Il Sogno di Freud
Tenendo conto che Freud elabora la sua teoria del sogno in una serie di lavori che dall’ Interpretazione dei sogni del 1900
arriva fino alla Revisione della teoria del sogno del 1932, la mia ricerca ha avuto come obiettivo quello di illustrare tale teoria cercando di conferire unità a concetti da lui ripresi nell’ arco di trent’anni.
1.1. SUL SOGNO
I popoli dell' antichita' classica credevano che il sogno recasse rivelazioni da parte degli dei e dei demoni e che avesse di solito il significato di preannunciare il futuro.
Con l'affermarsi delle dottrine naturalistiche e della mentalita' positivista e scientifica si assiste ad un netto rifiuto dell'ipotesi mitologica del sogno che contemporaneamente pero' si vede spogliato di tutta la sua importanza: le teorie mediche correnti al tempo di Freud, o che l'avevano preceduto, consideravano infatti il sogno come una semplice espressione di stimoli somatici nella vita psichica, un fenomeno assurdo, senza senso, privo dunque del valore di atto psichico.
E' Freud che gli conferisce legittimita' scientifica sostenendo che questo non e' esclusivamente un processo somatico ma innanzitutto un fenomeno psichico pienamente valido, dotato di senso e di significato e dunque interpretabile; il sogno e' il frutto di una attivita' mentale assai complessa, una forma particolare del nostro pensiero resa possibile dallo stato di sonno.(Freud, 1899).
La grande rivoluzione teorica operata da Freud nasce dal concepire nel sogno due tipi di contenuti:" Il sogno ricordato, in quanto contenuto onirico manifesto , si contrappone ai pensieri onirici latenti rintracciati dall' interpretazione. Il processo che ha trasformato gli ultimi nel primo, appunto nel "sogno", e che viene fatto recedere dal lavoro interpretativo, puo' essere chiamato lavoro onirico. "(1922, p. 444).
"....La nostra teoria non si basa sulla valutazione del contenuto onirico manifesto, ma si riferisce al contenuto di pensieri che il lavoro di interpretazione riconosce dietro il sogno. Noi contrapponiamo contenuto manifesto a contenuto latente ."(1899, p. 132).
Ma perche' questa distinzione? Perché i sogni non esprimono in forma semplice ed esplicita i pensieri che nascondono?
Per rispondere a queste domande dobbiamo occuparci di tre problemi che verranno affrontati separatamente:
1.Qual e' il significato del contenuto latente dei sogni?
2.Quali sono i processi che effettuano la traduzione del contenuto latente in quello manifesto?
3.E infine: quale funzione ha il sogno per la vita psichica dell'uomo?
1.2. “IL SOGNO E’ L’ APPAGAMENTO (MASCHERATO) DI UN DESIDERIO (REPRESSO, RIMOSSO)”
1.2.1. I SOGNI INFANTILI E I SOGNI DI COMODITA’
Nel quarto capitolo dell' "Interpretazione dei sogni" Freud fa una affermazione che rappresentera' la colonna portante di tutta la sua teoria onirica: " il sogno e' l'appagamento ( mascherato) di un desiderio (represso, rimosso) .” (1899,p.154)
Che il sogno rappresenti l' appagamento di uno o piu' desideri lo si puo' facilmente riscontrare nei cosiddetti sogni infantili (0-4 anni circa).
“Nella prima infanzia, infatti, prima che si costituisca una coscienza morale, religiosa e sociale, e in genere che si determinino conflitti fra tendenze immediate e tendenze repressive, possiamo supporre che manchi anche nella attivita' onirica l' azione di quella censura che rende il sogno deformato, enigmatico e assurdo.” (Musatti, 1977, p. 191)
I sogni della prima infanzia non dovrebbero dunque presentare una separazione tra contenuto manifesto e contenuto latente ma rappresentare la "reazione a un avvenimento diurno, che ha lasciato dietro di se' un rimpianto, una nostalgia, un desiderio inesaudito. Il sogno porta l' adempimento diretto e chiaro di questo desiderio"(Freud, 1915-17, p. 301) che se non soddisfatto porterebbe il bambino al risveglio.
Riportiamo a tal proposito un esempio fatto dallo stesso Freud: " Un giorno una bambina di tre anni e tre mesi fece una gita su un lago. Il viaggio evidentemente non fu abbastanza lungo per lei, poiche' pianse quando dovette scendere dalla barca. La mattina dopo racconto' che durante la notte era stata in gita sul lago: aveva continuato il viaggio interrotto."(1900, p. 15).
Anche negli adulti si possono presentare sogni che, come quelli infantili, non sono deformati e si lasciano facilmente riconoscere quali soddisfacimenti di desideri: sono quelli, per esempio, nei quali sognamo di appagare uno stimolo organico (la sete, la fame, il freddo, gli stimoli sessuali...),riuscendo cosi', per quanto e' possibile, a continuare a dormire; lo stesso si puo' dire per quei sogni mattutini di chi deve alzarsi presto per viaggiare, o per andare in ufficio, e nei quali, pur di continuare a dormire, il soggetto si vede gia' in viaggio o al lavoro.
Freud chiama tutti questi sogni, sogni di comodita'.
Il problema e' che la stragrande maggioranza dei sogni degli adulti sembra non avere senso, essere incoerente ed enigmatica e non presentare traccia della soddisfazione di alcun desiderio.
La soluzione proposta da Freud a questo affascinante mistero mi porta a questo punto ad esaminare piu' da vicino le peculiari dinamiche psichiche che conducono alla formazione del sogno.
Dal momento che la sua teoria onirica abbraccia l'intero impianto psicoanalitico premetto che mi vedrò costretto, per rimanere ancorato allo specifico oggetto di interesse, a sintetizzare e a considerare come gia' conosciuti diversi concetti che fanno capo a tale teoria.
1.2.2. IL MECCANISMO DI FORMAZIONE DEL SOGNO
Durante il sonno viene offerta all’ Io la possibilità di diminuire il dispendio di energia con cui durante la veglia tiene in vita le rimozioni: "...lo stato di sonno rende possibile la formazione del sogno, in quanto riduce la censura endopsichica" (Freud, 1899, p. 480) cosi' che i desideri inconsci sempre attivi, desti ed immortali come i -- “leggendari Titani”, spinti dal principio di piacere, tentano con tutti i mezzi di accedere alla coscienza ed ottenere il soddisfacimento.
Quando parla di desideri inconsci, Freud fa riferimento prevalentemente a quelli infantili, sessuali ed aggressivi, di natura orale, anale, fallica ed edipica.
