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La convergenza dei media

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on . Postato in #MyWebIdentity. Elementi psicosociologici dell'identità online | Letto 2688 volte

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figura 2 di montigny convergenzaOggi più che mai tra nuovi e vecchi media esiste un rapporto di convergenza. Le nuove tecnologie di comunicazione stanno cambiando il modo in cui si acquisiscono e si recepiscono le informazioni a livello istituzionale, interpersonale e tra pari.

Le tecnologie cambiano le presentazioni temporali di tali fonti e possono anche mutare il processo di elaborazione delle informazioni e le dinamiche di influsso sociale tra queste fonti.

Esistono dei potenti filtri e delle distorsioni che possono influire su tale processo.

Quando si parla di convergenza dei media si intende una sorta di mescolanza tra vecchi e nuovi media. Un esempio in cui tale fenomeno ha luogo sono le comunità virtuali e altre forme di informazioni create da pari.

La tecnologia ha anche creato nuove forme di comunicazione, come nei siti di social network, che uniscono caratteristiche strutturali e funzionali della comunicazione di massa, interpersonale, tra pari.

Tradizionalmente la comunicazione di massa comporta la trasmissione di messaggi a una via da una fonte unica a un pubblico ampio, relativamente indifferenziato, anonimo. La comunicazione interpersonale coinvolge numeri ridotti di partecipanti che si scambiano messaggi, che sono stati appositamente creati per loro e diretti a loro da fonti specifiche. La comunicazione interpersonale è stata considerata una forma di scambio di messaggi a due vie.

I nuovi media interattivi a loro volta non possono rientrare in alcuna precedente categorizzazione, in quanto richiedono un nuovo approccio epistemologico. La loro natura interattiva impedisce che essi siano collocati nella loro interpretazione tra quelli interpersonali o quelli di massa. È stata pertanto coniata l’espressione da Cathcart e Gumpert “comunicazione interpersonale mediata” in cui ciascuna interazione da persona a persona viene veicolata da un medium per trascendere le limitazioni del tempo e dello spazio.

All’interno di questa categoria si colloca una nuova tipologia che è la comunicazione mediata da computer (CMC). È una forma di comunicazione “mass personale”, non solo nelle forme attraverso internet, ma anche tramite l’appropriazione non convenzionale dei media convenzionali, come accade quando gli individui utilizzano gli strumenti di comunicazione di massa per la comunicazione interpersonale, i canali tradizionali di comunicazione interpersonale per la comunicazione di massa e i nuovi canali di comunicazione per generare comunicazione di massa e comunicazione interpersonale simultaneamente.

Relativamente all’interattività si possono considerare diversi punti di vista: secondo i ricercatori delle comunicazioni di massa, i nuovi media sono relativamente più interattivi rispetto alle fonti tradizionali, mentre secondo i ricercatori della comunicazione interpersonale i nuovi media sono meno interattivi rispetto alle fonti tradizionali. Secondo altri approcci la comunicazione mediata da computer comprende elementi intermedi di comunicazione di massa e interpersonali ricombinati in un modo unico. In base a quest’ultima prospettiva, nella comunicazione mediata da computer coloro che inviano possono essere fonti della comunicazione di massa e partner della comunicazione interpersonale al tempo stesso. I riceventi nella comunicazione mediata da computer possono essere un’audience anonima e possono anche essere il target di messaggi istantanei personalizzati. In aggiunta, nella comunicazione mediata da computer l’analisi dei messaggi non è vincolata dallo spazio e dal tempo. Da ciò si deduce che la comunicazione mediata da computer implica dei nuovi processi che richiedono nuovi paradigmi di analisi.

Oltre alla convergenza e alla complementarietà della comunicazione di massa e della comunicazione interpersonale una fonte interpersonale deve anche essere credibile. Inoltre, le fonti dei mass media possono non fornire lo stesso grado di accesso all’informazione. Relativamente all’accesso noi tendiamo a cercare l’informazione nei media o nei canali interpersonali basandoci su un argomento, un momento specifico e l’immediata accessibilità. Ogni materiale che noi troviamo dipende dalla disponibilità nel momento in cui cerchiamo. Su internet invece l’informazione è accessibile su richiesta. Internet è quasi sempre disponibile, mentre i mass media tradizionali e le fonti interpersonali possono non essere sempre facilmente accessibili per la ricerca di informazioni.

Questo radicale grado di accessibilità sembra aver ovviato alle questioni di credibilità in termini di preferenza e accettabilità delle fonti. La credibilità, infatti, gioca il ruolo più grande nella nostra accettazione dell’informazione. I motori di ricerca come Google forniscono dei risultati di ricerca gerarchici in base alla rilevanza, tenendo relativamente poco in considerazione la fonte delle pagine citate. Inoltre, la maggior parte di noi tende a focalizzare la sua ricerca quasi esclusivamente sulle prime pagine che vengono visualizzate dal motore di ricerca.

