Crudeltà. I racconti del narcisismo. Intervista a Nicola Ghezzani
Nicola Ghezzani ha deciso di affiancare alla sua copiosa produzione scientifica, pur rimanendo nel solco della sua quotidianità, un libro di racconti incentrati su di un tema molto particolare: il narcisismo. Psiconline.it ha deciso di intervistarlo.
Nicola Ghezzani, è uno psicologo clinico, psicoterapeuta e formatore alla psicoterapia. E’ fondatore e Presidente della SIPSID (Società Italiana di Psicologia Dialettica) ed ha una incredibile capacità di scrittura che lo rende particolarmente prolifico, a totale vantaggio dei suoi lettori. Ha scritto saggi di psicologia e psicoterapia fra i quali Volersi male (2002), La logica dell’ansia (2008), L’ombra di Narciso (2017), La vita è un sogno (2018), Relazioni crudeli (2019).
Oltre al lavoro clinico e teorico, si è occupato del rapporto fra psiche, vocazione personale e creatività. Artista dall’adolescenza, scienziato fin da bambino, unisce alla vocazione clinica una passione per la ricerca che lo spinge a indagare i confini della psiche con gli strumenti dell’immaginazione e della creatività.
Alle numerose opere scientifiche pubblicate con Melusina, FrancoAngeli, Marietti e Sonzogno, dove tratta in particolare i temi dei disturbi emotivi e ansiosi, della vita affettiva e amorosa, della creatività, della vocazione personale e della funzione sociobiologica ed evoluzionistica della personalità plusdotata adesso ha deciso di affiancare qualcosa di diverso, pur se nel solco del suo lavoro e delle sue conoscenze, scrivendo una raccolta di racconti: Crudeltà. Racconti del narcisismo, edita da Segmenti, che diventa così la sua prima importante opera letteraria.
Lo incontriamo in un bar di Trastevere, antico e suggestivo quartiere della Capitale, in un pomeriggio del caldo ottobre romano circondati dai suoni e dai rumori di una città perennemente indaffarata eppure sostanzialmente indolente e rotta a qualsiasi esperienza. E questa atmosfera così particolare ci predispone gradevolmete al confronto delle idee e, da parte dell'autore, alla self-disclosure, meccanismo che ci aiuta a comprendere il contenuto ma anche le motivazioni che sottendono alla scrittura di un'opera come quella di cui stiamo per parlare.
Caro Nicola, Come nasce questa raccolta di racconti e qual è il significato del titolo?
Come sai, la mia vita è dedicata alla psicoterapia. L’attività di un clinico che crede nel suo lavoro è orientata da una vocazione: la vocazione a migliorare la vita altrui. Quando siamo di fronte ai nostri pazienti ne vediamo i travagli, le sofferenze, che spesso coincidono con conflitti e debolezze morali. Ma allo stesso tempo vediamo le loro migliori potenzialità, il loro più vero Sé, sostanzialmente positivo.
Bene, in questi racconti mi sono chiesto: e se queste persone, che io cerco di dirigere verso la salute, non avessero incontrato un terapeuta e avessero proseguito nel loro tragitto di sbandamento morale, quale destino avrebbero avuto?
Poiché non posso volere il male dei miei pazienti, per rispondere a questa domanda ho dovuto creare dei personaggi. Costoro sono impregnati di crudeltà, invidie, avidità, slealtà; oppure al contrario sono vittime predestinate di soggetti crudeli che, mascherati da amici o da partner, ne succhiano la vita fino a logorarli e ucciderli.
Questi racconti sono “l’altro lato” della mia attività di psicoterapeuta, il suo lato in ombra.
In questo senso, i miei personaggi fanno da specchio alla realtà quotidiana, quella realtà che ignora o rifiuta la riflessione psicologica e morale, e sopravvive a se stessa immersa nell’apatia morale o nella sofferenza. In questo scenario mondano, i caratteri morali che dominano sono due, uno è la crudeltà, l’altro è il suo reciproco, cioè l’innocenza violata.
Qual è il filo conduttore di questi racconti?
