L'MDMA nel trattamento del disturbo da stress post-traumatico
Un nuovo studio pubblicato nella rivista “Psychopharmacology” ha scoperto che l'MDMA, noto anche come ecstasy, può essere utile nel trattamento del disturbo da stress post-traumatico.
Lo studio ha dimostrato miglioramenti sostanziali nelle persone che non hanno ottenuto risposte positive dai trattamenti precedenti, secondo il Dottor Zach Walsh dell'Università della British Columbia.
“I sintomi di disturbo da stress post-traumatico sono diminuiti dopo una sessione di MDMA associata alla psicoterapia”, ha riferito Walsh, co-autore dello studio.
Ha inoltre aggiunto che il 54% dei partecipanti non soddisfa più i criteri di disturbo da stress post-traumatico dopo due sessioni e che vi era un miglioramento netto anche nei sintomi della depressione.
Durante lo studio, la risposta alla psicoterapia assistita da MDMA è stata confrontata con quella di pazienti che hanno ricevuto trattamenti farmacologici standard associati alla psicoterapia o non farmacologici.
“Questi risultati sono promettenti e indicano l'importanza di condurre studi più ampi”, ha proseguito Walsh.
“Troppe persone con disturbo da stress post-traumatico fanno fatica a trovare un trattamento efficace e l'uso di MDMA in un ambiente di supporto con professionisti della salute mentale addestrati potrebbe essere un traguardo importante per le diverse opzioni di trattamento”.
Quasi il 4% della popolazione mondiale svilupperà o soffrirà di disturbo da stress post-traumatico durante la loro vita.
Seguendo la classificazione del Disturbo da Stress Post-Traumatico, il DSM-5 ritiene che un elemento fondamentale nella descrizione della diagnosi sia “l’esposizione ad un fattore di stress traumatico che coinvolge in maniera diretta il soggetto esponendolo a morte fisica, minaccia o gravi lesioni alla propria integrità fisica”.
Secondo il DSM-5 “l’evento traumatico può essere ri-sperimentato in vari modi. Comunemente la persona ha ricordi ricorrenti e intrusivi dell’evento; in casi rari, la persona sperimenta stati dissociativi che durano da pochi secondi a diverse ore, durante i quali rivivono, attraverso flashback intrusivi, le memorie traumatiche, e si comporta come se ri-vivesse l’evento in quel preciso momento. Un intenso disagio psicologico o reattività fisiologica si verifica spesso quando la persona è esposta ad eventi o situazioni che assomigliano o simbolizzano un aspetto dell’evento traumatico”.
Tale psicopatologia è pertanto debilitante, con sintomi come pensieri e ricordi intrusivi, effetti negativi sul pensiero e sull'umore, depressione, iperattività, reattività ed evitamento.
Le persone affette da disturbo da stress post-traumatico possono sperimentare una qualità della vita e delle relazioni molto più bassa, condizione di salute mentale correlate e forti tendenze suicide.
L'ecstasy, conosciuta anche come Molly, è il soprannome della 3,4-metilenediossimetanfetamina, sostanza psicoattiva appartenente alla classe delle feniletilamine, dagli effetti stimolanti ed entactogeni, anche se non propriamente psichedelici.
In diversi paesi del mondo è classificata come stimolante con proprietà allucinogene, e perciò illegale.
Per lo studio, il Dottor Walsh, oltre a ricercatori negli Stati Uniti, in Svizzera e in Israele, hanno analizzato i risultati di sei studi clinici condotto su 103 persone.
I partecipanti alla prova includevano siano uomini che donne con diagnosi di disturbo da stress post-traumatico cronico resistente al trattamento per una varietà di cause.
Basandosi sui risultati, la Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha concesso la designazione della psicoterapia per il Disturbo da stress post-traumatico assistita da MDMA (MDMA-assisted psychotherapy for PTSD), riconoscendo che “potrebbe dimostrare un sostanziale miglioramento rispetto alle terapie esistenti” e accettando di accelerarne lo sviluppo e la revisione.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro
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