Questi moti pulsionali, infatti, se nella primissima infanzia vengono vissuti liberamente, senza che venga opposta loro alcuna barriera, successivamente pero', con il costituirsi di una coscienza morale, religiosa e sociale (Super-Io), cominciano ad essere sentiti come riprovevoli e pericolosi e per questo rimossi e relegati nell' inconscio: "Veniamo cosi' rafforzati nell' opinione che l' inconscio della vita psichica e' la sua parte infantile" (1915-17, p. 378, 379) e che “...il desiderio che si rappresenta nel sogno deve essere un desiderio infantile.” (1899, p. 505).
Queste tendenze, proprio per la indistruttibilita' che caratterizza tutte le fomazioni psichiche rimosse e dunque inconsce, si conservano dalla infanzia inalterate nella loro forza primitiva e continuano ad essere attive e a ricercare il soddisfacimento anche nell' uomo adulto riuscendo a manifestare il proprio potere nel sogno come nel sintomo nevrotico, in situazioni cioe' nelle quali la barriera rimovente che tenta di tenerle celate perde parte del proprio potere.
Ecco dunque il sogno svelare mediante l' indagine psicoanalitica desideri spesso riprovevoli, egoistici, violenti, esibizionistici, incestuosi: tra questi fanno sicuramente la parte del leone i desideri sessuali derivanti dal materiale infantile in quanto, insieme a quelli aggressivi, sono le tendenze piu' soggette a rimozione durante lo sviluppo psicosessuale.
Con il sogno si puo' dunque parlare prima di tutto di regressione libidica temporale: "Quando troviamo dietro i nostri sogni alterati tutti questi moti di desideri perversi, cio' significa soltanto che anche in questo campo il sogno ha effettuato la regressione allo stato infantile." (1915-17, p. 378).
Queste tendenze inconsce pero', pur cercando costantemente di invadere la zona della coscienza e di tradursi in un comportamento attivo, non possono farlo, se non mediante un materiale rappresentativo appartenente al preconscio.
“Esse sono infatti inconsce in quanto rimosse; e la rimozione impedisce loro di penetrare direttamente nella coscienza. Possono pervenirvi solo indirettamente, attraverso qualcosa che le rappresenti.” (Musatti, 1977, p. 278).
Il materiale suscettibile di assumere questa funzione rappresentativa e' appunto costituito dagli elementi in genere che costituiscono il preconscio e che Freud definisce anche pensieri onirici latenti.
Questi comprendono gli assilli, i timori, i desideri preconsci attuali o le impressioni indifferenti della veglia che hanno conservato un certo investimento durante il sonno: " Questi pensieri...possono benissimo derivare dal giorno, essersi prolungati oltre il loro punto d'avvio, inosservati dalla coscienza, ed essersi poi trovati pronti quando ci addormentiamo"(Freud, 1899, p. 540) e "per il loro rapporto con la vita vigile....sono detti anche residui diurni ." (1922, p. 444-45).
Diversi sono i motivi per cui durante il giorno non ne abbiamo preso coscienza: l'attenzione, impiegata in quantita' definita " potrebbe essere distolta dalla rispettiva successione di pensieri in direzione di altre mete" oppure " ..tali successioni ideative possono venire defraudate della coscienza....se su questa via giungiamo a una rappresentazione che non regge alla critica..".(1899, p. 540-41).
Fanno parte dei pensieri onirici latenti anche i pensieri preconsci connessi a esperienze molto anteriori: il sogno infatti "puo' scegliere il suo materiale da qualsivoglia momento della vita, purche' esista un filo di collegamento fra le esperienze del giorno del sogno (le impressioni recenti) e quelle piu' lontane."(Ibid. p. 161).
Ora il desiderio inconscio, forte della riduzione notturna della rimozione, sposta (nella Interpretazione dei sogni parla ancora di traslazione) la propria energia di investimento su questi residui diurni preconsci: "....si verifica il decisivo progresso in direzione della formazione del sogno: si forma il desiderio onirico preconscio il quale da' espressione all' impulso inconscio tramite il materiale dei residui diurni preconsci. "(1915, p. 93).
Questa straordinaria scappatoia di cui il materiale inconscio si serve durante il sonno permette dunque a Freud di spiegare come mai in quasi tutti i sogni le prime associazioni fatte a partire dal contenuto manifesto portano ad un avvenimento recente ( del giorno del sogno) e come mai questo sia molto spesso un' impressione banale ed indifferente: il desiderio inconscio infatti, pur di accedere alla coscienza, sceglie di spostare la propria energia di investimento su quel materiale preconscio che meno ha da temere dalla censura; si rivolge quindi alle impressioni indifferenti poiche' sono prive di una propria tonalita' emotiva accentuata e su quelle recenti in quanto non hanno ancora avuto il tempo di associarsi a materiale significativo.
Ma avverte di fare molta attenzione: e' sempre un desiderio infantile rimosso che fornisce la forza motrice per la costruzione del sogno ; i resti diurni e gli stimoli sensoriali e somatici forniscono rispettivamente il materiale psichico e somatico per il lavoro onirico e possono suscitare un sogno soltanto se, mediante associazione, possono essere connessi e rafforzati con un desiderio inconscio.
Freud esprime perfettamente questo concetto con un esempio tratto dalla vita economica: "e' ben possibile che un pensiero diurno faccia per il sogno la parte dell'imprenditore , ma l'imprenditore - il quale, come si sol dire, ha l'idea e la voglia di tradurla in azione - non puo' far nulla senza capitale, ha bisogno di un capitalista che sostenga le spese, e il capitalista che sostiene le spese psichiche del sogno e' sempre e immancabilmente, qualunque possa essere il pensiero diurno, un desiderio proveniente dall’inconscio.
Altre volte l'imprenditore e' il capitalista stesso; anzi, per il sogno questo e' il caso piu' frequente. Il lavoro diurno ha ravvivato un desiderio inconscio, che ora crea il sogno."(1899, p. 511-12).
Per chiarire meglio il rapporto che si stabilisce nel fenomeno onirico tra desiderio inconscio e residui diurni preconsci riportiamo l'analisi di un sogno fatto dallo stesso Freud.
"IL mio amico Otto ha un brutto aspetto, e' bruno in viso e ha occhi sporgenti." (Ibid. p. 250). Le prime associazioni portano Freud ad individuare il materiale recente (residui diurni prec.) da cui il sogno ha preso spunto: "Il giorno prima del sogno ci aveva fatto visita (Otto) e mia moglie aveva osservato il suo aspetto stanco e abbattuto. Ed ecco di notte il mio sogno che gli presta alcuni dei sintomi del morbo di Basedow"(ibid.). Le successive associazioni conducono ad un episodio accaduto sei anni prima (pensieri onirici latenti piu' remoti collegati al materiale recente) : "Un signore (barone L.) che presentava i segni non misconoscibili del morbo di Basedow...si mise a nostra completa disposizione e chiese che cosa potesse fare per noi. Il professor R. rispose col suo fare brusco: "Nient' altro che prestarmi una camicia da notte." Al che il nobiluomo: "Mi dispiace, ma questo no" e se ne ando'."(p. 251). Freud interpreta il sogno sostenendo che e' stata prodotta un'identificazione attraverso i sintomi della malattia tra lo amico Otto, a cui nella realta' Freud ha chiesto di vigilare sulla salute dei suoi figli, e un altro nobile soccorritore, il barone L. :" rappresentando nel sogno Otto come barone L., io identifico contemporaneamente la mia persona con quella di un altro, vale a dire quella del professore R., perche' chiedo qualche cosa a Otto come in quella circostanza R. al barone L."(ibid.).