I cambiamenti che la tecnologia apporta nell’accesso all’informazione riguardano non solo la convergenza dei media, ma anche la convergenza dei canali di massa, interpersonali, tra pari. La comunicazione mediata da computer e tramite internet sovverte i precedenti schemi relativi al flusso di comunicazione tra le fonti. Prendiamo ad esempio le discussioni politiche: esse sembra che promuovano l’impegno civico. Quando le persone partecipano alle discussioni ricordano molti pro e contro sulla questione e accrescono così la conoscenza politica. Coloro i quali si impegnano di più nelle discussioni politiche online è più probabile che vadano a votare e quindi eseguano i loro doveri di cittadini.

Si è visto che la comunicazione mediata da computer può essere interpretata anche con il modello della identificazione e deindividuazione sociale (modello SIDE). In base ad esso le conversazioni a breve termine anonime in chat creano una forte pressione nei partecipanti a conformarsi alle posizioni normative che si manifestano nelle discussioni di gruppo molto di più di come accade invece nei contesti vis a vis.

In internet le fonti di informazione e di comunicazione possono essere multiple e simultanee e questo influisce ampiamente su coloro che vi sono esposti. Il web 2.0, che racchiude i siti web appositamente creati per facilitare l’interattività e la cocreazione di contenuti da parte dei visitatori, in aggiunta ai contributi originali degli autori, apre le porte ad una comunicazione molti a molti, contrariamente al web 1.0 che si basava su una comunicazione uno a molti.

Esistono numerosi siti nel web 2.0 che forniscono nuove forme di comunicazione tra gli individui e i gruppi: ad esempio Facebook, Youtube, eBay, che rendono visibili e raggiungibili i pari, cioè gli altri visitatori e le loro interazioni. In realtà, i pari non sono semplicemente dei pari, ma esibiscono una “eterofilia ottimale”: secondo Rogers e Shoemaker essi sono come noi in termini di interessi e di prospettive condivise, ad eccezione di un’importante differenza, cioè loro hanno esperienza in un argomento specifico o capacità specifica che noi non abbiamo. Questi sono degni di fiducia e relativamente esperti in un settore: è noto infatti che le persone danno più valore ad un’informazione presentata quando credono che la fonte sia relativamente attendibile. La selezione tra pari, quindi, diventa un elemento discriminante per sancire la qualità e la rappresentatività di un’informazione.

Online esistono oggi dei veri e propri sistemi che valutano la reputazione. A volte tale reputazione ha anche un valore monetario, se consideriamo ad esempio eBay. Si è anche visto che il web rende possibile manipolare le convinzioni e le azioni che si effettuano offline influenzando la credibilità e l’attrattività. Affidarsi a punti di vista, esperienze, commenti di persone affidabili ed esperte online è diventata una strategia normale relativamente ad attività quali lo shopping, la cura della salute, la coltivazione di un hobby, la vendita di prodotti e servizi.

I commenti dei pari online possono anche influenzare i lettori relativamente ai loro atteggiamenti, attitudini e percezioni delle notizie.

I commenti di parti terze non solo influenzano gli atteggiamenti degli individui, ma anche le loro percezioni in generale delle comunità online. I commenti di parti terze hanno un influsso anche relativamente alla nostra percezione dei profili online di altre persone specie nei network sociali: ad esempio i contenuti postati sulla bacheca di Facebook influenzano la percezione del profilo di questa persona in termini di attrazione e credibilità. Lo stesso vale anche per l’aspetto fisico della persona stessa e dei suoi amici.

Il web 2.0 eleva ampiamente l’influsso potenziale delle fonti interpersonali, in questo senso non sono più importanti soltanto gli amici o i familiari, ma anche il gruppo diffuso di pari anonimi che condividono determinati interessi o attività. Dalla nascita di Facebook in poi il concetto di “amico” si è notevolmente ampliato. Con una media numerica di 250-275 amici associati al profilo online si va ben oltre 10-20 amici più vicini nelle relazioni tradizionali.

A sua volta si è esteso ampiamente l’influsso sociale tra le persone. Il modo in cui le persone si avvalgono dei nuovi sistemi di comunicazione implica una raccolta di informazioni tra i media, la loro elaborazione, la loro comprensione. In questo processo le motivazioni interpersonali possono guidare la ricerca di informazioni al fine di soddisfare degli obiettivi interpersonali. Questo fenomeno si chiama “adattamento comportamentale”: in tale processo la ricerca delle informazioni è motivata dalla loro utilità per dirigere un comportamento anticipato. In tal modo le informazioni ottenute sono in relazione all’argomento di interesse, ma forniscono anche un’utilità comunicativa, una consapevolezza circa l’argomento relativamente al quale l’individuo si aspetta di interagire in future conversazioni.

Gli obiettivi specificamente interpersonali che guidano la persona al consumo di un media portano l’attenzione sul contenuto, influenzando l’interpretazione e il ricordo. Ad esempio, una persona può non guardare un dibattito o un discorso a mente aperta con l’intento di compiere una decisione politica consapevole perché la ricerca di informazioni può essere deformata da specifici obiettivi interpersonali. Gli obiettivi possono essere differenti relativamente alle dimensioni, agli strumenti, all’identità, a questioni relazionali, alla necessità d’inclusione, affetto, controllo, al desiderio di impressionare, di mantenere uno status. Inoltre, gli obiettivi interpersonali possono riflettere un desiderio di esprimere accordo e generare una forma di somiglianza interpersonale al fine di impressionare favorevolmente il partner comunicativo.

