Genova. Una tragedia che obbliga a riflettere
Oggi è una giornata di lutto nazionale per la tragedia delle vittime del crollo del Ponte Morandi a Genova ed il silenzio e la riflessione sono un obbligo per ciascuno di noi.
Una tragedia come quella del crollo del ponte Morandi a Genova scuote la mente e ci obbliga a pensare a cose che quotidianamente rifiutiamo di percepire, come se non esistessero.
Eppure sono lì ed ogni giorno le troviamo intorno a noi, le viviamo , le percepiamo ma non le interiorizziamo, le lasciamo fuori dalla nostra mente come se non ci riguardassero.
Poi arriva una tragedia come quella di Genova e noi restiamo attoniti, basiti, incapaci di realizzare e dii reagire perché, improvvisamente, il "rimosso" ci penetra dentro, cio avvolge e ci coinvolge. La morte improvvisa e prematura, quella a cui non siamo preparati, quella che non aspettiamo, quella che ci terrorizza, ci travolge con la sua forza e ci rende concretamente partecipi e fragili di un avvenimento che dista da noi forse centinaia di kilometri ma ci pervade, ci invade e ci lascia sconvolti e increduli. Sarebbe potuto accadere anche a noi e di colpo diventiamo parte di quella tragedia, di quell'evento che diventa concreto e reale, non solamente una notizia letta sul giornale o vista in TV o su internet.
Diventa allora importante riuscire ad elaborare il vissuto che ci sommerge, che ci costringe a riflettere e che ci crea un terribile groppo alla gola perché ci trasforma in parte attiva di un processo ineludibile ed ineliminabile. Diventa importante guardare avanti e comprendere come agire per evitare che tragedie di questo genere si ripetano e si tarsformino in orrore quotidiano.
La psicologia è in grado di aiutarci a capire ma la ragione, a volte, è meno forte dell'emozione. Oggi piangiamo i morti di Genova, da domani riflettiamo su come far sì che non accadono altri disastri come questo.