Modi e stili nella comunicazione
Non si può non comunicare, è vero! ma ciascuno di noi lo fa in modo particolare e personale, anche se segue uno schema predeterminato. Scopriamo insieme quanti e quali sono gli stili comunicativi e come migliorare la nostra comunicazione
di Francesca Di Girolamo
Ognuno di noi utilizza prevalentemente uno stile comunicativo piuttosto che un altro. Ma non è mai l’unico.
Il contesto, lo stato psicologico di chi comunica e la situazione specifica sono fattori che influiscono sulla scelta, spesso inconsapevole, dello stile comunicativo.
Ma quanti sono gli stili di comunicazione? Ne esistono quattro, vediamoli insieme.
Stile Passivo
Chi usa questo stile non valorizza il canale vocale: tono e volume della voce basso. Solitamente utilizzato da soggetti timidi che tendono, quando non riescono ad evitarli, a non reagire durante gli scontri diretti. La comunicazione non verbale è silente, lo sguardo è rivolto verso il basso, non si sofferma quasi mai sul viso dell’interlocutore. La gestualità non è coerente con il messaggio che invia.
Stile Aggressivo
E' lo stile tipico delle persone che tendono a prevaricare gli altri. Chi usa questo stile spesso alza il volume della voce alto e usa un tono sarcastico che si trasforma in una caricatura della persona forte e decisa. Questo stile ha l’obiettivo di sottomettere l’altro, impedendogli di controbattere, utilizzando un ritmo incalzante, che non lascia spazi di silenzio. La comunicazione non verbale è molto accentuata, quasi esagerata.
Non fatevi ingannare: siamo comunque davanti una personalità insicura che si difende aggredendo.
Stile Manipolatorio
E' lo stile adottato da chi cerca di ottenere dagli altri quello che vuole assumendo ad esempio il ruolo di vittima o addirittura mentendo, al fine di indurre gli altri ad assumersi la responsabilità nei confronti dei suoi bisogni. Il tono della voce in questo caso è pacato, suadente e il volume non è mai eccessivo.
Stile Espressivo o Assertivo
E' lo stile della persona che ama il contatto con gli altri. Qui la voce è utilizza al meglio, sia per quanto riguarda il volume che il tono. Chi usa questo stile in genere è sicuro e deciso, capace di ammettere i propri errori e di accettare le critiche. Quando è lui a criticare lo fa in modo costruttivo, mai distruttivo.
Caratteristica principale è la capacità di ascoltare in modo attivo l’altro. La postura è eretta, ma non rigida, i gesti sono coerenti con il messaggio verbale e lo accompagnano in modo armonioso.
Proviamo a fare un esempio
Immaginate una riunione di lavoro, anzi una discussione molto accesa durante una riunione di lavoro: ci saranno alcuni colleghi “Aggressivi” che faranno di tutto per imporre con forza le loro idee, senza sentire le ragioni altrui, urleranno e si agiteranno incutendo un po’ di timore; altri invece, i “Passivi” resteranno in silenzio, non proveranno nemmeno a far valere il proprio punto di vista. Ma forse non li noterete perché tenderanno a sparire, a mimetizzarsi con l’arredamento.
Se osserverete meglio troverete i “Manipolatori”, saranno quelli con un atteggiamento seducente, un modo di fare lento e pacato. E poi ci saranno gli “Assertivi”: saranno loro quelli in grado di destreggiarsi con successo nel dibattito, saranno loro a mettere in luce i punti di forza e i punti di debolezza e saranno sempre loro a canalizzare l’attenzione di tutti verso una direzione costruttiva comune. Li riconoscerete subito: sono gli unici calmi nella stanza.
(a cura della Dottoressa Francesca Di Girolamo)
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