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Il tumore infantile: effetti fisici e mentali

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Il tumore infantile rappresenta un'enorme sfida sia per il piccolo paziente che la sua famiglia. A partire dagli effetti collaterali prodotti dal trattamento per il cancro, si analizzeranno i cambiamenti cerebrali da esso indotti e gli effetti sulla salute mentale.

di Giorgia Lauro

Il tumore infantile effetti fisici e mentaliMolte forme di cancro infantile sono passate dall'essere una condanna a morte ad una malattia curabile.

Grazie ai progressi nei trattamenti, il tasso di sopravvivenza globale per i tumori infantili è aumentato dal 10% di qualche decennio fa a quasi il 90% di oggi.

Ciò significa che entro il prossimo anno circa un milione di sopravvissuti al cancro infantile vivranno negli Stati Uniti.

Con più bambini sopravvissuti, tuttavia, è diventato sempre più chiaro che il cancro e i trattamenti successivi, come la chemioterapia o la radioterapia, possono avere effetti negativi a lungo termine che vanno oltre i problemi fisici come perdita di capelli, dolore e disabilità fisica.

In effetti, il cancro infantile ed il suo trattamento possono avere effetti dannosi sullo sviluppo del cervello, causando problemi di attenzione, memoria e linguaggio, e anche depressione e ansia.

Basandosi su studi che utilizzano la neuroimmagine per esaminare la struttura e la funzione del cervello, alcuni ricercatori suggeriscono che i trattamenti necessari per salvare la vita dei bambini possono essere dannosi per lo sviluppo neurale.

Tuttavia, il cancro e il suo trattamento non sono gli unici fattori dannosi da considerare.

Il cancro infantile è estremamente stressante, per il paziente e per tutta la famiglia. Lo stress inizia al momento della diagnosi, quando le famiglie si trovano di fronte all'enorme carico di comprendere la malattia e le condizioni mediche, e affrontano la possibilità della morte del bambino in giovane età.

La vita familiare viene sconvolta dal fatto che le famiglie lottano con una “nuova normalità” che consiste in frequenti visite ospedaliere, schiaccianti spese mediche ed un futuro discutibile.

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A questo si aggiungono le procedure mediche stressanti e talvolta dolorose. Il trattamento per i tumori infantili è spesso più intenso rispetto ai tumori negli adulti, in parte perché la malattia progredisce più rapidamente, ma anche perché i corpi dei bambini possono tollerare maggiormente, rispetto agli adulti, il trattamento.

Ciò si traduce però nel fatto che gli effetti collaterali del trattamento – nausea, affaticamento, diarrea, vomito e perdita di capelli - possono anche essere più gravi.

La transizione verso la sopravvivenza porta con sé un nuovo bagaglio di sfide: dal riadattamento alla vita familiare, al rientro a scuola dei bambini e nei contesti sociali. I bambini possono essere indietro di anni a scuola e devono adesso affrontare problemi di attenzione e memoria duraturi, così come perdita dell'udito e altri limiti fisici.

C'è una costante paura della ricaduta che lascia in guardia le famiglie – “è normale il mal di testa?”.

Ovviamente, accanto agli effetti dei trattamenti contro il cancro sullo sviluppo del cervello, bisogna prendere in considerazione l'impatto del cancro infantile come un'esperienza stressante e potenzialmente traumatica.

Gli effetti psicologici a lungo termine dei trattamenti intensivi contro il cancro nei bambini sono stati oggetto di studio sin dagli anni '80. In generale, i pazienti affetti da cancro infantile affrontano psicologicamente bene l'esperienza, ma molti riferiscono ansia, depressione e persino stress post-traumatico.

Tra i bambini affetti da cancro, la ricerca suggerisce che specifici sintomi di stress post-traumatico si verificano più frequentemente dell'intero spettro del disturbo da stress post-traumatico e possono interessare quasi il 75% dei giovani durante o dopo il trattamento.

Esiste una variabilità sostanziale, con alcuni studi che suggeriscono che il rischio di vita percepito o i fattori clinicamente correlati - ad esempio, la durata della degenza ospedaliera, la recidiva, l'intensità del trattamento - sono associati a sintomi di stress post-traumatico più gravi.

