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La Resilienza Emotiva come reazione alla Sindrome di Rebecca

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Nell’attuale contesto affettivo-relazionale la gelosia retroattiva emerge come un anacronismo, un oggetto fuori luogo, inopportuno e alieno alle dinamiche della società liquida teorizzata da Zygmunt Bauman

la gelosia retroattiva . La Resilienza Emotiva come reazione alla Sindrome di RebeccaLa mente è il proprio luogo,
e può in sé fare un cielo dell’inferno, un inferno del cielo.
(Milton, Paradiso Perduto, Libro I, vv. 252/253)

Nell’attuale contesto affettivo-relazionale la gelosia retroattiva emerge come un anacronismo, un oggetto fuori luogo, inopportuno e alieno alle dinamiche della società liquida teorizzata da Zygmunt Bauman. Sebbene la liquefazione degli equilibri emotivi tradizionali stia ridisegnando modelli e comportamenti, un numero elevato (e insospettabile) di uomini si manifesta affetto da questa instabilità.

Si tratta di una realtà fino a pochi anni fa ancora troppo ignorata o considerata marginale. Qualcuno vuole riconoscere in essa una reazione difensiva alla rapidissima emancipazione sessuale femminile (evolutasi in un arco di circa 50 anni), che ha eguagliato e, per certi versi, sbaragliato le pratiche ancestrali legate alla competitività sessuale tra maschi. Le sfumature del disagio si presentano variegate e rappresentano un ampliamento del concetto classico della gelosia di coppia, prima circoscritto prevalentemente al presente. Occorre stimolare l’emersione del disagio, sopratutto per riconoscere i comportamenti che possono assumere il carattere del disturbo ossessivo compulsivo e finanche degenerare in drammi individuali e di coppia non sempre prevedibili.

Premesse le dovute considerazioni dei casi individuali, è possibile tracciare delle costanti che permettono di sviluppare una visione globale e quindi formulare delle indicazioni di massima.

Il malessere si manifesta spesso con gradienti apprezzabili di ossessività e l’individuo dovrà sviluppare una robusta resilienza emotiva per ri-mappare quei territori dell’affettività che considerava ormai noti. All’esterno non sono disponibili soluzioni o vie di fuga, tutt’altro, gli stimoli provenienti dalla massificazione culturale (sia dall’alto sia dal basso) acuiscono e omolagno la stratificazione dell’humus percettivo.

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Finanche possiamo mettere sotto accusa un pansessualismo che contribuisce a rafforzare l’interiorizzazione di una imago erotica confezionata ad arte, precisamente per fidelizzare l’immaginazione individuale. I neuroni specchio faranno il resto.

È ormaI noto che il cervello non sia in grado di distinguere tra realtà e immaginazione, per l’appunto l’immaginazione collettiva è la matrice dove vengono impressi cliché sessuali impacchettati altrove e disseminati come panacea della realizzazione affettiva e personale. Almeno questo è quello che il cervello registra (un immaginario pronto all’uso) quindi questo è quello che il cervello restituisce anche nelle visioni-invenzioni di natura ossessiva.

Le possibilità di riscatto, per la propria emotività, sono molteplici e soggiacciono a una presa di coscienza delle proprie risorse interiori. Innazi tutto occorre la consapevolezza che non tutto ciò che avvertiamo come “bagaglio percettivo personale” sia frutto della nostra libera volontà, infatti gli stimoli esterni giocano un ruolo fondamentale, ed è proprio questo il punto di partenza per avviare la crescita della propria resilienza cognitiva e comportamentale. Malgrado l’individuo ormai evolva le sue peculiarità relazionali nella società dell’apprendimento permanente, è disarmante constatare come il concetto popolare di lifelong learning non abbia lambito la sfera delle risorse psichiche.

In altre parole, sappiamo ormai di dover apprendere sempre nuove conoscenze, abilità e competenze, soprattutto per esigenze lavorative e sociali, ma questo tracciato non proietta un riflesso nitido nell’area dell’affettività e della gestione delle emozioni. La cosiddetta società della conoscenza deve aprire nuove opportunità di apprendimento anche verso le risorse interiori, al fine di promuovere un’autonomia dell’apprendimento emotivo, proprio come si fa con i saperi legati alla produttività. 

Il materiale immaginifico che il geloso retorattivo rielabora in continue finzioni individuali, rappresenta l’ultimo scarto di una produzione di “retorica erotica” massificata e a buon mercato. Quanti riescono a svegliarsi da questa attenuazione di coscienza e rendersi consapevoli di essere meri recettori e non sorgenti? Il peggior risultato della società consumistica si rivela nell’individuo che ricerca la felicità sempre fuori da sé stesso, che delega la propria gratificazione esclusivamente a qualcun altro.

Il rapporto di coppia viene investito di aspettative eccessive, spesso inverosimili, si articola in dinamiche do ut des infantilmente sbilanciate verso la parte più egocentrica e immatura, nel nostro caso spesso è l’uomo.

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Ebbene, il geloso retroattivo (e ogni geloso in generale) deve “imparare ad imparare”. Questa è una competenza che non va intesa soltanto in termini cognitivi, ovvero l’apprendere in autonomia nuove abilità e/o consolidare nuove competenze, bensì è un’attitudine a ri-elaborare anche le proprie strutture mentali, culturali ed emotive. Indica non solo la meta-cognizione ma anche la meta-emotività, pertanto deve tendere a sviluppare altresì una consapevolezza sul proprio spazio interiore e sulle forze che lo governano.

Spesso per attivare un cambiamento importante non occorre una “rivoluzione copernicana” delle proprie abitudini, bensì è sufficiente agire sulla propria routine e cominciare a modificare piccoli dettagli, comportamenti e stili di pensiero, persino il linguaggio che concretizza nell’atto verbale i nostri pensieri, in positivo e in negativo.

Diversamente il geloso resterà bloccato nella gabbia dei propri condizionamenti e, come sappiamo, non esiste carcere più duro e angusto della propria mente.

 

Letture consigliate:

  1. Cantoni (2014), La resilienza come competenza dinamica e volitiva, Giappichelli Editore, Torino.
  2. Nizzolino (2012), Gelosia retroattiva maschile, Edizioni Psiconline, Francavilla al Mare.
  3. Bauman (2003), Amore liquido, Laterza, Bari.
  4. Bauman (2005), Vita liquida, Laterza, Bari.

 

 

(Articolo a cura del Dott. Salvatore Nizzolino, autore del libro Gelosia Retroattiva Maschile, Ed. Psiconline)

 

 

 


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Tags: gelosia retroattiva società liquida

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