Pubblicità e fantasma di morte
Sulla buona strada, campagna di sensilbilizzazione sulla sicurezza stradale. Su “psiconline” uno studio analitico delle psicodinamiche inscritte negli spot e sull’uso pubblicitario del “fantasma di morte”, uno studio psico-semiologico puro, ma non esente da rilievi tecnici ed etici.
Il 22 marzo 2016 è partita “Sulla buona strada”, la campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, una pubblicità progresso che ha come nobile obiettivo quello di ridurre le morti per incidente stradale.
Sono stati elaborati e divulgati cinque “particolari” spot sulle principali cause d’incidenti mortali dovuti a comportamenti specifici: le cinture di sicurezza non allacciate, l’uso del telefonino mentre si guida, la velocità e l’indifferenza verso gli utenti deboli della strada, il mancato uso del seggiolino per bambini, il mancato uso delle luci di sicurezza.
“Tornare indietro è impossibile: resta sulla buona strada” è il registro verbale utilizzato insieme al registro visivo, i volti e le brevi storie dei sei protagonisti. Il messaggio è semplice e chiaro: di strada si può morire e tornare indietro è impossibile. Ogni protagonista della campagna pubblicitaria si presenta con qualche caratteristica della propria individualità e il racconto della propria tragica contingenza. Il monito è sempre lo stesso: il mancato rispetto del codice della strada può uccidere e può ucciderti.
Gli spot riguardano Paolo e la cintura di sicurezza, Carolina e la distrazione alla guida, Giorgia e la visibilità dei ciclisti, Fabio e Dario e la velocità, Luca e il seggiolino di sicurezza.
Cinque spot per sei personaggi, cinque spot per cinque brevi storie, cinque spot per un solo fantasma, il più angosciante, il più terribile, il più diffuso, il “fantasma di morte”.
Seguiteci con attenzione e costanza perché da ora inizia su “psiconline” uno studio analitico delle psicodinamiche inscritte negli spot e sull’uso pubblicitario del “fantasma di morte”, uno studio psico-semiologico puro, ma non esente da rilievi tecnici ed etici.
A cura del dottor Salvatore Vallone
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