Approccio terapeutico alle disfunzioni sessuali
Il rapporto terapeuta-paziente, specie su tematiche sessuali, deve garantire disponibilità, gentilezza, ascolto empatico, discrezione, un linguaggio appropriato ed un preciso rispetto dei limiti interpersonali.
Come osservato nel precedente articolo “Le disfunzioni sessuali maschili e femminili”, diversi sono i fattori coinvolti nell'eziologia dei disordini sessuali.
Dal punto di vista terapeutico sono molti gli approcci e le tecniche sessuali sviluppate nel corso del tempo. Allo stesso tempo, si predilige pertanto un gruppo di lavoro multidisciplinare, con l'obiettivo di personalizzare il trattamento e ricercare un equilibrio clinico in virtù dei fattori biologici, psicologici e relazionali coinvolti.
L'anamnesi generale dell'utente,insieme a quella sessuologica e l'esame obiettivo, costituiscono i cardini della diagnosi nella maggior parte dei casi in cui sono presenti disfunzioni sessuali.
L'importanza di condurre un'anamnesi più accurata rappresenta un grande vantaggio, in quanto limita l'approfondimento strumentale e di laboratorio, andando così incontro al cliente e diminuendo i costi sociali.
Tra gli strumenti anamnestici possono essere utilizzati sia dei questionari che delle interviste strutturate, in quanto possono consentire un adeguato inquadramento eziopatogenetico nonché una misurazione della gravità del sintomo.
Essendo la sessualità un aspetto che influenza fortemente la qualità della vita del soggetto, potrebbero risultare utili quei questionari che valutano la soddisfazione per il trattamento prima e dopo la terapia, con l'obiettivo di quantificare il benessere del paziente stesso.
Come sottolineato precedentemente, l'esame obiettivo in sessuologia rappresenta un qualcosa di imprescindibile.
Ad accompagnare l'anamnesi, l'esame fisico è essenziale per l'approccio diagnostico delle disfunzioni sessuali, in entrambi i sessi.
L'esame clinico si focalizza ovviamente sull'apparato genitale, completato da una valutazione attenta dello stato di maturazione dei caratteri sessuali secondari e da una valutazione clinica generale, al fine di tracciare quei fattori di rischio per eventuali comorbidità associate.
L'esame obiettivo andrologico consiste in una valutazione fisica dei genitali interni ed esterni del paziente, soffermando l'attenzione sulla valutazione del pene, testicoli, retto e perineo.
L'esame clinico riguarda invece una valutazione dello sviluppo e mantenimento delle caratteristiche sessuali secondarie come il volume mammario, dimensioni e proporzione degli arti rispetto al tronco e così via.
L'esame obiettivo ginecologico consiste anch'esso nell'esame dei genitali; in particolare risulta essere una procedura indispensabile in diverse circostanze quali difficoltà di penetrazione, disturbi di eccitamento o della lubrificazione e via dicendo.
Si effettua una valutazione degli organi sessuali, mediante un'ispezione dei genitali esterni tra cui piccole e grandi labbra, anatomia del clitoride e stato secretivo della mucosa vaginale.
Tale esame può essere completato con la valutazione dei genitali interni e con l'eventuale esecuzione di testi diagnostici specifici
Dal punto di vista terapeutico, la soddisfazione sessuale rappresenta l'indicatore più sintetico e importante della qualità della sessualità.
Ovviamente il terapeuta, sia individuale che di coppia, deve indagare le cause psicosessuali personali e relazionali, e deve ricorrere ad un approccio sessuologicamente orientato soprattutto quando i fattori comunicativi e relazionali concorrono al mantenimento o esacerbazione del disturbo.
L'importanza di tale approccio risiede nella capacità di affidarsi ad uno sguardo clinico più ampio che consenta di operare una diagnosi differenziali su tutti i possibili co-fattori di tipo medico.
Non si può, nel contesto sessuologico, trascurare la possibilità di una disfunzione o disregolazione organica alla base del disturbo.
Tale aspetto preventivo, consente così di evitare, alla coppia o al paziente, di intraprendere percorsi di mesi o anni che possano rivelarsi fallimentari.
Questo è quindi un aspetto imprescindibile che richiama l'importanza di un approccio multidisciplinare nel campo dei disturbi sessuali.
La consulenza sessuale è di vitale importanza e deve essere condotta con rigore diagnostico, sia per quanto concerne l'anamnesi, sia per l'esame obiettivo, nonché l'eventualità di richiedere esami ematochimici e strumentali.
Dal punto di vista umano, richiede una grande sensibilità e delicatezza per le tematiche trattate, e anche per le intense implicazioni emotive, sia per il paziente che per lo psicologo, il medico o il sessuologo.
È quindi indispensabile che il paziente si senta accolto e ascoltato con rispetto e gentilezza. La Dottoressa Alessandra Graziottin ha sottolineato come molti pazienti e medici e/o psicologi abbiano più facilità a discutere di una problema sessuale con una persona dello stesso sesso, che non del sesso opposto.
Nonostante questo aspetto meriti un approfondimento sul fronte della competenza emotiva personale, da altre ricerche condotte è emerso che l'efficacia della terapia sessuale dipende dall'adeguatezza dell'intervento programmato, dalla compliance dei pazienti, ossia il gradimento e lo spirito collaborativo verso il programma terapeutico, e dal buon rapporto fra questi ed il terapeuta, e non tanto dal sesso o dal numero di quanti conducono l'intervento stesso (Dèttore, 2007).
Nella parte iniziale della consulenza sessuale si indagheranno alcune aree specifiche come il benessere generale, cercando di approfondire non solo gli aspetti fisici ma anche emotivi; la funzione sessuale, in cui si cercherà di capire qual è il problema principale, se legato al desiderio, difficoltà di eccitazione o nel raggiungimento dell'orgasmo; se è presente dolore durante il rapporto sessuale; il decorso del problema, valutando se ha avuto un inizio rapido o graduale e soprattutto il motivo o la situazione che secondo il paziente ha dato avvio o peggiorato il problema.
Infine si andrà a valutare l'eventuale relazione di coppia, per capire il livello di soddisfazione, l'eventuale presenza di problemi di salute o sessuali del partner, cercando di cogliere quali sono le motivazioni del paziente, qualora esistano, nel voler migliorare la propria vita sessuale.
Il rapporto terapeuta-paziente, specie su tematiche sessuali, deve pertanto garantire disponibilità, gentilezza, ascolto empatico, discrezione, un linguaggio appropriato ed un preciso rispetto dei limiti interpersonali.
Si precisa ai lettori che nel prossimo articolo si cercheranno di approfondire gli aspetti specifici legati all'Assessment e all'inquadramento diagnostico.
Bibliografia
- Dettore D., (2007), Psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale, McGraw-Hill, Milano.
- Giommi R., Perrotta M., (1994), Psicoterapia breve delle disfunzioni sessuali. Tirrenia, Pisa.
- Leiblum S.R., Rosen R.C., (2004), Principi e pratica di terapia sessuale, Ed. it. A cura di Alessandra Graziottin, CIC Edizioni Internazionali
(A cura della Dottoressa Giorgia Lauro)
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