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Il cervello e la psicoanalisi

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La chiave determinante nella relazione “Mente-Corpo” è il “Cervello”, un organo straordinariamente complesso e in via di conoscenza.

cervello e psicoanalisiEsso si è sviluppato nei primati lungo un asse in maniera trina e secondo una precisa disposizione gerarchica: il “cervello dei rettili”, il “cervello dei paleo-mammiferi” e il “cervello dei neo-mammiferi”: un “cervello” in tre “cervelli” come in un tradizionale schema teologico.

Filogeneticamente la parte più antica è il “cervello dei rettili”, a cui sono ascritte funzioni vitali, la respirazione e l‘attività cardiaca, in associazione al “sistema reticolare” adibito al controllo dei livelli di attivazione autonoma e corticale.

Il “cervello dei paleo-mammiferi” è meno primitivo e anatomicamente intermedio; esso è costituito dal “sistema limbico” o “cervello viscerale”, esplica funzioni autonome di natura neuroendocrina legate all’autoconservazione e alla conservazione della Specie, è deputato all’elaborazione e all’espressione delle emozioni.

Il “cervello dei neomammiferi” o “cervello della parola” è responsabile delle funzioni cognitive di natura razionale e simbolica.

Esso è diviso orizzontalmente in due emisferi altamente specializzati e anatomicamente connessi da un congruo fascio di fibre nervose chiamato “corpo calloso”.

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Alla luce di queste scoperte negli anni cinquanta alcuni psicoanalisti di formazione medica hanno avvertito la forte tentazione d’integrare il “Sapere” freudiano e in particolare la “Metapsicologia” con i risultati della “Neurobiologia” individuando nel “sistema limbico” e nella “corteccia” le parti del cervello che traducevano i processi emotivi in disturbi corporei, oltre alla localizzazione delle varie istanze psichiche elaborate da Freud nello sviluppo teorico e pratico della Psicoanalisi: l’Inconscio, il Preconscio o Subconscio, la Coscienza della prima topica, l’Es, l’Io e il Super-Io della seconda topica.
Nel caso specifico l’Inconscio e l’Es potevano risiedere nel sistema limbico o in generale nel cervello neurovegetativo, mentre la Coscienza, l’Io e il Super-Io nella corteccia cerebrale o in generale nel sistema nervoso centrale e volontario; il Preconscio o Subconscio era inscritto in una sede mediana.    

Anche la Medicina psicosomatica aveva trovato in tal modo un robusto supporto scientifico di natura organica rispetto alle ipotesi cliniche del passato a prevalente natura psicologica.
Lo schema gerarchico era applicato anche alle funzioni degli emisferi cerebrali in ossequio al pregiudizio culturale della superiorità delle attività volontarie, razionali e coscienti su quelle autonome, emotive e neurovegetative.

Le ricerche successive hanno consentito l’ipotesi dell’indipendenza degli emisferi cerebrali nell’esercizio delle loro funzioni, per cui ciascun emisfero risultava specializzato in diverse attività cognitive: il sinistro assorbiva una modalità analitica e razionale per la quale sono determinanti le parole, il destro svolgeva una modalità olistica e non verbale a prevalente natura visiva e spaziale.

Pur tuttavia, si riteneva che le due modalità non fossero esclusive, ma dominanti in quanto centri direzionali di una specifica funzione.

La teoria della specializzazione settoriale è stata sostituita dalla convinzione di una specializzazione complementare, così come la prevalenza dell’emisfero sinistro sul destro è stata abbandonata a favore di un’integrazione dei due apparati; l’emisfero destro regola le emozioni e quello sinistro la ragione in un assenso cooperativo di natura funzionale.

Abbandonata la convinzione, tutta occidentale, di una superiorità dei processi logici su quelli emotivi, negli anni ottanta è sembrato consequenziale agli psicoanalisti correlare la prevalente competenza degli emisferi cerebrali alla Psicopatologia: i disturbi ossessivi con la loro fredda coazione potevano essere ascritti all’uso dominante dell’emisfero sinistro, mentre lo stile isterico con il suo impeto emotivo si correlava a un uso dominante dell’emisfericità destra.

Inoltre è sembrato opportuno in quest’opera di sistemazione dei risultati della Psicoanalisi con quelli della Neurobiologia rapportare l’emisfero destro ai “processi primari” e l’emisfero sinistro ai “processi secondari”.

