Il segreto della felicità
Ogni giorno ci chiediamo come essere felici, come raggiungere la felicità e mantenerla. E ogni giorno rischiamo di rimanere delusi perché nonostante gli sforzi fatti, essere felici è davvero complesso. Proviamo insieme a percorrere i passi giusti con la Psicologia Positiva.
Nella "Dichiarazione di Indipendenza", Thomas Jefferson afferma che abbiamo tutti alcuni “diritti inalienabili”, tra i quali egli include “la vita, la libertà e la ricerca della felicità”.
I filosofi hanno dibattuto a lungo su come raggiungere la felicità nella vita – cercando il piacere, evitando il dolore, raggiungendo la tranquillità, ….
Ora, i ricercatori nel campo della Psicologia positiva – la cosiddetta “scienza della felicità” – pensano di aver trovato i punti chiave per raggiungere questo grande obiettivo.
Quando viene chiesto alle persone cosa le rende felici nella vita, troviamo che ci sono tre risposte principali.
La prima consiste nell’avere risorse materiali sufficienti.
Questo significa non avere problemi nel soddisfare i nostri bisogni biologici di base – il cibo, i vestiti, un rifugio, la salute, come anche fare cose che ci fanno star bene, e così via. Nella società occidentale moderna, spesso tra i bisogni primari c’è anche l’avere il denaro, quindi non sorprende che il reddito sia positivamente correlato con la felicità! Questo è vero, però, solo se si hanno a disposizione anche gli altri due elementi fondanti.
Il secondo punto è avere risorse sociali sufficienti.
Tutti abbiamo bisogno di avere relazioni significative con la famiglia e gli amici. I nostri bisogni sociali, comunque, variano a seconda della nostra personalità, per cui gli estroversi hanno bisogno di avere maggiori contatti, rispetto agli introversi.
Ma nessuno di noi può essere felice se questi bisogni di base non sono soddisfatti. Questo spiega perché inseguire il denaro non sempre porta ad una felicità maggiore: se lavoriamo tante ore per guadagnare un sacco di soldi, finiamo per sacrificare le nostre relazioni sociali. E che senso ha fare un secondo lavoro, per pagarsi la barca, se poi non c’è mai tempo di uscirci con la famiglia?
Il terzo requisito fondamentale è vivere in un ambiente stabile.
Tutti noi abbiamo bisogno di dare un senso al mondo e di capire qual è il nostro posto in esso. La fede ricopre questo ruolo per diverse persone perché la religione ci dà un sistema di credenze, il quale permette di dare un ordine al caos che abbiamo intorno a noi e ci aiuta a capire che siamo parte di qualcosa di più grande di noi.
Quindi, per essere felici abbiamo bisogno di avere un qualche tipo di spiritualità – cioè sentire che, in qualche modo, rientriamo nel grande disegno delle cose. E, quando si tratta di raggiungere la felicità nella vita, è irrilevante se questo sistema di credenze ha un qualche fondamento di verità.
Potete avere tutt’e tre questi requisiti – le risorse materiali, le risorse sociali ed un ambiente stabile – ed essere comunque infelici.
Se è così, sappiate che quelle appena elencate sono le cause esterne della felicità, ma ci sono anche quelle interne.
La più importante di queste è avere un atteggiamento positivo.
Anche se siete scontrosi di natura, potete provare a fare un sorriso e mettere un po’ di allegria nella vostra voce. L’umore è abbastanza facile da manipolare e far finta di essere felice vi ci farà sentire davvero alla fine, sia grazie al vostro sistema nervoso, perchè se il vostro cervello percepisce che i muscoli del sorriso sono attivi, egli assume che dovete essere felici, sia grazie al vostro ambiente sociale, perchè se siete carini con le altre persone, queste lo saranno con voi. Ma avere un atteggiamento positivo non vuol dire solo pensare cose positive.
Come hanno puntualizzato la Dottoressa Laura King ed i suoi colleghi della University of Missouri, la felicità dipende anche dal senso che attribuiamo al nostro vivere. Tutti abbiamo bisogno di inseguire degli obiettivi importanti ed avere la sensazione che stiamo dando il nostro contributo alla società.
Al contrario, sentire che le nostra vita non ha un significato può avere conseguenze devastanti. Le persone che avvertono questa inutilità, infatti, hanno un rischio più alto di avere un ictus, un infarto e di sviluppare la Malattia di Alzheimer.
In più, sentire che la propria vita non ha senso è un sintomo tipico della Depressione, la quale può condurre al suicidio, perché questi individui cercano nella morte quei valori, che non hanno trovato nella vita.
Insomma, la felicità – che include sentire che la propria vita ha un significato ed è di valore – non è solo un lusso per pochi privilegiati, ma è un ingrediente essenziale per una vita in salute e produttiva.
Come scrisse Jefferson, le persone hanno il diritto di inseguire la felicità. E la Psicologia positiva ci mostra come.
Fonte: PsychologyToday.com
(Traduzione ed adattamento a cura della Dottoressa Alice Fusella)
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