Superare le crisi: vincere la paura di "non farcela" e affrontare la vita in modo positivo
Il percorso di crescita individuale è inevitabilmente caratterizzato da un alternarsi di momenti o periodi di relativa quiete, stabilità o equilibrio, e periodi in cui invece ci si sente in conflitto, in disarmonia con se stessi ed il mondo o in caduta libera verso i meandri del dubbio e dell’incertezza che caratterizzano, appunto, le crisi.
Dal momento in cui l’uomo ha deciso di cogliere il frutto della conoscenza (era una mela se non sbaglio!) ha anche accettato di rinunciare al piacere offerto dal grembo caldo di Madre Natura per affrontare la sfida della consapevolezza e della crescita. Accettando con questo anche di vivere il dolore che il conflitto porta con sé e la nostalgia di quel paradiso perduto in virtù di un’autonomia da conquistare.
Così, da sempre, desiderio di stasi (il caldo grembo, la tranquillità, la morte anche) e desiderio di movimento (ricerca, conoscenza, cambiamento) coesistono nell’animo umano alternandosi più o meno pacificamente nel ruolo di guida e determinando la crescita dell’individuo.
Dal momento in cui nasciamo, infatti, entriamo in relazione con la realtà e da essa traiamo informazioni che elaboriamo e assimiliamo e ciò avviene attraverso la rottura di un equilibrio precedente e la creazione di uno nuovo, che comprenda ciò che si è acquisito. Ogni volta che il vecchio equilibrio viene messo in discussione stiamo, in realtà, vivendo ciò che viene chiamata una crisi.
Va da sé il valore positivo che può assumere la crisi, in quanto motore indispensabile al cambiamento e all’ampliamento della coscienza, ma non sempre ci sono le condizioni, interne o esterne all’individuo, perché questo avvenga in modo indolore. In effetti la potenza della crisi che una persona attraversa può essere legata sia ad una situazione interna, di natura psicologica, sia ad una situazione esterna all’individuo connessa agli eventi della vita.
In particolare le persone che hanno maggiori difficoltà a vivere i momenti di crisi e anche a comprenderne la natura essenzialmente positiva e trasformatrice, sono coloro che hanno costruito la propria esistenza all’interno di confini rigidi e poco permeabili, tra ciò che conoscono di se stesse e del mondo e ciò che è sconosciuto, diverso e potenzialmente perturbante.
Più le persone sono rigide e intolleranti, più costruiscono confini impenetrabili intorno a sé; ma se disgraziatamente qualcuno o qualcosa riesce dall’esterno a penetrarvi, allora la crisi sarà particolarmente devastante.
Si tratta di persone con grandi debolezze ed insicurezze, a volte ben celate dietro la rigidità delle proprie idee e del modo di proporsi.
Per costoro il confronto con la diversità, con l’altro da sé, col cambiamento, può realmente costituire una minaccia alla sopravvivenza. Per questo motivo coloro che soffrono di gravi patologie psichiche, soprattutto di tipo ossessivo o depressivo, tendono a rinchiudersi all’interno di dimensioni sempre più ristrette e note, rifiutando il contatto con l’esterno e con gli altri, a volte anche costruendo rituali complessi e ripetitivi che fungono da rifugio e protezione contro l’ignoto.
In questi casi anche lo spostamento di un oggetto dentro casa può causare una crisi, e una crisi devastante. Dunque, al di là delle patologie serie, che necessitano di cure opportune, va detto che l’intensità di un conflitto o di una crisi è comunque direttamente proporzionale alla rigidità dei confini che ogni persona costruisce intorno a sé e che segnano il limite tra ciò che ci appartiene e ciò che invece non ci appartiene.
Se tali confini sono sufficientemente permeabili ogni elemento proveniente dall’esterno (idee, persone ecc.) potrà facilmente entrare nella coscienza senza che ciò comporti una destrutturazione e una ristrutturazione totale dell’individuo.
La crisi sarà, cioè, indolore o quasi, garantendo continuità alla crescita e all’apprendimento.
L’entità della crisi dipende anche da cause “esterne” all’individuo, legate cioè ad un evento che la determina. Vi sono situazioni della vita, come per esempio i lutti, le separazioni, la malattia, le disgrazie ecc. che determinano crisi profonde e che spesso comportano anche grosse trasformazioni interne; e in alcuni di questi casi viene difficile, pur mettendoci tutta la buona volontà, riuscire ad afferrare il valore positivo che la crisi può portare con sé.
Eppure è importante, anche in queste circostanze, non chiudersi al mondo e non cedere al pensiero negativo di tipo paranoico e persecutorio, quello che può far pensare che qualcuno ce l’abbia con noi, che il mondo fuori è pericoloso, inaffidabile, cattivo e sbagliato.
Si tratta di reazioni comprensibili, certamente, e per brevi periodi possono anche svolgere un funzione di autodifesa importante. Ma a lungo andare possono rivelarsi particolarmente distruttive.
Bisogna allora trovare il coraggio di confrontarsi proprio con gli aspetti distruttivi della vita, del mondo e della natura, oltre che di se stessi, per riuscire a trovare un senso anche agli eventi più drammatici. Senso che con tutta probabilità va al di là di noi, e al di là dei confini delineati dal proprio ego, per quanto grandi possano essere.
Non esistono ricette su come superare in modo positivo le crisi individuali; ma é molto importante non cercare scorciatoie o trabocchetti per evitare il momento di crisi.
La crisi porta con sé il cambiamento, ma è necessario viverla perché questo avvenga.
E quando ci si trova nel mezzo di un momento di crisi con la convinzione di non riuscire a venirne fuori, è più opportuno chiedersi che cosa stiamo vivendo, cosa stiamo rifiutando, prima ancora di chiedersi come uscirne fuori.
Come l’eroe solare delle leggende di ogni luogo del mondo, ciascuno di noi è chiamato al confronto con i luoghi più interni e bui di se stesso per scoprire quale sia la propria vera strada e riuscire a realizzare il proprio vero Sé.
La crisi, ogni crisi, costringe ad un ingresso nell’ignoto: Eroe è colui che riesce a sostenere il confronto con le proprie debolezze ed i propri limiti e ad illuminare così le zone buie.
Dott.ssa Elisabetta Corberi - Psicologa, psicoterapeuta - Roma
(articolo pubblicato sul n.7 di Benessere & Musica)
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