La Psiconcologia
Le scoperte mediche degli ultimi 20 anni hanno sconvolto l'idea della malattia. Oggi sappiamo che l'atteggiamento del malato è più importante di molte medicine.
L'idea che la psiche sia un mondo a parte, infatti, appartiene al passato: oggi numerose ricerche scientifiche hanno ormai dimostrato che accanto a un disturbo organico vi è quasi sempre anche un disturbo psichico e viceversa.
Non solo: è stato accertato che, in presenza di malattia, una terapia che tenda a trascurare la psiche può ostacolare notevolmente l'esito delle cure e, a volte, persino peggiorare l'infermità.
Questo concetto rappresenta un vero e proprio cardine nel campo dell'oncologia, tanto che negli ultimi anni si è andata a delineare una nuova disciplina che mira a curare i disturbi psicologici dei malati di tumore: la Psiconcologia.
Quando gli viene diagnosticato un tumore, il malato entra in un vero e proprio stato di "crisi": un drammatico “cambiamento” caratterizzato da tre momenti principali:
- l'incontro con il problema, in cui il paziente prende consapevolezza del suo stato di malattia e dell'eventualità della propria morte; è in questa fase, così, che cambia il rapporto con se stessi e con gli altri, poiché muta la visione della vita stessa;
- il cambiamento dell'atteggiamento di familiari e parenti, che si mobilitano per cercare di aiutare al meglio il paziente;
- un'alterazione del proprio equilibrio attraverso l'individuazione di soluzioni adattive, conseguenti all'accettazione o meno della malattia.
In questo complesso alternarsi di pensieri, atteggiamenti e volontà del paziente affetto da cancro, il ruolo della psiconcologia è proprio quello di “guidare” il malato e i familiari non soltanto all'”accettazione” e alla “convivenza” con la malattia, ma soprattutto servirà al paziente per aumentare la stima di sé, aumentando le sue difese immunitarie e, quindi, incrementando le possibilità di successo della terapia.
Per esempio, è stato ampiamente dimostrato (Morris e Al. 1993) che nella popolazione con patologie mentali (come ansia, depressione, schizofrenia e disturbi del comportamento alimentare) vi è un aumento della mortalità pari a 3,5 volte in più rispetto alla popolazione generale non depressa con la stessa patologia organica; tale dato si riscontra particolarmente in caso di malattia cardiocerebrovascolare, oncologica e dismetabolica.
Il compito dello psiconcologo, quindi, è approfondire l'impatto psicologico e sociale che la malattia oncologica ha sulla vita del paziente e della sua famiglia.
Il cancro, infatti, più di ogni altra malattia richiede al paziente un continuo sforzo fisico e mentale di adattamento e senza l'aiuto di un'équipe esperta sarebbe difficile preservare nel malato un'integrità psichica e fisica, continuamente minacciata dal ricordo delle esperienze passate, dalla percezione di una vicina minaccia di morte e dalla sensazione di non avere le forze per risollevarsi.
Dott.ssa Michela Fortugno - Psicologa
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