La relazione materna: una catena che unisce tante generazioni
Ogni madre, con il suo stile educativo, è il prodotto dell’esperienza della propria madre con la sua, e di tutte le altre donne che, generazione dopo generazione, hanno tramandato stili di accudimento ed emozioni, esperienze di vita reale che rinascono sempre in una nuova forma ed in una nuova storia.
Sarà capitato a molti di scoprirsi a riflettere su quanto un proprio (od altrui comportamento), o modo di atteggiarsi, o frase, fosse assimilabile a quello della propria madre o, in alcuni casi, nonna.
Non si tratta né di una riflessione sbagliata e neppure di un pensiero insensato, al contrario è reale e con un fondamento, se facciamo riferimento alla trasmissione intergenerazionale non solo di tradizioni familiari ma anche di comportamenti, modi di interagire, esperienze ed emozioni.
Partiamo da un presupposto, ossia che ogni scambio relazionale comporta una condivisione di informazioni, e dunque, potenzialmente, un arricchimento per ciascun membro della relazione. Quando poi si parla di una relazione fondante per l’essere umano, come la relazione materna, allora l’arricchimento non è solo nei contenuti dell’informazione ma anche nella forma dello scambio comunicativo, ossia nel modo con cui si intesse la relazione e nelle emozioni che la relazione stessa crea, scambia e condivide.
Aggiungerei un altro tassello: oltre a tutte queste informazioni, nella relazione materna lo scambio riguarda anche le storie, storie personali che ognuno si porta dentro che non sono solo individuali e vissute in prima persona, ma anche generazionali. Ogni diade relazionale ha diversi piani di contenuto: l’informazione che si scambia in un dato momento, la forma con cui l’informazione viene scambiata, la struttura di rete familiare (e dunque di altri scambi) da cui la forma può essere stata influenzata ed infine il contenuto emotivo, che circoscrive e caratterizza non solo lo scambio ma la diade relazionale stessa.
Ciò significa che ognuno di noi nei propri modi di comportarsi ed interagire esprime non solo le proprie capacità personali, ma anche un bagaglio di modalità interattive e comportamentali che arrivano direttamente dal passato. Ma se diamo per accreditata questa idea, allora possiamo dire che ciascuno diventa uno strumento di trasmissione generazionale, un anello di una lunga catena intergenerazionale che lega passato, presente e futuro. E ad ogni passaggio la trasmissione si può arricchire di altre informazioni, in un processo emotivo infinito. Se tutto ciò è vero per ogni tipo di relazione, pensiamo a quanto valore in più acquisisce quando parliamo della relazione materna, il rapporto più formativo in assoluto, il più ricco a livello emotivo, perché tutti portiamo dentro di noi ricordi legati alle nostre madri, e queste ultime delle loro, in una risalita infinita lungo un albero genealogico secolare.
Questa trasmissione generazionale non fa selezione valoriale dell’informazione, ossia non filtra la bontà o dannosità delle modalità interattive che tramanda, dunque la tendenza che viene a crearsi è una ripetizione di modalità già conosciute, in una coazione a ripetere che rassicura tenendoci su un terreno già conosciuto, già battuto, anche se in maniera indiretta ci porta qualcosa di familiare.
È questa la strada attraverso cui si ripetono tanto i legami accuditivi positivi ed amorevoli, quanto i legami maltrattanti, soprattutto quando non compensati. Tutto questo è racchiuso in un grande contenitore di memoria emotiva, che lega fra loro anche vite e persone lontane generazioni, che non si incontreranno mai, ma che influenzeranno altre esistenze.
Ogni madre, con il suo stile educativo, è il prodotto dell’esperienza della propria madre con la sua, e di tutte le altre donne che, generazione dopo generazione, hanno tramandato stili di accudimento ed emozioni, esperienze di vita reale che rinascono sempre in una nuova forma ed in una nuova storia.
Dunque ognuno di noi è il prodotto di tante altre esistenze che si sono incrociate fra loro per dare vita ad un individuo in sé unico ed irripetibile, con il suo bagaglio di esperienze sia positive che negative, tutte con un proprio valore perché sono quelle che hanno dato struttura e forma alla nostra esistenza.
Articolo a cura della Dottoressa Amati Maria, Psicologa Psicoterapeuta familiare
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