Quando gli individui perseguono obiettivi relazionali possono focalizzarsi sui contro-atteggiamenti che loro potrebbero generare. Per questo motivo gli obiettivi relazionali influiscono sull’attenzione, la selezione, l’interpretazione, la ritenzione delle informazioni.

La ricerca e l’analisi delle informazioni possono essere differenti negli ambienti tradizionali in cui l’esposizione ai media e le discussioni interpersonali sono separate da un certo intervallo di tempo, diversamente da quanto accade con i nuovi media in cui i canali di massa e interpersonali possono essere simultanei. Anche nei gruppi di discussione offline i comunicatori possono condividere o detenere delle informazioni distorte per motivi sociali e la comunicazione mediata da computer può esacerbare questa tendenza, perché facilita un’autopresentazione selettiva a fini relazionali.

La comunicazione mediata da computer consente agli utilizzatori di adattare fluidamente le loro autopresentazioni alle aspettative degli osservatori o dei partner conversazionali al fine di favorire impressioni e interazioni positive nei contesti asincroni e sincroni.

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Gli utilizzatori web sono molto consapevoli delle impressioni che hanno generato ai fini relazionali e considerano attentamente il bilanciamento tra l’apertura onesta versus le distorsioni dettate dalla desiderabilità sociale nel selezionare le strategie comunicative per attrarre gli altri online.

Nella comunicazione mediata da computer esiste un ibrido tra messaggi di massa e interpersonali, che si basa sui messaggi interpersonali pubblici postati sui social network. Per leggere questo fenomeno si può utilizzare un approccio basato sugli obiettivi: i messaggi postati, ad esempio, su Facebook sulla propria bacheca diventano immediatamente messaggi pubblici, perché sono letti da tutti gli amici presenti sul profilo, che a loro volta possono commentare o condividere. Ulteriori condivisioni e commenti possono essere effettuati anche dalle persone che condividono in prima battuta tali messaggi.

Uno dei principali utilizzi dei social network è basato sul mantenimento delle relazioni. Lo scambio dei messaggi è intrinsecamente personale e al tempo stesso pubblico, come una sorta di graffiti sui muri in cui è molto forte la componente di scambio partecipativo. Alla pari dei graffiti, tali messaggi possono rappresentare un segno simbolico di connessione. Una reciproca appartenenza a Facebook in questo senso può essere definita come una forma di comunicazione “mass personale”, secondo la definizione di O’Sullivan.

#ComeFare – Coordinare la propria presenza sui media

Ogni media ha il suo linguaggio, finalità, regole, esplicite, e ancor più implicite. Adattarsi, integrarsi e valorizzare le possibilità e gli strumenti che tali contesti offrono è fondamentale per una buona riuscita delle proprie attività e comunicazioni, online e offline. L’obiettivo è fornire un messaggio unitario, coerente, comprensibile.
Molte aziende si stanno adattando a questa modalità multi espressiva di sé e dei propri prodotti e servizi, e così anche i singoli professionisti.

Prendiamo, ad esempio, Oscar di Montigny, che passa da una lunga nota biografica e professionale nel suo blog, ad una presentazione più essenziale su Twitter, con tutti i segni grafici convenzionali nel contesto, passando per Facebook, Google+, LinkedIn, YouTube.

C’è un elemento costante che sancisce una riconoscibilità: l’immagine fotografica che lo ritrae, nei primi quattro siti citati, ad oggi, novembre 2015, è la medesima.
Sicuramente il luogo in cui si esprime massimamente la sua filosofia comunicativa e di convergenza, è il suo blog, ben ordinato a seconda delle aree tematiche, professionali e non. Il lettore sa cosa aspettarsi. Qui immagini, parole, video e rimandi ai social network si intrecciano in maniera impeccabile, perfettamente calibrati. Quando si decide di seguire un link ad altro sito, ivi compresi i social network, le modalità espressive si adattano di conseguenza, dalla brevità di Twitter, al tono pulito, formale, professionale di Linkedin, passando per la vena ludica e istrionica di Facebook.

Quello che emerge, nel suo complesso, in modo trasversale, è un’immagine di uomo e di professionista di successo, affermato, positivo, sempre sulla cresta dell’onda, un grande formatore e motivatore che si pone di fronte al proprio uditorio al meglio possibile, per fare scaturire a sua volta il meglio in chi lo ascolta.

Osservare esempi di case history ben riuscite, a nostro avviso, può rappresentare una lezione importante per imparare come fare. Non si tratta nella maniera più assoluta di imitare, bensì di trarre ispirazione, di apprendere il metodo, in modo da poter poi declinare la propria presenza e le proprie attività professionali e/o aziendali, on e offline, in modo altrettanto adeguato, lineare, ma al tempo stesso, sempre nuovo, sorprendente, fresco, coinvolgente.

 

 

#MyWebIdentity - ISBN 9788898037995
© 2015 Edizioni Psiconline - Francavilla al Mare

 


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