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M. Sclocco. Una psicologa Assessore regionale alle Politiche Sociali in Abruzzo

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Psiconline intervista Marinella Sclocco, psicologa e Assessore alle Politiche Sociali della Regione Abruzzo, prima della conclusione del proprio mandato. La psicologia può essere un plus per la politica e può migliorarla? Leggiamo insieme le risposte.

M. Sclocco. Una psicologa Assessore regionale alle Politiche Sociali in AbruzzoMarinella Sclocco è una psicologa, è psicoterapeuta e si occupa di psicologia da tanto tempo (qui la sua nota biografica) ed ha, ai nostri occhi, una particolarità che la rende diversa: è, da ormai 5 anni, Assessore alle Politiche Sociali della Regione Abruzzo.

Nella sua duplice veste di professionista della psicologia e di politico abbiamo voluto intervistarla per comprendere le motivazioni che hanno sotteso e tuttora sottendono questa scelta così particolare.

Iniziamo subito con le domande, per cercare di andare in profondità (come è nel nostro lavoro) e capire le esigenze complesse che spingono a coinvolgersi nella quotidianità politica.

In genere siamo abituati, come psicologi e/o psicoterapeuti, ad immaginare una tendenziale neutralità rispetto a tutto quello che ci circonda, sia esso politico che religioso e/o sociale.
Nel rispetto dell'altro tendiamo a nascondere o a non sottolineare apertamente le nostre scelte intime. Come mai tu hai scelto invece di farle emergere e coinvolgerti politicamente?

Dopo essere stata a lungo con gli Scout, ho deciso di continuare il mio servizio nella società candidandomi la prima volta: crescere in un quartiere difficile mi ha fatto capire che prestare servizio e scendere in campo nella politica mi avrebbe permesso di cambiare le cose. Nel tempo ho maturato una grande consapevolezza: ho imparato che solo insieme si cambia e si cambiano le cose.

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Da psicologa, facendo fede proprio al codice deontologico, so che sono tenuta ad essere responsabile anche della società. Abbiamo l'obbligo di utilizzare le nostre competenze psicologiche per promuovere il benessere della comunità e non solo del singolo. La neutralità dell'intervento sul paziente significa mantenere l’imparzialità del giudizio clinico. Per questo, se è vero che nella vita di tutti i giorni, farsi delle opinioni ed esprimerle aiuta a risolvere molte situazioni, essere allenati alla sospensione del giudizio “per mestieremi ha aiutato ad aprirmi all'ascolto e a non cadere in conclusioni affrettate, sia nella vita quotidiana che nell’impegno politicoE questo è stato fondamentale, per riuscire ad essere davvero utile alle persone e restare al loro servizio ogni giorno.

Hai scelto, fra l'altro, di stare dalla parte "progressista" dello schieramento politico. E' la tua formazione personale o quella professionale che ha orientato questa decisione?

Sicuramente sì, ma non solo. Al di là della formazione e della professione, credo che la vita, in qualche modo, trovi il suo senso nell’essere progressisti. Se il progressismo è ricerca dell’evoluzione della società, facilitare il progresso utile in termini istituzionali, sociali, economici e politici è ciò per cui tutti dovremmo rimboccarci le maniche. Lavorare affinché vi siano riforme e iniziative capaci di promuovere il rinnovamento e la crescita è un percorso da intraprendere, la via per assicurare il benessere comune e la piena realizzazionedi sé, sia come individui che in quanto comunità.

Quale il valore aggiunto del tuo essere psicologa? Ti ha aiutato? Ti ha limitato?
Se ti ha aiutato, come? E Se ti ha limitato, come?

La conoscenza di se stessi e degli altri, la formazione psicologica e la pratica terapeutica di certo offrono degli strumenti di lettura in più nella comprensione di quello che accade e nella capacità di accogliere le persone e capire i loro bisogni. Credo che la mia professione mi abbia aiutato molto nel mio impegno politico, soprattutto accrescendo la mia intelligenza emotiva e la capacità di entrare in relazione empatica con i cittadini

L’empatia attualmente è una parola che va molto di moda, ma spesso se ne sottovaluta l’importanza: da professionista è essenziale nel rapporto con il paziente e come "strumento terapeutico";nella quotidianità facilita enormemente le relazioni e la loro tenuta, anche in situazioni più critiche.

Nella Regione Abruzzo hai un ruolo importante perché sei Assessore alle Politiche Sociali e quindi il motore del miglioramento possibile e del cambiamento delle persone disagiate. Il tuo essere psicologa ti ha aiutato, orientato nelle tue scelte oppure la politica ha prevalso?