I sintomi di stress post-traumatico possono includere incubi o flashback, il desiderio di evitare persone, luoghi o cose associate all'esperienza, una difficoltà a provare emozioni, sentirsi indifesi, distanti o isolati dagli altri, e sentirsi ansiosi o facilmente spaventati. Questi sintomi possono essere avvertiti dai bambini, dai loro genitori e dai fratelli.

Sebbene gli effetti psicologici del cancro siano stati riconosciuti da diversi decenni, d'altra parte, la modalità con cui gli aspetti stressanti e potenzialmente traumatici del cancro infantile influenzino lo sviluppo cerebrale è stato ampiamente ignorato.

Questo nonostante prove convincenti che stress e traumi vissuti durante l'infanzia possono alterare in modo significativo il sistema nervoso in via di sviluppo. I cambiamenti nello sviluppo neurale possono durare per tutta la vita e aumentare il rischio di una serie di problemi di salute fisica e mentale nel lungo periodo.

In effetti, diversi studi hanno dimostrato che il trauma infantile – ad esempio, violenza, abuso o negligenza - è estremamente comune, con oltre il 50% di adulti che riferiscono esposizione a una o più forme.

Gli studi hanno anche identificato il trauma infantile come principale fattore di rischio per problemi di salute fisica e mentale tra cui cancro, malattie cardiache, depressione e suicidio.

Queste sono le principali cause di morte e disabilità in tutto il mondo. La ricerca neuroscientifica ha dimostrato che alcune regioni del cervello possono essere più suscettibili a stress e traumi durante l'infanzia.

Precedenti ricerche dimostrano che regioni del cervello come l'ippocampo (coinvolto nell'apprendimento e nella memoria), l'amigdala (coinvolta nel funzionamento emotivo) e la corteccia prefrontale (coinvolta nell'attenzione e altre funzioni esecutive di ordine superiore) sono alterate in individui esposti a traumi infantili.

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Poiché queste regioni cerebrali continuano a svilupparsi durante l'infanzia, possono essere particolarmente sensibili a stress, traumi o chemioterapia. Pertanto, bisogna considerare il “doppio successo” dei trattamenti contro il cancro e gli aspetti stressanti e potenzialmente traumatici di tale esperienza sullo sviluppo del cervello.

Bisogna quindi riconoscere che il cancro infantile non è solo una malattia fisica ma anche mentale. Aiutare le famiglie a far fronte a queste esperienze stressanti dovrebbe essere una priorità durante il trattamento.

Tuttavia,il supporto psicologico e/o psicoterapeuti è a volte inadeguato negli ospedali. Questo personale non si trova infatti in ogni ospedale e non vedono le famiglie con una certa ciclicità.

Le famiglie hanno anche riferito che il supporto che ricevono diminuisce enormemente quando il bambino completa il trattamento, lasciandoli con poche risorse per affrontare i nuovi fattori di stress derivanti dal ri-adattamento alla vita normale.

Pertanto, oltre a spingere per le cure per il cancro, bisognerebbe promuovere il sostegno psicologico come standard di cura per il cancro infantile e adulto.

Ciò significa avere un team di psicologi, psico-oncologi, psicoterapeuti, assistenti sociali che può sostenere la famiglia in ogni fase del percorso. In questo modo si potranno così strutturare modalità di assistenza atte a prevenire danni a lungo termine.

Il gruppo di ricerca della Wayne State University sta cercando di trovare nuovi metodi basati sull'evidenza per aiutare i bambini a rendere più sani e resilienti i loro cervelli.

Ad esempio, stanno attualmente effettuando studi di neuroimmagine per testare se una terapia di arti marziali, “Kids Kicking Cancer”, può ridurre il dolore e promuovere uno sviluppo sano del cervello.

Poiché il cervello è più plastico durante lo sviluppo, non solo è più sensibile ai trattamenti contro il cancro e lo stress, ma può anche essere più ricettivo rispetto a tutto l'aiuto che possiamo fornire.

 

A cura della Dottoressa Giorgia Lauro

 

 

 


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