"Nell' Inc. dovevo essere sempre pronto all'identificazione col professor R., perche' attraverso di essa si realizzava uno degli immortali desideri infantili, il desiderio di grandezza...Il pensiero del giorno....doveva procurarsi, in un modo o nell'altro, l' allacciamento a un desiderio infantile, ora inconscio e represso, il quale poi lo fece "sorgere", benche' opportunamente acconciato, per la coscienza."(1899, p. 507).
Riprendiamo ora il percorso che porta alla formazione del contenuto onirico manifesto.
1.2.3. CENSURA E LAVORO ONIRICO
La resistenza rimovente dell' Io che, come abbiamo detto, subisce una riduzione durante lo stato di sonno, non e' pero' del tutto abolita. Cio' che di essa resta assume la forma di censura onirica e proibisce ai pensieri onirici preconsci, divenuti portatori del moto di desiderio inconscio rimosso, di accedere alla coscienza e manifestarsi nelle forme che sarebbero loro proprie. Se infatti questi elementi rimossi, condannabili e scandalosi dal punto di vista etico, estetico e sociale, non incontrassero l'ostacolo della censura e riuscissero ad esprimersi liberamente nel sogno, costringerebbero ogni notte l'Io a svegliarsi sopraffatto dall'angoscia: "Cosi' diventa evidente il fine per cui la censura esercita il suo ufficio, la deformazione del sogno: per evitare lo sviluppo di angoscia o di altre forme di affetti penosi" (Freud, 1899, p. 248).
La censura onirica invece permettera' alle tendenze inconsce di esprimersi nel sogno solo se queste si adatteranno ad essere deformate e camuffate in modo tale da rendere irriconoscibile il vero significato proibito di questo, il cosiddetto contenuto onirico latente.
Dal concetto di censura e di deformazione onirica trae quindi legittimità' la tesi che " il sogno e' l'appagamento (mascherato) di un desiderio(represso, rimosso) "(Ibid. 154) che si costruisce come un sintomo nevrotico, "essendo una formazione di compromesso fra le pretese di un moto pulsionale rimosso e la resistenza di una forza censurante che alberga nell' Io." (1924, p. 112).
Va notato che mentre la censura richiede la distorsione onirica, non è però lei a produrla.
Questa viene attuata dal lavoro onirico , quel processo psichico cioe' che trasforma il contenuto onirico latente in quello manifesto.
Il lavoro onirico puo' essere visto essenzialmente come un caso di elaborazione inconscia di processi ideativi preconsci. Il sogno infatti e' il prodotto di una regressione che si produce per un temporaneo ritorno a primitive modalita' operative, forme di espressione, tecniche di appagamento (processo psichico primario) le quali, se sono normali e costanti durante la primissima infanzia, gradualmente, nel corso della vita, vengono soppiantate dal pensiero logico orientato sulla realta' e dominante nell' Io (processo psichico secondario), rimanendo cosi' a regnare "soltanto" nel sistema inconscio. (1899, cap. 7).
Ora i pensieri onirici preconsci, prodotti dai processi psichici secondari e quindi razionali e corretti, in virtu' dello spostamento su di essi dell'energia della tendenza inconscia, “attirano su di se', oltre alla carica emotiva, anche la rimozione che colpisce quell'elemento: in conseguenza della stessa traslazione essi sono attirati nell’ inconscio.” (Musatti, 1977, p. 280).
Dovranno cosi' sottostare alle leggi del processo psichico primario che qui impera subendo le piu' strane ed irrazionali deformazioni che porteranno al contenuto onirico manifesto: "...i pensieri risultanti dal lavoro ideativo secondario [cadono] preda del processo psichico primario, formula, questa, con cui possiamo ora descrivere il lavoro che porta sia al sogno sia ai sintomi isterici."(Freud, 1899, p. 549).
Le caratteristiche del lavoro onirico sono completamente diverse da quelle del pensiero vigile: " Non che esso sia piu' sciatto, piu' scorretto, piu' smemorato, piu' incompleto del pensiero vigile; e' qualcosa di interamente diverso qualitativamente e percio' non immediatamente confrontabile con esso."(Ibid. p. 463).
"...Non si deve sopravalutare il lavoro onirico, ne' attribuire al medesimo una potenzialita' superiore alla reale....Le espressioni di giudizio, di critica, di stupore o di ragionamento che troviamo nel sogno, non sono produzioni del lavoro onirico, ne', salvo rari casi, manifestazioni di riflessioni fatte sul sogno; ma per lo piu' brani di pensieri onirici latenti, i quali sono stati adattati in forma piu' o meno modificata al nesso generale e trasportati nel sogno manifesto. E neppure la composizione di discorsi sta nella capacita' del lavoro onirico. Prescindendo da poche eccezioni numerabili, i discorsi onirici sono delle riproduzioni e delle combinazioni di frasi udite o pronunciate da noi stessi il giorno precedente, che sono state introdotte nei pensieri latenti quale materiale o quali incitatrici al sogno. Il lavoro onirico e' ugualmente incapace di fare conteggi; quelli presentati dal sogno manifesto, sono per lo piu' delle combinazioni di cifre, dei conteggi apparenti, del tutto assurdi in se stessi, e anche qui si tratta soltanto di copie di calcoli che si trovano nei pensieri onirici latenti."(1915-17, p. 352).
I metodi di trasformazione propri del lavoro onirico e quindi dei processi psichici primari sono per Freud la condensazione, lo spostamento e la considerazione di raffigurabilita'.
Cercherò ora di descriverli brevemente.
La condensazione e' quel processo per cui parecchi investimenti, appartenenti inizialmente a rappresentazioni di pensieri onirici latenti diverse, vengono unificati (grazie al meccanismo di spostamento che successivamente descriverò) su di un solo contenuto psichico che e' gia' presente nel materiale onirico oppure che viene creato ex novo.
In questo modo dunque ogni elemento del sogno manifesto viene ad essere iperdeterminato dal materiale dei pensieri onirici latenti; non corrisponde cioe' ad un unico elemento dei pensieri onirici ma risale ad una grande quantita' di essi ed e' diventato il loro rappresentante. Da qui il motivo per cui "il sogno [manifesto] e' scarno, misero, laconico, in confronto alla mole e alla ricchezza dei pensieri del sogno." (Freud, 1899, p. 259).
