I principi deontologici fondamentali dello psicologo del 'terzo millennio'
Nella società italiana, soprattutto in questi ultimi decenni, il bisogno di conoscere ed utilizzare correttamente la Psicologia è apparso in costante aumento. Vi sono diversi dati oggettivi che potrebbero facilmente confermare questa affermazione: ad esempio, il numero dei Corsi di Laurea in Psicologia istituiti presso le Università italiane è aumentato dai due del 1979 ai diciassette del 1999, e, dato ad esso strettamente collegato, il numero degli studenti iscritti ad un Corso di Laurea in Psicologia nel nostro Paese è passato dalle poche migliaia dei primi anni ‘80 agli oltre 50.000 di oggi.
Ma, soprattutto, la legge di Ordinamento n. 56 del 1989 ha sicuramente caratterizzato un periodo di profondo cambiamento nella “rappresentazione sociale” dello Psicologo, che da figura un po' misteriosa e spesso di incerta provenienza formativa quale era venti o trenta anni fa sta a poco a poco, anche grazie ad essa, acquistando uno “status” di “professionista” riconosciuto con alle spalle un percorso formativo di base costituito almeno da una Laurea universitaria specialistica, un tirocinio pratico annuale ad essa aggiuntivo ed un successivo Esame di Stato necessariamente sostenuto e superato.