Riflessioni sulla Fantasia
Nella produzione mentale del bambino si possono distinguere funzioni proprie dell'attività intellettuale e del pensiero, e funzioni proprie dell'attività fantastica.
Le produzioni intellettive sono costituite da forme di ragionamento intuitivo e transduttivo che preludono al pensiero operatorio.
La produzione fantastica è data da rappresentazioni mentali, da immagini, derivate dalla realtà e trasligurate. Esse si muovono, assumono torma e vita propria, si scompongono in elementi più semplici e si ricompongono in unità complesse e diverse dalle precedenti. E questo un inarrestabile ed infirilto gioco di produzione immaginaria a cui sono associate sensazioni, emozioni e profondi turbamenti dell'animo.
Le forme impalpabili della fantasia sono presenti nei pensieri dei bambini, nelle fiabe, nei giochi che essi sviluppano sia singolarmente sia in gruppo.
Tralasciando qui di rivolgere la nostra attenzione sugli aspetti propri delle fiabe e su altri aspetti specifici della vita del bambino, come il gioco, l'attività grafico-pittorica, il racconto, vogliamo fare alcune rapide considerazioni generalisullaproduzionefantasticanel periododai3 ai Ganni; appunti e riflessioni che possono valere per ogni torma di vita odi produzione mentale caratterizzata dalla fantasia.
a) La prima riflessione ci porta a ribadire il principio secondo il quale l'attività fantastica svolge una funzione equilibratrice nel complesso sistemadella vita psichicadel soggetto.
Venendo a contatto con la realtà, il bambino si imbatte in una serie di difficoltà e di awersità che vive in modo drammatico, sperimentando l'asprezza e la violenza del mondo della concretezza. Inevitabili emergono delle frustrazioni che potrebbero portare il soggetto a concepire il reale in modo ineluttabilmente pericoloso ed ostile. Ma la fantasia permette al bambino di rendere flessibili ai propri desideri ed aspettative le manifestazioni reali, attraverso la trastormazione fantastica dei dati, degli oggetti e delle vicende concrete. In tal modo la durezza e l'aggressività del mondo vengono ammorbidite, modificate, e il bambino trasfigura il reale in una serie infinita difatti immaginari, soddisfacenti e piacevoli.
L'animismo infantile è un modo per dar vita a cose inanimate, ma anche per trasfigurarle secondo proprie esigenze e aspettative. Con la tantasia, il reale pericoloso ed awerso viene esorcizzato e in tal modo vengono neutralizzati conflitti e frustrazioni.
b) La fantasia permette di evocare situazioni felici e rassicuranti. Essa permette al bambino di "giocare" con i suoi fantasmi e di sistemarhi in vicendegradevoli-sgradevoli, con sicure vittorie conclusive. In tal modo il bambino appaga desideri nascosti difficilmente realizzabihi. L'elemento magico è una creazione diretta a controllare a proprio piacere il mondo reale ed a piegarlo alle proprie aspettative. Nel mondo della fantasia l'inverosimile e l'incredibile diventano possibili e realizzabili.
Con la fantasia il mondo esterno e quello interno perdono i rispettivi confini, si intersecano e si mescolano. Il mondo della fantasia si carica di elementi concreti, il mondo reale viene trasfigurato.
c) Il bambino è solito dividere sia il mondo reale che quello fantastico in modo manicheo:
- da una pare ci sono i buoni. dall'altra ci sono i cattivi.
- I buoni sono persone, animali, oggetti, immagini, elementi che danno sicurezza, affidamento, aiuto, amore, protezione,
- i cattivi sono persone, animali, oggetti ed elementi che sono ostili, malvagi, e provocano danno, aggressività, pericolo.
Potere della fantasia è quello di inventare situazioni e fatti che sono favorevoli al bambino: egli crea e trastorma questo mondo a suo piacere, secondo i suoi sconfinati desideri e le sue innumerevoli esigenze.
In questo mondo di buoni e cattivi egli impersona l'eroe delle vicende, forte ed invincibile il quale, aiutato dagli elementi benefici, entra in conflitto con le forze del male distruggendole ed annientandole.
ln tal modo vive una vita eroica e mitica, piena di pericoli e di asperità, riuscendo sempre a vincere e ad imporsi sulle forze del male.
La divisione del mondo reale o immaginario nelle due categorie dei buoni edei cattivi è una costante che si ritrova in ogni tempo. I bambini dì tutte le epoche storiche hanno inteso la vita come un campo di Lotta fra le forze del bene e quelle del male. Le variabili di questo modo di vedere e valutare il mondo sono da vedersi nelle cose, negli oggetti, nelle persone e negli animali che il bambino inserisce nelle due categorie. Qualche decennio fa erano ancora figure buone quelle dell'orsacchiotto, della bambola, della fata, del buon mago, dell'amico fedele, dell'oggetto fatato, mentre le figure cattive erano rappresentate dal lupo divoratore, dalla strega, dall'oggetto malefico e dal personaggio oscuro e malvagio. Poiché le figure nascono da un rapporto interattivo tra la propria vìta interna e l'ambiente, è possibile che, oggi, nella fantasia, il bambino abbia sostituito a queste figure tradizionali alcune più moderne, mutuate dalla vita reale. Ma a prescindere dalle variabili contenutistiche, gli aspetti formali della lotta tra buoni e cattivi, tra elementi positivi e negativi non cambiano.
E' questo, infatti, un meccanismo psichico che viene messo in atto per distruggere simbolicamente ed anche concretamente, quello che di minaccioso, di perverso, di pericoloso e di aggressivo è presente nella propria anima.
Nella nostra era moderna e telematìca, governata soprattutto dai prodotti della ragione, il bambino riesce a vivere una vita fantastica?
Certamente si. Anzi, se è vero che esistono dei meccanismi psichici compensatori, oggi più che mai il bambino ricorre alla vita della fantasia, quasi per arginare la noia di un mondo massimamente organizzato e programmato, eppure così pieno di pericoriedi ostacoli, così imperfetto ed ingiusto.
Il bambino non può sottrarsi a! fascino di un mondo magico, in cui le immagini e le rappresentazioni non obbediscono, così come accade nel sogno, alle leggi e alle regole della ragione e dove, diversamente dalla vita sorare tutto può andare al dì là delle determinazioni del tempo e dello spazio, oltrepassar,do i limiti della logica.
Il "mondo incantato" non è finito e non potrà avere mai
L'immaginario, oltre a rappresentare una vera e propria esigenza psicologica, e ad essere un mezzo efficace per dar vita e sviluppo agli stati emozionali dell'animo, costituisce sempre uno deg!i elementi fondamentali ed indispensabili della psiche umana, in particolar modo di quella dell'infanzia.
Oltre che per un'equilibrata vita psichica, questo modo di cogliere e di costruire nel contempo la propria vita interiore, è un principio fondamentale per la genesi della coscienza morale del fanciullo.
Dott. Antonio VITA - Psicologo - psicoterapeuta - RECANATI (MC)
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