Il filo conduttore è la “sospensione”: il momento fatale in cui possiamo scegliere se fare una cosa e rovinarci la vita, moralmente o materialmente, oppure intravedere un altro destino, che mette in una luce diversa e migliore la nostra identità.
C'è un racconto o un personaggio che ti ha particolarmente coinvolto?
Devo ammettere che i miei personaggi li amo tutti, sia i personaggi positivi che quelli negativi. Anche quelli negativi sono necessari, perché incarnano una possibilità umana, una possibilità inerente la libertà.
Però, se posso esprimermi in favore di qualcuno, sono tre i personaggi che amo di più: il primo è Martina, la bambina che compare nell’introduzione alla raccolta. Una bambina “gifted”, dotata, piena di emozione e di fantasia, che avrebbe potuto compiere una scelta distruttiva della sua umanità e invece si salva. Un’altra è Maddalena, una ragazza “ventosa”, sciroccata, immersa nel suo inconscio, il cui destino è per me come una ferita ancora aperta. Infine, il terzo è Marco, il protagonista del primo racconto, un uomo maturo in cui adombro la funzione dello psicoterapeuta: suscitare la fantasia altrui senza esserne travolto.
Cos'è il narcisismo e chi è il narcisista?
Il narcisismo è una struttura caratteriale patologica. Presenta diverse gradazioni, dalla semplice ma insistita vanità, che nasconde una enorme insicurezza, fino alla crudeltà sadica e distruttiva. È il carattere dominante nel mondo contemporaneo, nel quale l’apparire conta più dell’essere, l’immagine artefatta più della vita autentica, l’invidia più della lealtà. l’invidia, in particolare, è il sentimento oggi dominante, perché ognuno guarda a ciò che l’altro ha o è e, se ritiene di non poterlo raggiungere, desidera la sua distruzione. In questa realtà sociale ognuno diventa il rivale e il competitore dell’altro, e qualunque argomento è buono pur di vincere la partita. Lo osserviamo nei sempre più frequenti conflitti sui social e sui media, dove domina la slealtà e non si risparmiano colpi.
Per alcuni autori, il narcisismo è una forza vitale comune a tutti, che ci spinge ad amarci e a maturare e che solo in alcuni casi diventa patologica. Io invece penso che sia sempre patologica, e riservo alla forza che ci spinge ad amarci e a maturare il termine “individuazione”. Quindi nella persona malata da un lato c’è il masochismo, dall’altro il narcisismo; nella persona sana da un lato c’è l’amore, dall’altro l’individuazione.
Nel tuo libro quali spunti di riflessione può trovare il lettore? A chi ne consiglieresti la lettura?
I miei personaggi seguono delle traiettorie ordinarie, commettono degli errori molto comuni, il cui effetto è la rovina. Il merito che sento di attribuire ai miei personaggi è che essi ci aiutano a capire la natura ambigua e sottile dei nostri sbagli e, allo stesso tempo, il momento di sospensione nel quale possiamo prendere la direzione giusta.
Quindi consiglio la lettura di questo libro a tutti coloro che vivono situazioni morali o sentimentali ambigue – forse tutti noi – e che sentono il bisogno di maturare una personalità in grado di compiere le scelte più sane.
Chi fa la scelta giusta scopre non solo che la vita ha senso e può essere felice, ma anche che, lungi dall’essere insignificante, ciascuno di noi è investito di un compito straordinario, che ci fa appartenere al mondo in un modo unico e irripetibile.
Ci fermiamo qui per non rubare altro tempo sia a Nicola Ghezzani che ai nostri lettori ma la sensazione, salutandoci con cordialità e reciproca stima e simpatia, è che pur in così poco tempo sia venuto davvero fuori il desiderio profondo che ha spinto un clinico come lui a volersi cimentare in qualcosa di così diverso e particolare dalla scrittura scientifica e professionale. Nella finzione del romanzo possiamo proiettare parti di noi e sublimarle efficacemente e piacevolmente.
Buona lettura!
Intervista a cura di Luigi Di Giuseppe
CRUDELTA'. Racconti del narcisismo.
Nicola Ghezzani
2020, Segmenti Editore, € 12.00
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