Sostenere l'autostima degli adolescenti. Pillole pratiche per genitori ed insegnanti
Riflessioni sul tema della responsabilizzazione, educazione all’errore ed ascolto attivo. Tre strumenti straordinari per mantenere dei buoni livelli di autostima negli adolescenti.
di Francesca Mangano
L’ autostima si comincia a costruire fin dai primissimi anni di vita e rappresenta il valore che ogni individuo attribuisce a sé stesso. Non è qualcosa di pre-esistente, né di completamente presente o assente.
L’autostima si costruisce giorno dopo giorno attraverso i rimandi continui che le persone significative forniscono ai bambini ed adolescenti e attraverso le esperienze positive di efficacia che gli stessi sperimentano nel corso della crescita. I genitori, i fratelli, i nonni, i parenti e più tardi il gruppo dei pari e ed insegnanti plasmano e contribuiscono all’idea che bambini ed adolescenti hanno di sé stessi.
I fattori che contribuiscono allo sviluppo e mantenimento di una buona autostima nei bambini ed adolescenti sono:
- I successi, ovvero la sensazione di essere riusciti in qualcosa.
- L’autoefficacia, ovvero il senso di competenza e la percezione di sentirsi capaci di fare.
- L’accettazione del gruppo, ovvero il senso di apprezzamento da parte del gruppo dei pari e delle persone significative.
- La soddisfazione, ovvero la sensazione che deriva dalla realizzazione delle proprie potenzialità.
L’autostima negli adolescenti si fonda in particolar modo sul rimando del gruppo dei pari e molto meno su quello dei genitori ed insegnanti. Ma anche gli adulti in questa fase di sviluppo hanno un ruolo fondamentale. Cosa possono fare dunque genitori ed insegnanti per aumentare il senso dell’autostima negli adolescenti?
Per prima cosa è necessario ricorrere al concetto della responsabilizzazione. È importante che gli adolescenti vengano responsabilizzati e non trattati come bambini. Cosa significa responsabilizzare? Assumersi e accettare le conseguenze delle proprie azioni, dei propri comportamenti, delle proprie emozioni e dei propri pensieri, siano esse positive e piacevole che negative e spiacevoli.
Questo contemporaneamente necessita che gli adulti di riferimento abbassino il controllo su di loro, permettendogli così non solo di sentirsi capaci ed utili, ma anche di sperimentare la percezione di autoefficacia. In questo periodo specifico di emergenze dal COVID19, ad esempio, i genitori ed insegnanti possono coinvolgerli, a seconda degli interessi individuali e specifici dei ragazzi, in attività che riguarda la casa o la scuola.
Ad esempio è possibile chiedere loro di ricevere un aiuto per gli aspetti tecnologici e digitali, in cui tra l’altro sono molto capaci, piuttosto che farsi dare una mano nella riorganizzazione degli spazi, pulizia degli ambienti o preparazione dei pasti. Se ascoltate gli adolescenti e sentite le loro proposte vi potranno aiutare in molti modi e contemporaneamente permetterete loro di sentirsi importanti, utili ed efficaci.
Secondariamente è buona prassi che gli adulti di riferimento incentivino gli aspetti riflessivi e metacognitivi degli adolescenti. E’ importante aiutarli a riflettere su sé stessi, sugli altri e sul mondo. Avere un pensiero su di sé, sugli altri e sull’ambiente che li circonda permette loro di imparare ad esprimersi meglio e non ultimo di sentirsi più sicuri. Per raggiungere questo obiettivo, creare un clima di ascolto è il primo passo fondamentale da intraprendere.
L’ascolto non deve essere giudicante, ma empatico ed attivo, altrimenti si rischia di chiudere il canale comunicativo e porre delle barriere che impediscono il passaggio e la trasmissione dei contenuti della comunicazione.
Per ascoltare gli adolescenti basta porre delle semplici domande, prendendo ad esempio spunto da fatti quotidiani che sentiamo in questo periodo di emergenza ed isolamento. Possiamo chiedere loro: Che opinione hai di questa cosa? Cosa ne pensi tu? Come ti fa sentire questa cosa? Cosa pensi di questo comportamento?
Infine è bene fare alcune riflessioni sulla scuola. La scuola è un ambiente giudicante che mette in crisi molti ragazzi di oggi. Compito delle figure educative, in questa fase, è evitare l’identificazione del valore personale con il voto in pagella. Gli errori sono un’opportunità per apprendere e migliorare. Quello di sbagliare è un diritto. Chi sbaglia e rimedia ha la possibilità di imparare qualcosa di nuovo, a differenze di chi è convinto di essere immune dal commettere errori. Poter fallire e ritentare consente ai ragazzi di acquisire la percezione di controllo della situazione.
I genitori, gli insegnanti e gli educatori non devono pertanto sostituirsi ai ragazzi per evitare loro di fallire, altrimenti si impedisce lo sviluppo dell’autonomia e dell’autostima. Si può invece aiutarli a trovare un metodo di studio efficace, ad organizzare il tempo da dedicare alle attività di studio e alle attività piacevoli e, fattore più importanti, educarli all’errore e al fallimento. Questo gli permette di imparare a tollerare la frustrazione e a sentire che i loro sforzi non sono vani.
References
- Lucangeli D., Cinque lezioni leggere sull'emozione di apprendere. Erickson, Trento, 2019
- Plummer D., La mia autostima. Attività di sviluppo personale per una buona immagine di sé. Ed. Erickson, Trento, 2002.
- Gordon T., Relazioni efficaci. Come costruirle. Come non pregiudicarle. La meridiana, 2005
- Intervista TG1, Parolin L., Trasformare l'incertezza in curiosità. TG1, 21/4/2020. https://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-5c86c66b-0546-47b7-afa4-0a9f62aa009c-tg1.html
(Articolo a cura di Francesca Mangano, psicologa psicoterapeuta)
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