Le rappresentazioni inconsce che si condensano in una sola immagine " hanno tra loro i rapporti piu' sciolti e sono congiunte da tipi di associazioni che il nostro pensiero disdegna e concede unicamente allo uso delle battute di spirito" (Ibid. p. 543) ; spesso infatti pensieri che sono addirittura in contraddizione vengono fusi tra loro come se tale contraddizione non esistesse.
Uno dei principali mezzi di lavoro della condensazione e' la produzione di persone collettive o miste che possono essere create in due modi principali.
Una modalita' consiste nel fare emergere nel contenuto manifesto soltanto una delle persone collegate da un elemento comune, la quale, pero', e' collocata in una situazione, e le capitano cose che appartengono oltre che ad essa anche alle persone che nasconde. Nel famoso "sogno di Irma" Freud (1899) dice: " La protagonista del contenuto onirico e' la paziente Irma, che e' vista con i tratti che le sono propri nella vita reale e che quindi in un primo tempo rappresenta se' stessa. Ma la posizione in cui la visito e' tolta dal ricordo di un'altra persona, della signora cioe' che vorrei scambiare con la mia paziente, come indicano i pensieri del sogno.
In quanto Irma presenta una placca difterica, che ricorda l'apprensione per mia figlia maggiore, ella riesce a rappresentare questa mia figliola, dietro la quale - a lei congiunta per omonimia- si cela la persona di una paziente, morta in seguito ad una intossicazione...Rifiutando di aprire la bocca, la stessa Irma si fa allusione a un'altra signora che ho visitato una volta e poi, sempre nel medesimo contesto, a mia moglie...
Irma diventa la rappresentante di queste persone, sacrificate nel corso del lavoro di condensazione, in quanto faccio capitare a lei cio' che mi ricorda di volta in volta ciascuna delle altre."(p. 271)
Un' altra modalita' di cui si serve il lavoro di condensazione consiste invece nel riunire i tratti peculiari di due o piu' persone, legate da qualche elemento comune, fino a formare una nuova unita', una persona mista. Dice Freud: "In questo modo e' nato il dottor M. del mio sogno: egli porta il nome del dottor M., parla e agisce come lui; le sue caratteristiche somatiche e la sua malattia appartengono a un'altra persona, a mio fratello maggiore; un unico tratto, l'aspetto pallido, e' doppiamente determinato, essendo nella realta' comune a entrambe le persone."(Ibid.).
Allo stesso modo si possono creare formazioni miste, miscugli cioe' di oggetti, o di localita', o di parole e nomi: ne risultano cosi' creazioni strane ed insolite che conferiscono ai sogni quel loro caratteristico aspetto fantastico.
Bisogna sottolineare che di regola il sogno non rappresenta gli elementi comuni che hanno permesso la condensazione e che generalmente sono essi stessi oggetto di divieto; la persona o la formazione mista viene cosi' formata da tratti indifferenti degli individui o degli oggetti che vi sono rappresentati riuscendo in questo modo ad eludere la censura.
Insieme alla condensazione lo spostamento e' un altro meccanismo del lavoro onirico e segno distintivo dei processi psichici primari che operano nell' inconscio.
Lo spostamento, nel sogno, e' quel meccanismo per cui gli investimenti connessi a rappresentazioni di pensieri onirici latenti importanti e significativi ma criticati e condannati dal Super-Io, vengono a loro sottratti e trasferiti su contenuti psichici indifferenti e poco significativi che fungono da allusione alle rappresentazioni di partenza ma hanno con queste le relazioni piu' lontane e misteriose: "L'allusione onirica sorta dallo spostamento e' legata all'elemento che sostituisce mediante i rapporti piu' esterni e piu' lontani, e' percio' incomprensibile, e una volta ricondotta al suo punto di partenza, la sua interpretazione ci sembra essere uno scherzo mal riuscito o una spiegazione spinta, forzata e tirata per i capelli. La censura del sogno ha raggiunto infatti il suo scopo soltanto quando e' riuscita a rendere introvabile la via di ritorno dall' allusione all' essenziale."(Freud, 1915-17, p. 345).
Lo spostamento e' dunque il processo principale di cui si serve il sogno per aggirare la censura: "...nel sogno sembra messa in primo piano come cosa principale cio' che nei pensieri onirici aveva solo una parte secondaria, e, viceversa, l'essenziale dei pensieri onirici trova nel sogno solo una descrizione incidentale e poco distinta. Nessun' altra parte del lavoro onirico contribuisce tanto a rendere il sogno bizzarro e incomprensibile al sognatore. Lo spostamento e' il mezzo principale della deformazione onirica che i pensieri onirici devono subire sotto l' influsso della censura."(1932, lez.29)
Per chiarire meglio il concetto di spostamento riportiamo il sogno di una paziente di Freud (1899): " Voglio offrire una cena, ma non ho altre provviste tranne un po' di salmone affumicato. Penso di uscire a comprare qualcosa, ma mi ricordo che e' domenica pomeriggio e che tutti i negozi sono chiusi. Voglio telefonare a qualche fornitore, ma il telefono e' guasto. Cosi' devo rinunciare al mio desiderio di fare un invito a cena." (p. 142).
Attraverso le libere associazioni la paziente rivela di aver fatto visita il giorno prima ad un'amica, di cui in fondo e' gelosa perche' suo marito non fa che lodarla. Per fortuna quest'amica e' molto magra e a suo marito piacciono le bellezze formose. Durante la conversazione l'amica ha manifestato il suo desiderio di diventare un po' piu' formosa e ha chiesto alla paziente di invitarla a cena. Freud interpreta cosi' il sogno: " Ora il significato del sogno e' chiaro. Posso dire alla paziente: " E' proprio come se lei, di fronte a quella sollecitazione, avesse pensato: "Proprio te invitero', perche' tu possa farti una bella mangiata, ingrassare e piacere ancora di piu' a mio marito. Preferisco non dare piu' cene." Infatti il sogno le dice che non puo' offrire nessuna cena ed esaudisce quindi il suo desiderio di non contribuire all' arrotondamento dell'amica.....
Il salmone affumicato del contenuto del sogno non ha ancora trovato la sua derivazione. "Come arriva al salmone citato in sogno?" "Il salmone affumicato e' il cibo preferito della mia amica", risponde...
L'accenno all'amica e' sostituito cosi' dall'allusione "salmone affumicato".(p. 143). Durante la produzione del sogno e' avvenuto pertanto uno spostamento della "intensita' psichica" da un materiale significativo (l'amica di cui la paziente e' gelosa) ad uno indifferente (salmone affumicato) che permette pero' di aggirare la censura e di accedere alla coscienza.
Il terzo importante procedimento del lavoro onirico e' quello che Freud ritiene guidato dalla considerazione della raffigurabilita'.
