E ora parliamo di giovani ... .... esperienze ...
Dott.ssa Anna Scala
Mi piace molto stare con i giovani: mi piace ascoltare le cose che mi raccontano,
mi piace quella loro ingenuità, quel loro modo di porre le cose in modo
così totalizzante e a volte spietato, così diverso dal mio ,sempre
filtrato alla luce di una grande voglia di spiegare, capire, giustificare
..
Ad arricchire la mia umanità" dico a me stessa
Pertanto il centro ascolto è per me un'opportunità di studio, ricerca e conoscenza vera della gente e di me che non credo ripetibile in un altro contesto.
Ascolto una mamma preoccupata.
Gli ultimi fatti di cronaca
la spaventano: l'uccisione di una ragazza innocente da parte delle due sue amiche
più care.
Omosessualità, prostituzione, aborti
cosa c'è (mi chiede)
dietro quest'assurdo delitto?
Lei, è ancora più
preoccupata perché ha una giovane figlia proprio dell'età di quella
povera ragazza uccisa.
"Questi giovani- mi dice- ma che vogliono? Hanno tutto: uscite , soldi,
abiti, libertà di esprimersi
.. Ai miei tempi
..,mio padre
non mi concedeva nulla ed io ero sicuramente più felice di mia figlia,
anzi, scusi è proprio di lei che volevo parlarle, che mi da tante preoccupazioni.
La invito ad esprimere
chiaramente il suo problema, sono incuriosita da questa donna che non mi appare
veramente, completamente, sincera, così chiusa nella sua popolare ingenuità,
ma che mi coinvolge per la sua forte emotività, espressa anche con una
gestualità esasperante
Anche sua figlia ha due
amiche "di sempre" come quella ragazza uccisa, anche lei si fida completamente
di loro, anche lei esce, parla, studia, gioca
sempre solamente con loro
Dice
la donna,.. torcendosi le mani
..
E qualche volta c'è anche "troppo" affetto, tra quelle tre,
telefonate segrete, baci "troppo" affettuosi, abbracci continui
..
Ora è spaventata, mi guarda interrogativamente"
forse?
.Forse tra loro c'è qualcosa di più che una
semplice amicizia di adolescenti, forse anche loro custodiscono un torbido segreto,
forse anche loro
Ormai è stravolta parla a se stessa, come se io non ci fossi."
Cerco comunque di tranquillizzarla, le dico, di non preoccuparsi, promettendomi
di occuparmi di loro.
Lei si allontana, salutandomi poco convinta, per la verità, ha la testa
bassa, immagino i suoi pensieri,tristi, torbidi ma penosi
Poverina penso
.
Vedo le tre ragazze, tutte
insieme, il giorno dopo, le ascolto: chiedo di loro, chi sono, cosa fanno, che
vogliono dalla vita.
Parlano, con me, illuminata psicologa (ai loro occhi!)di tutto: ragazzi, scarpe
con i tacchi, verginità, amore, sesso
paure
mi incantano
Tra di loro non scopro
gli sguardi di un rapporto socialmente proibito, la triste consapevolezza di
un gioco difficile, la complicità esasperata di chi deve nascondere un
segreto di cui conosce la gravità,
..ma tanto affetto, non "troppo"
solo tanto.
I loro occhi limpidi chiedono quella sicurezza che solo loro tre, insieme, si
sanno dare: con gli abbracci, le affettuosità, la tenerezza
Mi vergogno di dire perché sono con loro. Dico che è per una ricerca
dico sempre così quando non so che dire
.
Le saluto, le ringrazio, loro mi baciano con trasporto, una mi dice che è
stato bello parlare con me
. che si sentiva "capita"
"Ma io non ho detto niente," Esclamo, sorridendo..
Mentre torno a casa, guidando
la mia auto penso
.spesso, la paura che noi grandi abbiamo di questi nostri
giovani, dovuta probabilmente, a nostre precise responsabilità nei loro
confronti, ci conduce a temere e scrutare in loro atteggiamenti e comportamenti
"precursori" di fatti luttuosi e terribili, come a quelli riportati
ansiosamente con disappunto e giudizio negli articoli della cronaca nera, ma
fortunatamente, nella maggioranza delle volte, questi "nostri" giovani
possono anche essere incarnati ed espressi, incanalando più semplicemente
la loro insicurezza e fragilità, da queste tre ragazze: ingenue, dolci,
spaventate
.inascoltate
..
Impariamo ad ascoltarli, questi giovani
..
Stando zitti, però!