Pubblicità

La resilienza e i concreti indizi sulle sue basi neurobiologiche

0
condivisioni

on . Postato in Ricerche e Contributi | Letto 1186 volte

5 1 1 1 1 1 Votazione 5.00 (1 Voto)

Gregory E. Miller e i suoi collaboratori in un nuovo studio di neuroimaging pubblicato sulla rivista PNAS hanno ipotizzato che la connettività della rete esecutiva centrale fronto-parietale del cervello (CEN) può offrire un contributo alla comprensione delle basi neurobiologiche della resilienza.

la resilienza e i concreti indizi sulle sue basi neurobiologiche

Vi è una notevole variabilità nel modo in cui le persone rispondono ai principali fattori di stress. Alcuni rimangono sani, mentre altri si deteriorano. Poco si sa delle reti cerebrali che sono coinvolte nel modellare questi diversi risultati.

E' quanto hanno voluto indagare Miller e i suoi collaboratori della Northwestern University.

Come evidenziato da studi precedenti, i giovani che vivono in quartieri con alti livelli di violenza hanno una salute cardiometabolica peggiore rispetto ai coetanei che abitano comunità più sicure.

Tuttavia, anche all'interno dello stesso gruppo di giovani che vivono in aree ad alta violenza, i ricercatori hanno trovato notevoli differenze nella risposta allo stress, con il 25% dei giovani esposti che ha manifestato una sintomatologia contro il 75% che ha mostrato ciò che gli psicologi chiamano "resilienza".

I ricercatori hanno cercato di chiarire le basi neurobiologiche nelle differenti risposte individuali alla violenza di quartiere e ai fattori di stress in generale utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fRMI) ponendosi alcune domande:

“Perchè l'esposizione alla violenza di quartiere è molto più dannosa per il benessere generale di alcuni giovani rispetto ad altri? Quali reti cerebrali sono coinvolte nel modo in cui rispondiamo ai principali fattori di stress della vita?”

Innumerevoli studi hanno identificato una correlazione tra vivere in un quartiere ad alto rischio di criminalità con un aumento di cattiva salute caratterizzato da sindrome metabolica, asma e perdita di sonno.

Tuttavia, anche i bambini che crescono nella stessa casa possono avere risposte psicofisiologiche molto diverse allo stress.

Alcuni bambini sono stati denominati figli del “dente di leone”, che mostrano un'incredibile capacità di ripresa anche nelle condizioni più difficili; mentre altri sono più simili ai bambini “orchidee”, che sono più vulnerabili agli ambienti difficili.

Per questo studio, i ricercatori hanno reclutato 218 studenti pre-adolescenti provenienti da diversi quartieri intorno a Chicago.

Ogni quartiere è stato valutato in base al crimine violento e ai tassi di omicidio. Ai partecipanti allo studio è stata assegnata una valutazione cardio-metabolica che include test per la resistenza all'insulina, obesità e sindrome metabolica complessiva.

Pertanto, i partecipanti hanno ricevuto una scansione di neuroimaging con fMRI per valutare la connettività funzionale del cervello.

Sebbene gli studenti che vivono in quartieri violenti tendono ad avere una salute metabolica peggiore, coloro che vivevano in quartieri criminali e mantenevano sani biomarcatori per lo stress, mostravano anche una maggiore connettività all'interno della rete esecutiva centrale (Central Executive Network, CEN) del cervello.

Secondo i ricercatori, il CEN è un centro cerebrale che facilita il modo in cui interpretiamo gli eventi minacciosi, esercitiamo l'autocontrollo e sopprimiamo le immagini emozionali indesiderate.

Sulla base di questi risultati, sembra che la connettività dello stato di riposo all'interno della rete esecutiva centrale possa essere un moderatore adattivo che aumenta la resilienza a livello neurobiologico.

