Gli ultimi giorni di James Moll (presentato da Steven Spielberg)
Dott. Caterina Kertesz
Gli ultimi giorni è un documentario basato sulla storia di cinque protagonisti sopravvissuti all'Olocausto, che seguendo le loro incredibili storie di violenza subita, si pone un interrogativo: è realmente possibile rifarsi una vita?
Il documentario si basa sui racconti di queste cinque persone, costellati da violenze subite, da perdite di familiari e amici cari, e soprattutto sull'impossibilità di riuscire a capire il perché di tutta questa rabbia da parte di un folle : Adolf Hitler Scorgiamo in questi racconti un punto fondamentale; mentre le autorità tedesche li deprivavano di tutto ciò che era in loro possesso, riuscirono comunque a mantenere vivi i ricordi, la percezione di sé stessi. Ciò viene chiarito da una parte del racconto di Irene Zisblatt (ungherese) : "improvvisamente riconobbi mio padre, e la prima cosa che mi venne in mente fu di nascondermi. Faceva cosi' male vederlo con la testa rasata e l'uniforme da prigioniero. Quest'uomo che aiutava tutti, la persona più gentile del mondo. Proprio non riuscivo ad immaginarmi come si sarebbe sentito a veder noi con le teste rasate, in quegli stracci. Cosi' volevo solo nascondermi perché non mi potesse vedere. In quel momento i nostri occhi si incrociarono: E vidi le lacrime che gli scendevano giù dalle guance. Quella fu l'ultima volta che vidi mio padre. Poi mi venne in mente una cosa. Mi hanno portato via i genitori, l'identità, i miei averi: C'è qualcosa che vogliono da me. E allora ho pensato alla mia anima. Ho detto: Non riusciranno a portarmela via,la mia anima."La liberazione non fu" l'ultimo giorno ", perché i sopravvissuti uscirono dai campi di concentramento con sensazioni di rabbia, confusione, depressione. Alcuni ci hanno messo anni per reintegrarsi nella società, altri non sono mai più riusciti a sentirsi a casa propria. Renèe Fireston (cecoslovacca), racconta: "ritornare alla libertà fu molto difficile. Non sapevamo come avremmo fatto pace con il mondo esterno. E non sapevamo chi avremmo trovato e chi no:"
Nell'ultima parte del documentario vediamo i protagonisti tornare ad Auschwitz, Dachau (campi di concentramento),per ritrovare qualche frammento della loro dolorosa memoria. Tutto è cambiato, ma ognuno di loro, anche se intervistato in momenti diversi, non riesce a non commuoversi, a non provare un senso di amarezza indicibile.
Bill Basch, uno dei sopravvissuti ,tornando ad Auschwitz si domanda: "perché Dio ha permesso che sopravvivessimo ?"
Questo toccante documentario serve a non dimenticare la tragedia immane dell'Olocausto, dove donne, uomini, bambini morirono solo perché non appartenevano alla razza ariana; dove i sopravvissuti sembrano a tutt'oggi vivi solo apparentemente, ma nel loro cuore, nella loro psiche rimane un dolore immane,e un "ultimo giorno" non esiste più. Esiste solo la consapevolezza di aver vissuto il più terribile crimine contro l'umanità.