Esso consiste in un particolare tipo di spostamento che porta quei contenuti del pensiero onirico che sono astratti ed incolori ad essere scambiati con altri di forma plastica, figurata e concreta. Questi saranno cosi' pronti ad essere raffigurati in forma visiva che, come vedremo, e' la principale forma espressiva del sogno: "Permetterete percio' anche al lavoro onirico di sostituire p. es. un elemento tanto difficile da rappresentarsi in immagine come l'adulterio (la rottura del vincolo matrimoniale) con un'altra rottura, quella di una gamba. Riuscirete cosi' ad eludere sino ad un certo punto la goffaggine della scrittura figurata quando deve sostituire la scrittura alfabetica. "(Freud, 1915-17, p. 346).
La drammatizzazione (Musatti, 1977) favorisce contemporaneamente gli interessi della censura, della condensazione e dello spostamento. Essa infatti nel trasformare una rappresentazione di parola nella rappresentazione di cosa concordante puo' seguire le vie associative piu' misteriose, strane e lontane dal pensiero logico, contribuendo cosi' alla deformazione del reale significato del sogno: "E' veramente notevole quanto poco il lavoro sia legato nella rappresentazione di parole; e' sempre pronto a sostituirne una con un'altra finche' non trova l'espressione piu' utile alla rappresentazione plastica."(Freud, 1915, p. 95); inoltre, poiche' i termini concreti sono di solito piu' ricchi di relazioni dei termini concettuali, la drammatizzazione permette di stabilire piu' facilmente quei contatti e quelle coincidenze di cui spostamento e condensazione hanno bisogno.
Le principali difficolta' che la considerazione della raffigurabilita' incontra si presentano nel momento in cui questa deve rappresentare le relazioni di pensiero, i legami logici (se, perche', benche', o-o...) presenti nella struttura dei pensieri onirici latenti.
Sebbene, secondo Freud, il sogno non disponga di alcun mezzo per raffigurare tali relazioni, tuttavia riesce abbastanza spesso ad indicarle sostituendole con particolari caratteristiche formali della sua struttura manifesta. Cosi' ad esempio il nesso logico viene indicato fondendo tutto il materiale in un' unica situazione; “ogni volta che vengono mostrati due elementi l'uno accanto all'altro, viene garantita l'esistenza di un rapporto singolarmente intimo tra i loro corrispettivi nei pensieri del sogno”. (1899, p. 289,290).
Il rapporto causale (dato che le cose stavano cosi', doveva succedere questo e quello) puo' essere indicato ponendo la proposizione secondaria come sogno preliminare e quella primaria come sogno principale, oppure trasformando immediatamente una cosa in un' altra; il contrasto e la contraddizione vengono frequentemente condensati in unita' o rappresentati insieme: nel sogno di una paziente di Freud (1899) un ramo fiorito e' contemporaneamente allusione alla innocenza sessuale (le associazioni portano ai fiori nei quadri dell'Annunciazione) ma anche al suo contrario, il peccato sessuale ( i fiori le ricordano anche la Signora delle camelie ). Un'altra parte dei contrasti esistenti nei pensieri del sogno, del genere "viceversa, al contrario", puo' essere invece rappresentata nel sogno attraverso il meccanismo dell'inversione (trasformazione nel contrario): in un sogno di Freud (1899), Goethe attacca in un articolo un giovane, il signor M., con una violenza ingiustificata. Attraverso l'analisi Freud ricorda che nella realta', quale e' contenuta nei pensieri del sogno, un uomo importante, il suo amico Fliess, tempo prima era stato attaccato da un recensore molto giovane e poco in grado di giudicare. Nel materiale del sogno, il pensiero determinante risulta essere l'opposizione al fatto che Goethe (Fliess) venga trattato come fosse un pazzo." Al contrario, dice il sogno: se non capisci il libro, sei tu il deficiente e non l'autore." (p. 301).
Infine la somiglianza viene rappresentata quasi sempre mediante condensazione mentre il conflitto di volonta' attraverso la sensazione di inibizione dei movimenti.
1.3. IL SIMBOLISMO NEL SOGNO.
Un altro processo tipico del pensiero inconscio primario è la trascrizione simbolica. Sebbene operi indipendentemente dal lavoro onirico tuttavia risponde anch'essa alle esigenze della censura, partecipando attivamente alla deformazione del sogno.
I simboli onirici sono traduzioni fisse e costanti degli elementi latenti del sogno simili a quelle che si trovano per tutte le cose sognate nei libri popolari: "Chiamiamo simbolica tale relazione costante tra l'elemento onirico e la sua traduzione, e simbolo del pensiero latente del sogno, l'elemento onirico stesso.....Essendo i simboli traduzioni fisse, essi realizzano in certo qual modo l'ideale dell' interpretazione onirica degli antichi e del popolo: ideale dal quale ci siamo allontanati di molto con la nostra tecnica. I simboli ci permettono talvolta di interpretare un sogno senza interrogare il sognatore, che del resto nulla sa dirci in questo riguardo."(Freud, 1915-17, p. 322-23).
Freud sostiene che “l'essenza della relazione simbolica è un paragone, ma non un paragone arbitrario.” (Ibid. p. 324). Devono esistere delle condizioni speciali che lo governano, ma di cui egli confessa di non essere a conoscenza.
Infatti non tutto quanto possiamo paragonare ad un oggetto o ad un processo appare anche nel sogno come suo simbolo, e, d' altro canto, nel sogno non viene simbolizzata qualsiasi cosa ma solo certi elementi di pensieri onirici latenti. Inoltre in molti casi l'elemento comune al simbolo e a ciò che rappresenta è ovvio, in altri invece è celato e la scelta del simbolo appare enigmatica.
Estremamente affascinante è rilevare che il sognatore ha a sua disposizione una forma di espressione simbolica di cui non conosce nulla.
E' come se una cameriera, riprendendo l’esempio di Freud, scoprisse di capire il sanscrito, senza averlo mai appreso.
Egli pensava che questo si potesse spiegare con un' inconscia conoscenza d'origine ontogenetica e filogenetica: "Il senso ultimo del rapporto simbolico...è di natura genetica. Ciò che oggi è legato simbolicamente, in epoche remote era probabilmente legato da identità concettuale e linguistica.
Il rapporto simbolico sembra un residuo e un contrassegno dell'identità di una volta."(1899, p. 323-24).
La simbologia onirica pertanto ci conduce ad una dimensione culturale esterna allo psichismo individuale, che travalica le esperienze del singolo sognatore: "La preistoria cui il lavoro onirico ci riconduce è di due specie: in primo luogo la preistoria individuale, l'infanzia; in secondo luogo...anche quest'altra preistoria, quella filogenetica."(1915-17, p. 368).
