La psicologia e la medicina per difenderci dallo stress
Importanti conflitti interiori, pesanti eventi carichi di stress, dolorose e ripetute frustrazioni possono rivelarsi esperienze dannose esponendoci al rischio per la nostra salute psicofisica.
di Alfredo Ferrajoli
Dalle moderne ricerche scientifiche, in particolare dagli studi sugli effetti dello stress sul nostro organismo, è emerso che importanti conflitti interiori, pesanti eventi stressanti, dolorose e ripetute frustrazioni possono rivelarsi dannose esponendoci al rischio per la nostra salute psicofisica.
Ormai sappiamo che la predisposizione genetica, il tipo di alimentazione, la mancanza di movimento fisico, l’inquinamento ambientale, il consumo di alcool e tabacco possono contribuire in maniera significativa, insieme ai fattori indicati prima, nel favorire l’instaurarsi di disturbi e malattie sempre più varie e preoccupanti.
Per questo, negli ultimi anni, è stato proposto un nuovo “modello di rischio” per quanto concerne l’insorgenza di alcune malattie, esso è conosciuto come “modello trifattoriale” dove sono considerati il rischio genetico-cellulare, il rischio derivante da cancerogeni ambientali e il rischio psicosomatico.
Nella prospettiva di questo modello, il contributo e l’azione degli eventi stressati e le caratteristiche di personalità, sommandosi agli altri fattori indicati, sarebbero responsabili dell’aumento del rischio di malattie e disturbi.
Recenti ricerche hanno dimostrato l’importanza di un approccio multidisciplinare in cui il trattamento psicologico e psicoterapeutico si è rivelato un aspetto importante non solo ai fini prognostici ma anche per affrontare e gestire i numerosi stressors quotidiani e ripetuti nel tempo in cui il paziente può essere sottoposto durante l’intero arco della malattia.
Peraltro, l’impiego di strumenti psicoterapeutici ha dimostrato di affermarsi in modo progressivo sia come integrazione alla terapia medica che come valido approccio autonomo capace, anche da solo, di attivare cambiamenti importanti nel nostro corpo.
Per spiegare come situazioni di stress possano innescare variazioni significative nel funzionamento dei nostri sistemi biologici mi servirò dell’esempio che segue.
Ci stiamo concedendo un meritato periodo di riposo dopo un estenuante periodo di impegni lavorativi, abbiamo deciso di andare in campeggio; è notte e ci svegliamo di soprassalto: siamo stati spaventati dalla presenza di alcuni cinghiali nei pressi della nostra tenda. Inavvertitamente abbiamo lasciato fuori del cibo e sentiamo che l’animale sta rovistando in mezzo alle nostre provviste, ci accorgiamo che il nostro cuore batte all’impazzata e contattiamo la paura.
Cosa succede in simili frangenti nel nostro corpo? Se facciamo attenzione ci accorgiamo che la nostra frequenza cardiaca aumenta allo scopo di pompare più sangue fino agli organi vitali, ma non siamo consapevoli che viene prodotta adrenalina in abbondanza, né ci accorgiamo che la nostra pressione arteriosa è aumentata; inoltre, muscoli e cervello ricevono maggiori quantità di sangue allo scopo di reagire in modo rapido, siamo però consapevoli che in un attimo tutto il nostro corpo è coinvolto in uno stato di allerta.
Una situazione di questo tipo può essere, quindi, in grado di attivare i nostri sistemi biologici scatenando con una rapidità impressionante innumerevoli mutamenti fisiologici.
Gli studi attuali in questo campo hanno potuto appurare che una elevata frequenza, durata e intensità di avvenimenti che possono essere motivo di tensioni e stress può avere un alto grado di patogenicità.
(a cura del Dottor Alfredo Ferrajoli)
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Tags: ansia psicoterapia stress