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La logica di posizione - 4^ puntata

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on . Postato in Breve corso di psicoeconomia | Letto 1476 volte

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4^ PUNTATA - LA LOGICA DI POSIZIONE

IL CASO ENEL

Tre milioni e 800 mila sono i nuovi azionisti del colosso energetico italiano, che il due novembre scorso si sono visti assegnare un pacchetto corrispondente al taglio minimo. Si tratta sicuramente di un esercito che tocca trasversalmente moltissime categorie di investitori, assai diverse tra loro, con logiche ed obiettivi indubbiamente eterogenei. Si va dal fondo d’investimento professionale che ha aggiustato il portafoglio per far posto alla matricola candidata al Mib 30, fino al pensionato che ha voluto saggiare questa nuova forma di investimento, tanto decantata dai mass media.

Le finalità dell’investimento.

Per l’investitore istituzionale si trattava di inserire stabilmente le azioni Enel nel proprio giardinetto titoli, al fine di replicare, secondo le percentuali di propria competenza, il benchmark del mercato: questo termine sta ad indicare l’indice, il settore o il parametro sintetico sul cui andamento verranno effettuati i confronti con la performance del fondo stesso (ad esempio se si trattasse di un fondo azionario che investe in titoli delle comunicazioni, il benchmark sarebbe rappresentato dall’andamento del settore che raggruppa le azioni delle società di comunicazione, informatiche, ecc.: ne consegue che verrà considerato un buon fondo se sarà in grado di fare meglio del proprio benchmark, altrimenti verrà giudicato negativamente).

Come potete facilmente capire, la necessità di un fondo d’investimento d’inserire un titolo grosso ("che fa indice") come le Enel, risponde ad un’esigenza innanzitutto tecnica.

Per il pensionato, l’impiegato, o il piccolo risparmiatore, la finalità dell’investimento spesso riveste un ruolo speculativo, anche se questo non vale ovviamente per tutti. Quello che resta innegabile è la speranza di molti nuovi azionisti di realizzare un grande profitto immediatamente, al momento della prima quotazione, come è successo in molti altri casi precedenti.

Il prezzo di assegnazione delle Enel è stato di 4,3 euro (indicato dalla freccia nel grafico): vediamo com’è andata in seguito:

 

tabella borsa

 

Come potete osservare, dopo un breve exploit iniziale le Enel hanno cominciato a scendere fino a scivolare sotto il prezzo di collocamento. Esaminiamone insieme le ragioni.

Le ragioni dell’ingessatura delle Enel

La prima reazione psicologica del mercato è stata la delusione. Molti investitori certi di portare a casa un lauto guadagno in poche ore, sono stati presi in contropiede dalla partenza tiepida del titolo e hanno dovuto raffreddare i "bollenti spiriti" di fronte all’evidenza dei fatti. E’ stata una sensazione che ha determinato un impatto sicuramente negativo: ricordiamo che la delusione è un fattore emotivo con un forte potere di influenzare la decisione finale di vendere.

Dal lato dell’offerta.

L’azione non ha realizzato il boom sperato per diversi motivi: intanto è stata assegnata ad un prezzo elevato, il più alto all’interno della forbice predeterminata; poi, come se non bastasse, a vendere, sono stati anche gli stessi investitori istituzionali che avevano precedentemente ottenuto le azioni con lo sconto, lucrando così il valore dello stesso; inoltre, ed è il motivo più importante, le Enel sono rimaste al palo proprio perché, paradossalmente, sono state assegnate a tutti coloro che ne avevano fatto richiesta! Quando anche l’ultimo investitore interessato al titolo sarà salito sull"autobus del mercato", sarà giunto il momento di scendere per tutti! (Come guadagnare in Borsa con la psicologia).

A mio parere, il successo di un’offerta pubblica di vendita (OPV), non dipende solo dalla bontà della società che sta per quotarsi, ma anche dal tipo di rapporto che esiste tra il quantitativo di azioni emesse e l’effettiva richiesta del mercato. Deve esistere uno squilibrio tra domanda ed offerta (con una netta prevalenza della prima) affinché il prezzo di qualsiasi cosa possa salire: non dimenticatelo mai!

Dal lato della domanda

Ad acquistare le Enel sono stati diversi investitori istituzionali che hanno puntato sulle possibilità di crescita del colosso energetico, e le hanno rastrellate dalle mani dei piccoli risparmiatori che se ne stavano liberando con tanta fretta; inoltre, ci sono stati e ci sono ancora oggi (16 novembre) gli acquisti messi in campo dalla società sponsor del collocamento, che per legge deve sostenere il titolo per i primi 30 giorni, realizzando una sorta di "salvagente di prezzo".

Così, se le Enel salgono, gli investitori delusi ne approfittano per venderle al prezzo di pareggio più le commissioni, se invece scendono interviene lo sponsor, oltre agli investitori istituzionali che le stanno accumulando. Conclusione: per il momento il titolo è ingessato.

Impariamo ad utilizzare la psicoeconomia

Se ricordate le tabelle delle puntate precedenti ora vi dimostrerò che sono uno strumento operativo per realizzare delle previsioni.

Avevamo detto che innanzitutto è importante analizzare i fattori trend e velocità, e successivamente il fattore tempo.

Il trend e la velocità

Nelle prime ore di contrattazioni si è verificato un rialzo veloce fino a 4,36/7 euro, che si è ridotto lentamente ma inesorabilmente, senza nemmeno dare il tempo di prenderne coscienza. Quel livello di 4,36/7 euro non è stato recepito e metabolizzato dal mercato, perché è stato toccato per un breve periodo: anche per questo motivo non si sono create le aspettative di un ritorno a tale livello.

Il tempo

Il perdurare del prezzo per due settimane sul livello di circa 4,28 euro ha permesso al mercato di assorbire questo dato come valore di riferimento per le azioni Enel. Questa è una conclusione molto importante.

Se in futuro l’azione dovesse scendere gli investitori sarebbero restii a vendere perché vorrebbero uscire in pareggio: non avrebbero alcuna intenzione di sommare alla delusione del mancato rialzo anche quella della perdita-beffa! Voi come vi ritenete? Siete un po’ orgogliosi? Allora probabilmente farete fatica a vendere.

Se invece dovesse esserci un rialzo da 4,28 verso quota 4,5, tale livello potrebbe essere psicologicamente acquisito dagli operatori come nuovo livello di prezzo, solo se tenesse abbastanza a lungo in termini di tempo, altrimenti sarebbe possibile un nuovo arretramento a 4,3 euro.

 

 


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