Infatti il simbolo non appartiene in modo esclusivo al sogno ma lo si ritrova anche nel folklore, nei miti, nelle leggende, nelle locuzioni, nei proverbi, nelle battute di spirito: "Dai paralleli da noi fatti durante lo studio del simbolismo onirico, potete anche valutare il carattere della psicoanalisi, che la rende atta a divenire un oggetto d'interesse generale, cio' che non è concesso ne' alla psicologia ne' alla psichiatria. Durante il lavoro psicoanalitico vengono stabiliti dei rapporti con moltissime altre scienze dello spirito, con la mitologia, con la linguistica, col folklore, con la psicologia dei popoli, con la religione, e il loro esame promette le scoperte piu' preziose."(Ibid, p. 399).
Il simbolismo onirico rappresenta la parte piu' appariscente, e in un certo modo più facile da comprendere, di tutta la dottrina psicoanalitica del sogno.
Questo può portare a pensare che la interpretazione psicoanalitica dei sogni sia essenzialmente una interpretazione simbolica: “il lavoro di interpretazione si ridurrebbe cioè ad una sorta di traduzione letterale, elemento per elemento, effettuato in base a quell'elenco di simboli che può essere considerato come una specie di piccolo vocabolario della lingua dei sogni.” (Musatti, 1977, p. 235).
Questo è assolutamente sbagliato.
Prima di tutto, come ho già evidenziato, la simbolizzazione è soltanto uno dei mezzi di cui la elaborazione onirica si serve per eludere la censura.
Inoltre la stessa interpretazione simbolica è molto complessa.
Ogni elemento che appare nel contenuto onirico manifesto può presentarsi sia come simbolo di qualcosa d'altro, sia invece per il suo proprio significato: “un viaggio in ferrovia può significare la morte ma anche effettivamente un semplice viaggio in ferrovia”. (Ibid. p. 235).
Inoltre un dato elemento può possedere più di un valore simbolico: “l'orologio ad esempio può indicare sia l'organo genitale maschile che quello femminile.” (Ibid. p. 238).
La interpretazione simbolica non può dunque sostituire il metodo delle associazioni libere che continua a rimanere la tecnica fondamentale per la interpretazione del sogno: "L'interpretazione che si basa sulla nozione dei simboli non è una tecnica che potrebbe sostituire quella delle associazioni o che potrebbe misurarsi con questa. Essa è soltanto un suo complemento e fornisce risultati adoperabili, soltanto se inserita in questa. Però, per quanto riguarda la conoscenza della situazione psichica del sognatore, vogliate considerare che alla vostra interpretazione non si presentano soltanto i sogni di persone a voi ben note, ma che di solito voi non conoscete gli avvenimenti diurni, che furono gli stimoli del sogno, e che quindi sono proprio le associazioni dell'analizzato quelle più atte ad informarvi di ciò che si chiama situazione psichica."(Freud, 1915-17, p. 323).
1.4. ALLUCINAZIONE E SOGNO MANIFESTO
Nel seguire il cammino che conduce alla creazione del sogno sono arrivato al punto in cui la tendenza inconscia effettua una traslazione sui residui diurni preconsci determinando la nascita del desiderio onirico preconscio. Esso, come abbiamo visto, vorrebbe ora irrompere nella coscienza, attraverso il preconscio, per ottenere il soddisfacimento, ma urta contro la censura ed e' costretto a subire la deformazione che era gia' stata avviata dallo spostamento sul materiale recente.
Cosi' mascherato il desiderio onirico ottiene allora il lasciapassare dalla censura, ma come fa ad ottenere quell' appagamento che Freud considera elemento portante del sogno?
Nel capitolo 7 dell' "Interpretazione dei sogni" (1899) l' apparato psichico viene inserito in un circuito concepito secondo lo schema del semplice arco riflesso.
Nello stato di veglia, le eccitazioni psichiche seguono un tragitto non reversibile che è quello progressivo. Gli impulsi hanno la loro sorgente prima nel mondo esterno, raggiungono l’ apparato psichico attraverso le sue estremità percettive (sistema percezione-coscienza), vengono a iscriversi, sotto forma di tracce mnestiche, in un sistema psichico meno periferico che è talvolta l’ inconscio, e, attraverso la motilità, trovano infine la scarica in azioni orientate nuovamente nel mondo esterno.
Durante il sonno, invece, l’ assenza di stimoli provenienti dal mondo esterno in seguito al ritiro degli investimenti, l' impossibilita' di trovare una scarica attraverso la motilita' e l' attrazione esercitata dai ricordi infantili inconsci rappresentati in modo prevalentemente visivo, costringe l' eccitamento psichico a prendere una via “retrograda” che ha come punto di partenza l’ inconscio o il preconscio e come punto di arrivo l’ illusione di percezione.
Le eccitazioni psichiche, trovando bloccato il canale di sfogo della motilità, in virtù del principio di piacere, seguiranno altri canali di scarico. Invertiranno così la marcia in direzione dell’ istanza percettiva determinando come conseguenza che il contenuto onirico latente si traduce in immagini visive.
Peculiare del sogno, rispetto ad esempio al sogno ad occhi aperti, e' che tali immagini sensoriali sono accompagnate da senso di realta': noi infatti vi prestiamo fede e riteniamo di viverle realmente.
Il sogno e' dunque in tutto e per tutto una forma di allucinazione, di percezione endogena costituita da scene simili a quelle percepite durante la veglia per l' azione del mondo esterno sugli organi di senso.
Freud cosi' spiega questo fenomeno: " Lo stato di sonno..sottrae lo investimento dal sistema C non meno che dagli altri sistemi, il Prec e l' Inc..Venendo in tal modo a mancare l' investimento del sistema C cade la possibilita' dell' esame di realtà; e gli eccitamenti, che indipendentemente dallo stato di sonno, si sono messi sulla strada della regressione, troveranno via libera fino al sistema C, in cui si faranno valere come realta' incontestabile."(Freud, 1915, p. 100-101).
Il sogno dunque permette l' appagamento del desiderio onirico attraverso l'allucinazione, nello stesso modo in cui il bambino nei primi mesi di vita, prima della strutturazione dell' Io e dell' esame di realta', appaga temporaneamente i propri bisogni, ad esempio della fame, attraverso "l'allucinazione del seno": " Il sogno, che appaga i suoi desideri per la via breve, regressiva, non fa altro in questo modo che serbarci un saggio del metodo operativo primario dell' apparato psichico, abbandonato perche' inadeguato allo scopo. Cio' che un tempo imperava sulla veglia, quando la vita psichica era ancora giovane e inesperta, sembra relegato nella vita notturna."(1899, p. 517).
La conclusione del processo onirico si ha quando il contenuto mentale diventa conscio come percezione sensoriale e prima che assuma la forma del sogno manifesto viene sottoposto ad elaborazione da parte di un' attivita' psichica assolutamente analoga al pensiero vigile e normale: l' elaborazione secondaria.
Questa, posta al servizio della considerazione dell’intelligibilità' e rispondendo all' esigenza di razionalita' della attivita' psichica conscia, cerca di conferire senso, ordine e coerenza anche alle immagini oniriche che hanno trovato l' accesso alla coscienza e di dare cosi' al tutto una forma che l' Io possa accettare.