Come assessore, nel mio impegno quotidiano la dimensione che ha prevalso è stata quella dell’umanità. Ho messo al primo posto le persone, i cittadini, senza lasciare indietro nessuno. La politica è essenzialmente mettersi al servizio dei cittadini e questo è stato il mio scopo in questi anni. Sicuramente essere psicologa mi ha aiutato molto, ma anche il mio modo di intendere la politica è stato importante nell’assicurare le pari opportunità, i diritti dei più deboli, il sostegno ai giovani, agli anziani, alle famiglie e alle donne

La nostra professione è ancora alla ricerca di un ruolo sociale concretamente definito, fra sanità e altro. Oggi la Legge ci pone definitivamente nel campo sanitario e ci affida compiti più impegnativi rispetto al passato. Cosa ne pensi? E' un vantaggio? Oppure uno svantaggio?

È assolutamente un vantaggio. Abbiamo aspettato tanto che questo accadesse e finalmente è successo. Spesso la professione di psicologo è considerata un mestiere di serie B e il riconoscimento di questa categoria all’interno del sistema sanitario permette un salto culturale di cui avevamo bisogno. È un passo in avanti enorme riconoscere che anche le ferite dell’anima devono essere curate, sebbene spesso sembrino invisibili, sebbene si creda che possano guarire da sole.

In concreto e in breve, il tuo Assessorato di cosa si è occupato in questi anni e quale il valore aggiunto dalla psicologia al tuo operare politico quotidiano?

A chi mi chiede cosa ho fatto in questi anni e dove sono stata portando avanti il mio impegno politico, rispondo spesso una cosa: che sono stata insieme agli abruzzesi. Ogni giorno, ogni ora, ogni istante, la psicologia mi ha aiutato nel prestare ascolto ai loro bisogni, ma anche nel trovare ispirazione dal loro coraggio. Lottare con e per i cittadini, affinché si potesse tendere alla prospettiva del benessere comune è stato determinanteper portare avanti quelle tante iniziative e i progetti che in questi anni hanno potuto aiutarli nel loro vivere quotidiano. Immaginare un mondo migliore per tutti noi è stato il mio punto fermo e perciò, come assessore, ho lavorato per le pari opportunità, la ricostruzione di un tessuto sociale forte, l’uguaglianza sostanziale, l’attenzione ai soggetti più deboli.

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Inoltre, mi sono impegnata per favorire le occasioni per i giovani e garantire loro un’adeguata istruzione, lottando anche contro gli stereotipi di genere senza arrendermi mai. Sono state queste le dimensioni del mio impegno nella costruzione del benessere presente e futuro della nostra comunità.

Una domanda finale. Dal tuo punto di vista e da quello che hai verificato nel concreto del tuo agire, è consigliabile che gli psicologi si coinvolgano direttamente nelle Istituzioni per orientarne fattivamente le scelte?

Essere psicologo non lede la possibilità di operare in campo sociale o d’impegnarsi in campo politico, anzi dovrebbe essere un accrescimento per tutti. È giusto che lo psicologo metta a disposizione della comunità le sue competenze ed è importante che lo faccia in maniera quanto più oggettiva possibile. Infatti non può usare il suo sapere nella società a proprio vantaggio, ma deve sempre rispettare i tre imperativi dell’onestà, della lealtà e del rispetto.

 

(Intervista a cura della Redazione)

 


NOTA BIOGRAFICA – MARINELLA SCLOCCO

Psicologa, psicoterapeuta ed esponente di Liberi e Uguali, attualmente candidata al Consiglio Regionale dell’Abruzzoè impegnata nel contesto politico abruzzese dal 1999.

Nata e cresciuta a Pescara nel quartiere Villa del fuoco, dopo la maturità classica si è laureata in Psicologia all’università “La Sapienza” di Roma. Iscritta dal 2002 all’Albo Psicologi Regione Abruzzo, nel 2018 ha ottenuto la specializzazione in psicoterapia sistemico relazionale all’I.P.R.A.(Istituto di Psicologia Relazionale Abruzzese).

Esercita la professione di psicologa come libera professionista e come docente in vari corsi di formazione.

È stata consigliera di quartiere prima e Presidente della Commissione Cultura poi, sempre nel suo quartiere. Inoltre, è stata Consigliera provinciale e Presidente della Commissione Servizi Sociali e Sanità della Provincia di Pescara. Eletta per la prima volta Consigliera regionale nel 2008, unica donna all’opposizione, è stata la donna più votata del Consiglio regionale alle elezioni del 2014, dopo le quali ha avuto la nomina di Assessore alle Politiche Sociali per la Regione Abruzzo.

In questo ruolo, ricopre per la Regione Abruzzo le seguenti deleghe: Politiche Sociali, Pari Opportunità, Associazionismo, Terzo settore e sussidiarietà, Inclusività sociale FSE, Politiche giovanili e Garanzia giovani, Diritto all’Istruzione.

Nella vita, oltre al lavoro e alla politica, è zia di Mattia e Michela, due nipoti che amo alla follia e moglie di Alfredo. Impressa sul suo braccio (l’unico tatuaggio che ha) c’è la sua citazione preferita: è una frase di Sant’Agostino, “ama e fa’ ciò che vuoi”.


 


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Tags: psicologa politica politiche sociali assessore impegno politico

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