Erotismo, fantasie e desideri
Una vibrante vita erotica richiede una certa sinergia tra le nostre fantasie e desideri di ciò che è buono, brutto e cattivo; le nostre fantasie sessuali forniscono infatti una finestra della nostra vita interiore: chi vogliamo essere, così come chi abbiamo paura di essere.
La parola erotismo, dal greco “erotikos”, da “eros” che significa amore, vuole designare una forma di sessualità elaborata attraverso una lente culturale, che comprende l’ampia sfera di manifestazioni affettive e comportamentali inerenti alla vita sessuale, e che prescinde dalla componente funzionale della riproduzione.
In qualità di psicologo, il Dottor Max Belkin, invita spesso i suoi pazienti ad esplorare il loro comportamento sessuale e le proprie fantasie erotiche come riflesso della loro educazione, bisogni emotivi e modelli relazionali.
Insieme si cerca di dare voce alle parti trascurate e rinnegate del loro Sé erotico, favorendo un’integrazione tra la componente amorevole, tenera e aggressiva, così come delle fantasie stravaganti che subentrano nelle loro relazioni erotiche.
Durante la crescita, si impara a categorizzare le fantasie, nel senso che alcune vengono considerate come buone e accettabili, altre come cattive e inaccettabili, e infine altre come brutte e indicibili.
Come risultato, mentre le fantasie erotiche categorizzate come buone sono legate ad una considerazione di sé positiva, i desideri classificati come brutti e cattivi richiamano invece i sentimenti di colpa e di vergogna.
Per esempio, un paziente uomo può presentarsi come una persona tutta d’un pezzo, ipermascolina, ma si impegna tuttavia e regolarmente in relazioni sessuali con uomini gay.
Al fine di evitare il senso di colpa e la vergogna, il soggetto tende a valutare le sue azioni come qualcosa di sgradevole, piuttosto che inquadrarle come desideri che fanno parte di lui.
Non a caso, quando ha sviluppato sentimenti più profondi verso uno di questi uomini, il loro contatto sessuale è cessato; il conflitto presente vede quindi da una parte un agito esterno dei suoi desideri erotici, che però sono considerati come brutti, e che pertanto non possono essere accettati perché minacciano la sua identità di uomo tutto d’un pezzo.
Le fantasie erotiche considerate “buone” non solo aiutano a creare e mantenere le versioni idealizzate dei nostri partner, ma aumentano anche l’autostima.
Ad esempio, il protagonista Johnny del film “Vertigo” di Hitchcock, si ritrova irresistibilmente attratto dalla misteriosa, bella e mentalmente fragile Madeleine; l’infatuazione di Johnny con Madeleine gli permette di personificare più ruoli contemporaneamente, come il detective, l’analista e l’amante, rinforzando così la percezione maschile di sé.
Al contrario, nel film “Rebecca” , Hitchcock allude all’amore omosessuale, alla lussuria sfrenata e al sesso promiscuo; considerati i costumi sessuali del 1940, questi desideri sono vissuti così negativamente e intesi come distruttivi, che nel film Hitchcock si è quasi “sentito costretto” a creare un finale in cui, la presunta amante femminile di Rebecca, muore bruciata.
Infine, il film forse più sconvolgente di Hitchcock, “Psycho” ci lascia con un’indimenticabile e straziante immagine di dissociata aggressione sessuale, che potrebbe essere categorizzata come indiscutibilmente brutta.
Il personaggio principale del film si “trasforma” infatti in sua madre morta, a causa di un forte e patologico complesso di Edipo; la madre fidanzandosi con un altro uomo aveva - secondo Norman - tradito il figlio; Norman presentava quindi una doppia personalità, dandone una parte a sua madre, che faceva rivivere vestendosi come lei e riuscendo perfino ad imitarne perfettamente la voce.
Il Dottor Belkin utilizzando come metafora i tre film di Hitchcock, ritiene che la mente erotica possa funzionare in modo molto simile a quando ci si appresta a scegliere il film da vedere in tre diverse sale cinematografiche.
E’ come se la mente fosse in grado di mostrare tutte e tre le immagini erotiche consecutivamente e di sperimentare la tenerezza, la lussuria e l’aggressione nei confronti della stessa persona, seppur in tempi diversi.
Queste opzioni creative sono basate sulla capacità della nostra mente di differenziare tra desideri erotici buoni, brutti e cattivi e impedisce loro di scontrarsi con l’altro.
Il sesso “hot” o bollente spesso richiede la canalizzazione di impulsi aggressivi, mentre quello romantico richiama aspetti amorevoli e di tenerezza verso i propri partner.
Mentre in alcune occasioni si possono idealizzare e persino adorare le persone che si amano, altre volte si potrebbe godere di un’oggettivazione e di dominanza dell’altro.
Inoltre, la capacità della mente di compartimentalizzare le fantasie erotiche in buone, brutte e cattive, può facilitare la fuga da conflitti intrattabili e spesso paralizzanti, come l’amore e la lussuria, la tenerezza e l’aggressività, l’idealizzazione e oggettivazione.
Tuttavia, la giocosità e la vita erotica creativa si basa proprio sulla capacità di muoversi liberamente tra le varie fantasie e desideri erotici.
I problemi sorgono quando, come nell’esempio dell’uomo tutto d’un pezzo che si trova a gestire un conflitto interno rispetto alle sue preferenze sessuali, i confini tra desiderio erotico buono, brutto e cattivo divengono rigidi e impenetrabili.
Uno degli obiettivi della psicoterapia è quindi quello di aiutare le persone ad accettare e articolare le parti differenti di sé, e che sono categorizzate come brutte e cattive.
Abbracciare l’aggressività, la lussuria, il bisogno e la fame di potere stimola l’immaginazione erotica e ispira l’amore creativo.
Ogni volta che si ricercano informazioni circa le fantasie erotiche degli altri, bisogna procedere con tatto e rispetto per la loro privacy.
A volte, in risposta all’invito di descrivere la propria vita erotica, il cliente potrebbe chiedere esitante: “Devo davvero condividere questo?”, la risposta potrebbe essere “No. È importante però che riconosca le sue fantasie erotiche e le integri in sé stesso”.
Un senso di accettazione, accompagnato da un senso umoristico diminuisce la vergogna e il senso di colpa dei pazienti, e questo può quindi prefigurarsi come un obiettivo terapeutico.
Accogliendo quelle che sono le nostre fantasie, brutte o cattive che siano, siamo in grado di sfruttare il loro potenziale creativo per rivitalizzare la relazione con il nostro partner.
Al contrario, se si impongono vincoli oppressivi sulla vita erotica e fantastica degli altri, spesso questo può determinare un “arresto erotico”, una preclusione della possibilità.
Un focus esclusivamente orientato su ciò che è buono o giusto può infatti determinare frustrazione e monotonia.
A tal proposito, nel film di Sergio Leone, “Il buono, il brutto e il cattivo”, sono presenti tre protagonisti dalle caratteristiche personologiche molto lontane, se non opposte, tra loro; anche se è presente l’odio, la manipolazione, e occasionalmente la tortura dell’altro, nessuno di loro, preso singolarmente, sarebbe in grado di individuare e scoprire il tesoro. Sono pertanto costretti a collaborare con i loro nemici.
Allo stesso modo, nella nostra ricerca personale di realizzazione romantica e sessuale, ognuno di noi deve accettare di “lottare” con il buono, il cattivo, e quelle parti di noi stessi che occasionalmente riteniamo brutte!
Tratto da PsychologyToday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)
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Tags: psicologia sessualità coppia erotismo