Sindrome Fobico-Ossessiva con conseguente disordine alimentare - Un caso clinico osservato con indirizzo comportamentale
Un caso clinico osservato con indirizzo comportamentale.
Quello che illustriamo di seguito è il caso di una ragazza di 18 anni, di ceto sociale medio che da circa 3 anni presenta un problema di obesità prodotta da un notevole aumento ponderale che ha scatenato in lei notevoli problemi con il proprio corpo considerato brutto, grasso, cellulitico, etc.
Per questo motivo si è rivolta ad una dietologa che le ha prescritto una dieta ipocalorica.
Contemporaneamente si innescava una nuova patologia di tipo fabico-ossessivo. La paziente iniziava a provare "schifo" per tutto ciò che la circonda come, ad esempio, le maniglie delle porte, le sedie, gli oggetti che fanno parte della sua casa come il telecomando del televisore, il cibo toccato da altre persone, lo stringere la mano a qualcuno e, soprattutto, questo senso di "schifo" era rivolto verso il sesso maschile.
Giunta alla nostra osservazione dichiara di non ricordare il momento di inizio della problematica di cui si lamenta in seduta ma di poterne collocare il momento di peggioramento a livello patologico all’incirca all’autunno precedente (circa 6 mesi).
Per quanto riguardano gli antecedenti remoti che hanno scatenato il comportamento patologico, dalla sua storia personale si evidenzia che i primi fattori che hanno sensibilizzato la ragazza per quel tipo di problema sono stati: le continue raccomandazioni del padre su ciò che doveva manfgiare, dove doveva andare, quali amicizie scegliere, in che strada passare, etc.; tutto questo accentuato dal comportamento del padre il quale era anch’esso fobico-ossessivo.
I meccanismi che hanno determinato l’apprendimento di certi comportamenti possono essere: apprendimento per modelling ossia apprendimento per imitazione, ed apprendimento per scheping cioè per modellamento, in questo caso del padre.
Sempre dalla sua storia personale viene fuori un episodio per la ragazza molto significativo cioè quello della nonna paterna che racconta alla nipote di aver sognato che la stessa fosse rimasta incinta, al cui racconto è seguita, da perte del soggetto, una spropositata paura che il sogno si verificasse in concreto.
Ma il fattore scatenante la patologia sembra essere stato il racconto di un’amica all’età di 13-14 anni su alcuni particolari di un rapporto sessuale avvenuto tra un’altra coppia.
Questo ha determinato una fobia sessuale per i genitali maschili appresa per condizionamento classico e si è mantenuta per condizionamento operante.
Lo stimolo (racconto) ha sviluppato un comportamento di fuga o di evitamento come risoluzione dell’ansia e solo attraverso particolari meccanismi ripetitivi (rituali).
Dott.ssa Linda D’Eusanio, Psicologo, Psicoterapeuta
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