L' elaborazione secondaria opera inserendo nel sogno sovrastrutture, aggiunte, completamenti, pensieri di saldatura, oppure utilizza immagini e situazioni concrete che si trovano gia' formate come fantasie preconscie: “..con le sue pezze e le sue toppe, tura le lacune esistenti nella struttura del sogno. Il suo sforzo fa si' che il sogno perda la apparenza dell'assurdita' e dell'incoerenza e si avvicini al modello di una esperienza comprensibile.” (Freud, 1899, p.446).
Sebbene l'elaborazione secondaria operi al servizio della considerazione della intelligibilità, risponde però contemporaneamente alle esigenze della deformazione onirica : infatti nel suo tentativo di eliminare----------------
l’-- incoerenza e l’ incomprensibilita' risultante dal lavoro onirico, con le sue aggiunte e i suoi completamenti, tende a dare al sogno un nuovo senso e significato, diverso da quello originario dei pensieri onirici latenti e contribuendo così a renderli enigmatici ed incomprensibili.
Con l'elaborazione secondaria, che tuttavia Freud sostiene non operare in tutti i sogni, possiamo considerare concluso il difficile percorso che dal contenuto onirico inconscio, il vero ma riprovevole significato del sogno, porta al contenuto manifesto, il sogno cosi' come lo ricordiamo al risveglio: quest' ultimo si presenta come un rebus, una "scrittura geroglifica" che l'interpretazione psicoanalitica si assume il compito di decifrare, servendosi cosi' del fenomeno onirico come della " via regia che porta alla conoscenza dell' inconscio nella vita psichica. " (Ibid. p. 553).
1.5. SOGNI CHE APPARENTEMENTE NON SONO APPAGAMENTI DI DESIDERI
Nella sua ricca produzione bibliografica sui fenomeni onirici Freud tratta di un certo numero di casi per i quali puo' apparire insostenibile la tesi secondo cui tutti i sogni sono appagamenti di desideri: sono questi i sogni il cui contenuto manifesto e' penoso, i sogni d'angoscia, di punizione, di controdesiderio e i sogni traumatici.
Freud sostiene che questi, a parte i sogni traumatici, non contraddicono la tesi fondamentale della sua teoria onirica in quanto, nel momento in cui verranno interpretati, passando cosi' dal contenuto manifesto al loro vero significato latente, si riveleranno anch'essi quali appagamenti di desideri.
Ma vediamoli ora piu' da vicino.
I sogni di contenuto penoso possono essere il risultato di due meccanismi diversi.
In determinati casi puo' accadere che una situazione, vissuta a livello conscio come qualcosa di penoso e spiacevole, possa essere contemporaneamente, a livello inconscio, oggetto di desiderio, di quel desiderio cioe' che si realizza nonostante il sogno sia accompagnato da affetti dolorosi: un paziente di Musatti (1977) sogna di incontrare per strada la donna con cui ha una relazione. Vorrebbe invitarla a casa sua a prendere un caffe' ma gli viene in mente che il servizio di tazzine è andato rotto e che la strada per andare a casa sua è molto brutta. Pensa quindi che è proprio impossibile fare quell' invito.
L' invito a casa esprime simbolicamente il matrimonio con quella donna che corrisponde effettivamente, a livello conscio, ad suo desiderio. Nel sogno egli vi deve rinunciare perchè non è in grado di fare una bella figura. Il sogno sembrerebbe così esprimere esclusivamente il timore e la pena, presenti a livello conscio, di non poter realizzare la propria aspirazione matrimoniale.
Ma la situazione è più complessa.
Proprio con questa donna egli presenta fenomeni morbosi particolari, di origine nevrotica, che gli impediscono di avere con lei relazioni normali e quindi di sposarla.
Così la rinuncia al matrimonio, che a livello conscio viene vissuta come qualcosa di penoso e spiacevole, a livello inconscio invece corrisponde effettivamente ad un desiderio che agisce nel soggetto. Egli “esprime nel sogno il desiderio di trovare di fronte a sè un'alibi, una giustificazione per rinunciare a questa donna, alibi che egli trova in quella sua impressione di essere di origine umile.” (Ibid. p. 197).
In altri casi il desiderio inconscio, il cui appagamento non potrebbe essere vissuto dall' Io se non in modo penoso, (vd.par.prec.) si serve indirettamente del permanere di residui diurni penosi, sposta su di loro il proprio investimento ed accede con loro nella coscienza. Il desiderio che sta alla base del sogno e' cioe' costretto, per appagarsi, a costruire una scena che risulta penosa: "Stati d'animo penosi durante il sonno diventano forze motrici del sogno in quanto destano energici desideri che il sogno deve appagare. Il materiale cui essi si ancorano viene rielaborato, sinchè diventa utilizzabile per esprimere l'appagamento di desiderio. Quanto più intenso e dominante nei pensieri del sogno è lo stato d'animo penoso, con tanto maggiore sicurezza gli impulsi di desiderio più intensamente repressi coglieranno l'occasione per essere rappresentati. Infatti, nell'esistenza attuale del dispiacere, che dovrebbero altrimenti creare da soli, essi trovano gia' compiuta la parte più difficile del lavoro che li porta a farsi largo nella rappresentazione onirica."(Freud, 1899, p. 446).
I sogni di angoscia, i cosiddetti incubi che portano al risveglio del sognatore, impegnarono a lungo Freud perche' presentavano una apparente massima contraddizione con la teoria dell' appagamento di desiderio.
Sebbene la sua teoria sull'angoscia fu oggetto di profonde revisioni(ad es. 1925 e 1932, lez. 32) Freud (1915-17) formulo' sempre a proposito dei sogni di incubo una particolare ipotesi: "...i sogni paurosi hanno spesso un contenuto del tutto inalterato, sfuggito per cosi' dire alla censura. Il sogno pauroso e' spesso l'aperto adempimento di un desiderio [represso] il quale naturalmente non e' gradito, bensi' respinto. L' angoscia ha preso il posto della censura....Il sogno d'angoscia e' di solito un sogno dal quale ci si sveglia; usiamo interrompere il sonno prima che il desiderio onirico represso abbia potuto ottenere il suo pieno esaudimento contro la censura. In questo caso il lavoro eseguito dal sogno e' fallito, ma la sua natura [guardiano del sonno] non e' per cio' mutata...Se accade che, per caso, [la censura] si senta impotente di fronte ad un desiderio onirico che minacci di sopraffarla, essa, anziche' servirsi della deformazione, ricorre all' ultimo mezzo che le rimane e pone fine allo stato di sonno mediante l' angoscia."(p. 384-85-86).
