Progetto Clinico-Scientifico sull'autismo a Vicenza
Il Progetto è stato richiesto dall'U.L.S.S. di Vicenza, dalla Fondazione per le malattie rare di Vicenza e dall'Associazione ANGSA - Veneto.
Gli scopi del Progetto sull'autismo nel Vicentino sono: la soluzione dei problemi degli autistici presenti sul territorio, lo sviluppo degli strumenti diagnostici per la diagnosi e per l'intervento, la formazione dei professionisti che operano sul campo e la prevenzione dei disagi delle persone con autismo e delle loro famiglie.
Il Progetto proposto prevede:
a) La formazione dei professionisti e la costituzione di una équipe pluridisciplinare;b) la realizzazione di un protocollo diagnostico (diagnosi differenziale);
c) la realizzazione di un protocollo di intervento (intervento cognitivo comportamentale e psico educativo);
d) la misurazione degli effetti dell'intervento e
e) la prevenzione.
Formazione
La formazione del personale coinvolto include due punti essenziali: la formazione informativa e la formazione pratico - clinica. Tutti i professionisti che compongono un équipe pluridisciplinare per un lavoro di questo tipo riceveranno una corretta informazione sulle cause e sull'intervento che oggi ha maggiore efficacia. Si ipotizza che la conoscenza dei dati delle varie discipline e la multidimensionalità possano facilitare il lavoro dell' équipe. La dimensione informativa riguarda l'uso delle informazioni presenti sull'autismo, come l'incidenza, le cause, le classificazioni internazionali, ecc.
La dimensione formativa è molto più profonda e richiede la presenza di uno specialista (dott. Goran Dzingalasevic) che farà il consulente dell' équipe pluridisciplinare e darà la direzione dello sviluppo dei lavori. Ogni singolo campo professionale è protetto dall etica professionale di ciascun professionista.
Equipe pluridisciplinare
Il gruppo sarà composto dai vari specialisti che riceveranno la formazione adeguata e saranno subito operativi dopo le prime lezioni teoriche. Gli specialisti (incaricati dalle varie strutture e con la motivazione di partecipare ad un Progetto di questo tipo) saranno i seguenti: neuropsichiatra infantile, neurologo, psicologo, pedagogista e logopedista. Il gruppo avrà il compito di effettuare le applicazioni pratiche degli strumenti diagnostici.
Diagnosi differenziale
La diagnosi differenziale riguarda un protocollo diagnostico composto da varie indagini organiche e psichiche:
- Valutazione genetica
- Valutazione metabolica
- Valutazione neurologica
- Valutazione neuropsichiatrica
- Valutazione neuropsicologica
- Valutazione psico educativa
- Valutazione allergologica
- Valutazione immunologica
- Valutazione alimentare
Le varie valutazioni saranno effettuate nell'Istituto Bascherotto con la collaborazione dell'Università di Padova. Tutti i dati saranno raccolti dagli operatori e depositati nella direzione che elaborerà i dati a scopo clinico - scientifico. I dati elaborati serviranno a creare un Programma di intervento individualizzato e a misurare gli effetti del lavoro svolto.
Protocollo d'intervento cognitivo comportamentale
Questo protocollo prevede un intervento pratico con l'aiuto degli operatori in tutti i luoghi frequentati dal bambino. Saranno usate tutte le strategie apprese durante la formazione basate sul modello T.E.A.C.C.H. (adattato alla realtà italiana) e finalizzate ad un intervento mirato.
Misurazione degli effetti dell'intervento
I dati raccolti all'inizio dei lavori del Progetto saranno confrontati con i dati raccolti alla fine dell'intervento. Questa elaborazione porterà eventuali modifiche nelle modalità dell'intervento.
Prevenzione
La prevenzione comporta una preparazione dei pediatri e dei medici di famiglia che dovranno essere in grado di riconoscere eventuali sintomi autistici precoci e di segnalare i casi all'équipe pluridisciplinare. I casi poi passeranno all'équipe che farà la diagnosi precoce e differenziale. La prevenzione e l'intervento precoce includono anche una diminuzione dei problemi comportamentali spesso presenti nell'età scolastica dei ragazzi autistici e di conseguenza una diminuzione della presenza di personale paramedico e scolastico a scuola. I miglioramenti realizzati a scuola si rifletteranno nella vita privata e nella vita futura delle persone con autismo che avranno sempre meno bisogno di assistenza.
Conclusioni
Il Progetto così concepito è stato già sperimentato a Treviso (Delibera N°178 del 15.01.1998.). Il Progetto di Vicenza coinvolge varie strutture: sanitaria, sociale, scientifica (Università di Padova) e culturale (Associazioni di volontariato). Ogni parte del Progetto può essere svolto singolarmente e tutti i dati raccolti si possono integrare in un luogo accessibile a tutti. Per un Progetto di questo tipo si ipotizza una durata massima di cinque anni e minima di tre anni. Il Progetto garantisce un risparmio delle risorse economiche delle strutture coinvolte poiché prevede un recupero dei ragazzi autistici che farà diminuire il bisogno di assistenza nel futuro.
Un ulteriore vantaggio deriverà dalla creazione dei professionisti che potranno svolgere un lavoro specifico anche per altri tipi di disturbi. In Italia ci sono pochissimi protocolli diagnostici e di intervento. Un Progetto di questo tipo collocherebbe Vicenza tra le poche città che possiedono un metodo all'avanguardia nel settore.
Modelli teorico pratici di riferimento:
Progetto T.E.A.C.C.H., Progetto Opledingscentrum, ecc.
Progetto Treviso (dott. Dzingalasevic), Progetto della Regione Emilia Romagna (dott. Caffo, dott. Nardocci, dott. Dzingalasevic, dott.ssa Della Vecchia), Progetto dell'Osservatorio sull'autismo della Regione Lombardia (dott. Palazzi).
Dott. Goran Dzingalasevic
psicologo, psicoterapeuta
Ospedale Ca'Foncello - Treviso