Questa ardita operazione di recupero è stata supportata dalla specializzazione verbale dell’emisfero sinistro e dalla necessità gerarchica di trasmettere messaggi da parte dell’emisfero destro al sinistro  attraverso il “corpo calloso” per una loro decodificazione e comunicazione.    

Procedendo con le integrazioni a livello topico si è ulteriormente individuata la dimensione inconscia nell’emisfero destro e la dimensione cosciente nell’emisfero sinistro; lo stesso Freud aveva sempre sostenuto che il pensare per immagini e simboli è prossimo ai processi inconsci e primari rispetto al pensare per parole e concetti individuato nei processi coscienti e secondari.

Il primo è più antico a livello ontogenetico più che filogenetico.

Inoltre la “rimozione”, meccanismo di difesa principale e causa teorica dell’Inconscio, si poteva ridurre all’inibizione della trasmissione neuronale attraverso il “corpo calloso” dall’emisfero sinistro all’emisfero destro.

E ancora l’Es come struttura e il “processo primario” come funzione si potevano ridurre all’emisfero destro e alle sue attività emotive; l’Io come struttura e il “processo secondario” si potevano ridurre all’emisfero sinistro e alle sue attività logico-verbali.

Freud aveva in effetti individuato modalità psichiche di sentire e di pensare soggette a leggi proprie secondo una gerarchia ascendente: l’Inconscio deve diventare cosciente e l’Es deve ridursi all’Io.

Questa era la formula dinamica della normalità psichica.

Col progredire degli studi sulla lateralità cerebrale la Psicoanalisi classica è stata ulteriormente adattata alle nuove scoperte, ma ha mantenuto la connaturata capacità descrittiva del funzionamento dei processi mentali; gli analisti hanno cercato di riportare l’Es e il processo primario alla piena parità con l’Io e il processo secondario, intendendoli come modi distinti e paritetici di elaborazione dei dati dell’esperienza, strumenti e funzioni simultanei ed eguali nella combinazione dell’impresa percettiva e cognitiva.

Come gli emisferi cerebrali l’Io e l’Es, il processo primario e secondario, sono stati stimati complementari l’uno all’altro; essi hanno funzioni indipendenti e concordanti.

Il processo primario non è qualitativamente inferiore o superiore al processo secondario rispetto alle proprietà organizzative, ma è solo diverso; entrambi i processi sono sviluppati e strutturati in maniera raffinata ed efficiente, per cui la loro unica differenza si attesta nell’elaborazione dei dati mentali secondo criteri diversi di sistemazione.

La complementarità dell’Es e dell’Io, del processo primario e del processo secondario, desunta dalla specializzazione emisferica cerebrale implica la capacità evolutiva nel corso dell’esistenza di una simultanea registrazione ed elaborazione di questi diversi modi cognitivi.

Viene superata la riduzione del processo primario all’età infantile come residuo arcaico e irrazionale di fasi precoci.

Il continuo scambio di informazioni e la continua alternanza di dominio tra i due emisferi si traducono psicoanaliticamente in una razionalizzazione cosciente dei vissuti elaborati dal “processo primario” e in una condensazione simbolica delle elaborazioni del “processo secondario”: i costrutti visivi non verbalizzati dell’emisfero destro possono essere riversati nell’emisfero sinistro per essere tradotti in termini logici e le elaborazioni concettuali dell’emisfero sinistro possono essere trasmessi nell’emisfero destro per essere tradotti in termini simbolici.

Un esempio di questo modello integrato del funzionamento mentale è la metafora del pianoforte: la mano destra e la mano sinistra cooperano in maniera sintonica nella traduzione in musica di uno spartito.

Il funzionamento indipendente e complementare dei due emisferi cerebrali sono in relazione con la salute mentale e fisica di ogni individuo.

La Medicina psicosomatica e la Psicopatologia sono interessate in maniera specifica nella dialettica mancata tra emisfero destro e sue competenze ed emisfero sinistro e sue competenze.
La Psicoanalisi si propone ancora una volta come un nuovo paradigma della Mente e le sue implicazioni più interessanti riguardano, oltre la “Fantasia”, l’attività onirica, il “Sogno”, soprattutto alla luce delle nuove scoperte sul “Sonno”.

 

Articolo a cura del dottor Salvatore Vallone

 

 


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Tags: psicoanalisi cervello

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