Le scelte che non hai fatto
In questo libro non troverete grandi discorsi filosofici sulle scelte della vita, ma troverete molte storie, e uno sguardo che le attraversa, e vera scrittura. E molte apparenti digressioni, ad esempio su un piccolo Museo degli Amori Finiti, o su un documentario inglese che ha seguito nel tempo la vita di 14 bambini: perché la digressione è il mezzo di chi sa che stando ai bordi si vede il centro. Il tono di questo libro è quello del chiacchiericcio tra amiche: ma un chiacchiericcio alto, mosso, da cui emergono a poco a poco - con naturalezza - verità fulminanti.
Tutto parte da un assunto: quando facciamo una scelta - che si tratti di amore, lavoro, casa, figli - il più delle volte non è il 100% di noi a decidere: spesso, anzi, è un risicatissimo 51%. Una parte non piccola di noi continua a essere innamorata dell'uomo che stiamo lasciando, dell'appartamento da cui stiamo traslocando, del mondo che stiamo abbandonando.
Ciò a cui rinunciamo non scompare come avviene in certi film, dove il protagonista si sposa, divorzia, emigra, butta all'aria la carriera, diventa un ladro o un assassino - lasciandosi irrimediabilmente il passato alle spalle. Nella vita, le scelte che non abbiamo fatto continuano a esistere accanto a noi. Pulsano debolmente, come potenzialità inespresse. E non occorre arrivare a provare rimpianto per volere un po' di bene a quelle vite scartate per un soffio. Sono lì, a portata di mano, e può capitare persino di andare a cercarle - come succede appunto in questo libro - nelle facce e nelle storie delle persone che hanno scelto di fare proprio le cose a cui noi abbiamo rinunciato.
Per scoprire qualcosa a cui forse non eravamo del tutto preparati, perché il gioco degli specchi, si sa, non è mai scontato. «Io cercavo pezzi della mia storia, ho incontrato altre storie. E mi sono piaciute».
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