L’LSD cambia la percezione del tempo
Le persone che fanno uso di LSD sono incapaci di raccontare di sè e mostrano un’identità narrativa alterata
L’uso del Dietilammide-25 dell'acido lisergico (LSD) provoca cambiamenti nel modo in cui le persone percepiscono il tempo.
L‘LSD è una droga allucinogena sintetica che, assunta in dosi massicce, fa sperimentare un senso di atemporalità e dissociazione dal proprio vissuto personale, un fenomeno conosciuto come "dissoluzione dell’ego”.
Questa ricerca di imaging cerebrale ha dimostrato che l'uso dell’LSD causa una riduzione dell’attività in una parte del cervello chiamata network di modalità predefinita o DMN, deputata a ripercorrere e ricordare le esperienze passate attraverso il pensiero.
Un team di ricercatori, guidati dalla Dott.ssa Jana Speth dell 'Università di Dundee, ha cercato di quantificare le alterazioni legate alla percezione del tempo, mettendole in relazione con l'attività cerebrale dell’area DMN, in uno studio dove i partecipanti coinvolti facevano uso di LSD.
Venti volontari hanno partecipato alle due sessioni di laboratorio, intervallate da almeno due settimane di distanza. Ad ogni partecipante è stata somministrata una dose di LSD e una dose di placebo, selezionando in maniera randomizzata metà soggetti che ricevevano LSD durante la prima sessione e una dose placebo nella seconda sessione, oppure viceversa per la restante metà.
Due ore dopo aver assunto la dose di LSD o placebo, l'attività cerebrale dei partecipanti è stata monitorata utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI), finalizzata ad indicare quali parti del cervello erano più o meno attive.
In seguito, ai partecipanti veniva chiesto cosa avevano pensato mentre veniva effettuata loro l’fMRI. Le loro risposte sono state analizzate per valutare quanti pensieri erano rivolti alle esperienze passate, presenti e future.
Nella condizione placebo, se questa era seguente a quella con LSD, è risultato che i partecipanti pensavano meno al passato. Allo stesso tempo, l'analisi fMRI ha mostrato un’attività della regione DMN significativamente inferiore dopo l’uso dell’LSD rispetto all’altra condizione.
Questi risultati confermano l’ipotesi che gran parte degli effetti di alterazione della percezione temporale dopo l’uso dell’ LSD sono causati dall'azione che tale droga ha sul sistema cerebrale DMN.
Speth e i suoi colleghi hanno rilevato dallo studio un effetto selettivo dell’LSD su aree cerebrali legate all’esperienza passata; ciò significa che, sotto uso di LSD rispetto alla condizione placebo, i soggetti facevano meno “viaggi mentali” ambientati nel tempo passato.
Questi risultati fanno luce sul fenomeno della dissoluzione dell’ego; in particolare, si evidenzia come l’uso di LSD renda incapaci di raccontare di sè ed alteri la propria identità narrativa, facoltà fortemente associate con il pensiero autobiografico.
In aggiunta, gli autori dello studio evidenziano che questi dati possono avere implicazioni per il trattamento di alcuni disturbi dell’umore, in quanto:
1. l’eccessiva attenzione per il proprio passato è solitamente sintomo di depressione;
2. Precedenti studi di imaging hanno riscontrato che le persone che soffrono di depressione tendono ad avere livelli elevati di attività nella regione DMN rispetto a quelle non depresse.
Pertanto, se si riuscissero ad identificare i componenti chimici dell’LSD che modulano l'attività della regione DMN, si potrebbe sfruttare il potenziale di questa sostanza per controllare pensieri ruminanti e dannosi rivolti al passato.
Tratto da PsyPost
(Traduzione e adattamento a cura delle Dottoresse Benedetta Marrone e Ilaria Addorisio De Feo)
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