Per quanto riguarda i sogni di punizione Freud sostiene che anche questi sono appagamenti di desideri, non pero' di quelli delle spinte pulsionali, ma di quelli del Super-Io, dell' istanza critica, censoria e punitrice della vita psichica: cio' che viene soddisfatto nei sogni di punizione e' il desiderio del sognatore di essere punito per i suoi impulsi rimossi ed illeciti. (1899, p. 508).
I sogni di controdesiderio, quelli cioe' che hanno come contenuto la frustrazione di un desiderio oppure qualcosa di palesemente indesiderabile, vengono ricondotti a due principi fondamentali: il primo e' che il paziente in analisi, trovandosi in una fase di resistenza, puo' desiderare che l'analista abbia torto, e contraddire cosi' con il sogno la sua teoria onirica; l' altro principio vede nel sogno di controdesiderio l'appagamento di desideri masochistici attraverso un'apparente frustrazione. (Ibid. cap. 4).
L'unica autentica eccezione che faceva ammettere a Freud che non tutti i sogni sono appagamenti di desiderio e' quella costituita dai sogni traumatici, quei sogni cioe' che riportano alla memoria uno choc, un grave trauma psichico (frequenti nelle nevrosi traumatiche), oppure i sogni che, durante un' analisi, riportano alla memoria esperienze penose dell' infanzia.
In "Al di la' del principio di piacere"(1920) sostiene che questi sogni non sono governati dal principio di piacere ma che la loro funzione e' quella di "...tentare di dominare lo stimolo retroattivamente, facendo insorgere l'angoscia la cui mancanza fu la causa della nevrosi traumatica."(p. 218).
In questo testo arriva a sostenere che ci sia la possibilita' che la funzione prima del sogno possa essere il soddisfacimento della coazione a ripetere.
Ma nella ventinovesima lezione di "Introduzione allo studio della psicoanalisi"(1932) Freud ritorna definitivamente alla sua prima opinione sostenendo che i sogni traumatici non svolgono una funzione diversa da quella dell' appagamento del desiderio, ma che piuttosto sono casi nei quali il tentativo di appagare un desiderio non ha avuto successo: " Nulla di male, penso, ad ammettere che in questo caso la funzione del sogno viene meno. Non voglio appellarmi al detto che la eccezione conferma la regola: la sua saggezza mi sembra molto dubbia. Ma e' certo che l'eccezione non abolisca la regola.....Noi diciamo che il sogno e' un appagamento di desiderio: se volete tenere conto delle ultime obiezioni, dite pure che il sogno e un tentativo di appagamento di desiderio."(p. 143, 144).
1.6. FUNZIONE DEL SOGNO.
Arrivati a questo punto nell' analisi della teoria onirica di Freud si è in grado di comprendere quale funzione egli attribuisca al sogno per la vita psichica dell'uomo.
Mi soffermo per un momento a considerare le implicazioni fisiopsicologiche del sonno, ricordando ovviamente che al tempo di Freud queste erano ancora piuttosto arretrate.
Durante la vita di veglia l' Io, per svolgere le funzioni a cui e' deputato (mantenimento del sistema difensivo, esame di realta', funzione integrativa, mantenimento dei confini interni ed esterni... ) utilizza un grande quantitativo di energia di investimento proveniente da fonti fisiologiche. “L'organismo pero' non riesce a trasformare l' energia fisiologica in investimento dell' Io cosi' rapidamente come l 'Io la utilizza in stato di veglia. Percio', durante la vita di veglia, il quantitativo disponibile di investimento dell' Io decresce progressivamente fino a che non viene raggiunto un certo grado di esaurimento da cui deriva il bisogno di dormire.”(Weiss, 1960, p. 423).
Nella concezione psicoanalitica il sonno serve all'Io per interrompere temporaneamente il lavoro psichico e fisico della veglia e ricaricare cosi' il "serbatoio" di energie di investimento. Per questo Freud sostiene che quando l' Io si stabilizza sul desiderio di dormire "cerca di confiscare tutti gli investimenti che emette e di istituire un narcisismo assoluto" (Freud, 1915, p. 92): rinuncia percio' a tutti i suoi interessi oggettuali ritirandosi in modo pressoche' completo dal mondo circostante e, per quanto concerne gli stimoli psichici, cerca di ritirare gli investimenti da tutti i contenuti preconsci.
Per Freud il sonno e' una regressione allo stadio prenatale : ".. ci ritiriamo temporaneamente nello stato anteriore alla nascita, nello stato endouterino. Cerchiamo per lo meno di crearci delle condizioni molto simili a quelle di quell' epoca: calore, oscurita', assenza di stimoli. Alcuni tra noi si raggomitolano strettamente in se stessi, assumendo nel sonno una posizione simile a quella che avevano nel grembo materno."(1915-17, p. 264)
Solo questo " tentativo di disinteressarsi " completamente del mondo esterno ed interno permette all' Io del soggetto di addormentarsi e di riacquistare cosi' le energie spese durante la veglia.
Il sonno, pero', puo' essere disturbato da diversi stimoli che, minacciando lo stato di narcisismo, possono obbligare l' Io ad attivare investimenti preconsci e determinare cosi' il risveglio.
Gli elementi suscettibili di turbare il sonno possono essere di natura endogena: innanzitutto gli ormai noti desideri inconsci che si sforzano continuamente di arrivare alla coscienza; e poi i processi residuali della vita vigile come preoccupazioni, assilli, timori, desideri che continuano ad essere attivi a livello preconscio (residui diurni); ed ancora desideri, bisogni, stimoli di natura somatica. Inoltre, chiaramente, gli elementi perturbatori del sonno possono essere impressioni sensoriali di origine esogena, e cioe' provocate da stimoli fisici attualmente agenti sul soggetto che dorme.
E' a questo punto che possiamo comprendere la funzione che Freud attribuisce al sogno: “collegando gli eccitamenti psichici preconsci e gli eccitamenti somatici con un desiderio inconscio, ed elaborandoli in un desiderio onirico che viene appagato nel sogno in modo allucinatorio, il lavoro onirico fa in modo che il sonno continui.” (Nagera, 1969, p. 28). Cosi' il sogno ha la possibilita' di neutralizzare, attraverso il soddisfacimento allucinatorio, gli stimoli, gli eccitamenti, i bisogni, che disturbano il sonno. Pertanto “ in un certo senso tutti i sogni sono sogni di comodita' , ubbidiscono all' intento di continuare il sonno, anziche' a quello di svegliarsi. Il sogno e' il custode, non il perturbatore, del sonno.” (Freud, 1899, p. 218).
Bibliografia
Per la traduzione italiana degli scritti di S. Freud si fa riferimento alle “Opere”, edite da Boringhieri, Torino 1967-1980, in 12 volumi.
Dott. Gino Rimondi, Psicologo, Bologna
Scrivi articoli di psicologia e psicoterapia e ti piacerebbe vederli pubblicati su Psiconline?
per sapere come fare, Clicca qui subito!