 

Pubblicità

Come spiegano gli autori, “attraverso sei risultati distinti, un quartiere con tasso di omicidio più elevato era associato ad un maggior rischio cardiometabolico, ma questa relazione era evidente solo tra i giovani che mostravano una connettività a riposo nella rete esecutiva centrale in stato di riposo. Questo risultato evidenzia la connettività intrinseca del CEN come un potenziale contributo neurobiologico alla resilienza”.

I ricercatori sottolineano come questo studio presenti ovviamente alcune limitazioni. Questi risultati sono infatti correlati ma non implicano necessariamente un nesso causale.

Pertanto, gli autori incoraggiano fortemente uno studio longitudinale e multi-onda molto più ampio per stabilire la causalità tra connettività funzionale CEN, violenza di vicinato, salute cardiometabolica e neurobiologia della resilienza.

Detto questo, i ricercatori sperano che nel prossimo futuro queste scoperte possano portare a programmi di “network training” progettati per migliorare la connettività funzionale della rete CEN del cervello.

Miller ed i suoi colleghi ipotizzano che questi tipi di interventi potrebbero migliorare “l'autocontrollo, la rivalutazione delle minacce e la soppressione del pensiero” in modi che potrebbero rendere gli adolescenti a rischio più resilienti".

 

di Lucia Cialone

 


Scrivi articoli di psicologia e psicoterapia e ti piacerebbe vederli pubblicati su Psiconline?
per sapere come fare, Clicca qui subito!
 
Pubblicità
Stai cercando un pubblico specifico interessato alle tue iniziative nel campo della psicologia?
Sei nel posto giusto.
Attiva una campagna pubblicitaria su Psiconline
logo psicologi italiani
Corsi, Stage, Informazioni per formare e far crescere i Professionisti della Psicologia Logo PSIConline formazione

 

 

 

Tags: stress neuroimaging resilienza

0
condivisioni

Guarda anche...

Pubblicità

Pubblicità

I Sondaggi di Psiconline

Come reagisci alle notizie riguardanti l’immigrazione?

Pubblicità

Le Risposte dell'Esperto

Pensiero ossessivo (1624140870…

Fabio, 34 anni     Gentile Dottoressa/Dottore! Mi chiamo Fabio e 5 anni fà ho commesso un errore di tipo erotico.Ho cominciato a scambiare dei...

Problemi con marito [162342796…

Viola, 38 anni     Buongiorno, avrei bisogno di un consulto per dei problemi con mio marito.Mio marito è molto irascibile ma oltre a urlare no...

Ansia e paura nella guida [162…

Clarissa, 22 anni       Salve, vi scrivo perchè da un paio di mesi sto facendo le guide in autoscuola ma la sto vivendo un po' male...

Area Professionale

La trasmissione intergenerazio…

Modificazioni epigenetiche nei figli di sopravvissuti all’Olocausto I figli di persone traumatizzate hanno un rischio maggiore di sviluppare il disturbo post-t...

Il Protocollo CNOP-MIUR e gli …

di Catello Parmentola CNOP e MIUR hanno firmato nel 2020 un Protocollo d'intesa per il supporto psicologico nelle istituzioni scolastiche. Evento molto positiv...

Come gestire il transfert nega…

Per non soccombere alle proiezioni negative del transfert, lo psicoterapeuta deve conoscere con convinzione ciò che appartiene alla psiche del paziente e ciò ch...

Le parole della Psicologia

Podofobia

Una tra le paure meno conosciute sembra essere la podofobia ovvero la paura dei piedi. Il termine fobia (che in greco significa “paura” e “panico”)&n...

Cataplessia

E’ un disturbo caratterizzato dalla perdita improvvisa del tono muscolare durante la veglia, solitamente causata da forti emozioni. La debolezza muscolare tipi...

Pedofilia

  Con il termine pedofilia si intende un disturbo della sessualità di tipo parafilico, caratterizzato da intensi e ricorrenti impulsi o fantasie sessuali ...

News Letters

0
condivisioni