come tu mi vuoi"....".
Cari saluti.
Dr.ssa Valentina Bonaccio
(a cura della Dottoressa Valentina Bonaccio)
Pubblicato in data 23/11/2015
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Tags: amore confusione tradimento convivenza tradito compagno collega bimbo