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L'Adolescenza. Aspetti psico-sessuali

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L'adolescenza è un periodo di rapidi cambiamenti e di notevoli difficoltà per i ragazzi ma è anche un periodo di scoperte e di risvegli. Scoperte personali, sociali e sessuali, con tutto quello che ne consegue.

Adolescenza. Aspetti psico sessualiIntroduzione

L’adolescenza, che va dai dodici ai diciannove anni, è un periodo di rapidi cambiamenti, in cui i ragazzi si trovano ad affrontare notevoli difficoltà. La maturazione fisica non è che un aspetto di questo processo e l‘adolescente si trova soprattutto ad affrontare una grande quantità di problemi psicosociali: l‘indipendenza dai genitori, lo sviluppo delle capacità di entrare in rapporto con i coetanei, l‘elaborazione di principi etici applicabili, il desiderio di acquistare una competenza intellettuale, un aumentato senso di responsabilità personale e sociale, e molte altre questioni di ugual peso.

Mentre affronta questa complessa serie di difficoltà connesse allo sviluppo, l‘adolescente deve anche imparare a gestire il variare delle sue sensazioni sessuali, decidendo se e quando intraprendere una data attività erotica, distinguendo il sentimento d‘amore dagli altri stati d‘animo, e familiarizzarsi con i metodi anticoncezionali. Non sorprende che spesso l‘adolescente risenta di conflitti, sofferenze e confusione.

D’altra parte l‘adolescenza è anche un periodo di scoperte e di risveglio, un‘epoca in cui la maturazione intellettuale ed emotiva si affianca allo sviluppo fisico, dando luogo a una maggiore libertà e intensità emozionale. Non si tratta semplicemente di una fase di grande irrequietezza, come vuole una teoria superata, ma pur essendo il difficile, turbolento passaggio all‘età adulta può donare piacere e felicità.

La natura paradossale dell‘adolescenza è particolarmente evidente nella sfera sessuale. Per offrire un quadro completo della sessualità dell‘adolescente prenderemo in considerazione sia i processi biologici della pubertà sia gli aspetti psicosessuali che riguardano la fascia di età compresa tra i dodici e i diciannove anni circa.

La pubertà

La pubertà può essere sinteticamente definita come il periodo di passaggio dall‘immaturità alla maturità biologica. In quest’epoca di transizione avvengono notevoli cambiamenti fisici, come una crescita improvvisa e notevole del ragazzo o della ragazza, lo sviluppo di caratteristiche sessuali secondarie, l‘inizio della mestruazione (menarca) e l‘instaurarsi della capacità eiaculatoria del maschio.

Inoltre, a questa età entrambi i sessi divengono potenzialmente riproduttivi e ciò rapresenta un importante cambiamento psicosociale. Alcuni pensano che la pubertà inizi all‘improvviso, da un giorno all’altro (per dirla con le parole di uno studente: “una mattina ti svegli con i foruncoli”), ma in realtà si tratta di un processo che dura da uno a sei anni. In effetti l‘impronta dei cambiamenti che avverranno durante la pubertà viene data prima della nascita, quando gli ormoni programmano l‘ipotalamo e la ghiandola pituitaria in funzione del futuro risveglio.

Prima dell‘inizio della pubertà si verifica, durante il sonno, una variazione nell‘emissione di LH e FSH, dovuti all‘aumentata produzione del fattore prodotto dall‘ipotalamo che controlla questi ormoni. Gradualmente le gonadi si sviluppano in grandezza rispondendo a questa stimolazione ormonale (immaginate la piccola messa a punto che può essere necessaria per avviare il motore di una macchina complicata, che non sia stata usata negli ultimi otto o nove anni). Poco dopo inizia la normale produzione di ormoni.

Nella pubertà il livello di testosterone nei maschi aumenta di dieci-venti volte, mentre nelle femmine rimane pressochè costante. Nelle ragazze aumenta invece gradualmente la produzione di estrogeni, che diviene otto-dieci volte superiore rispetto all‘età infantile. L‘aumentato livello di adrenalina provoca a questa età non solo la crescita dei peli pubici e sottoascellari, ma anche una maggiore produzione di olio sottocutaneo, che provoca spesso la comparsa dell‘acne.

I cambiamenti ormonali sono i maggiori responsabili dei mutamenti fisici che avvengono nell‘età puberale. Tutti probabilmente abbiamo il ricordo di un amico adolescente tornato in città dopo una vacanza estiva molto più alto. Non era merito del sole, della vita all‘aria aperta o di abitudini più sane: si trattava semplicemente della crescita improvvisa dell‘adolescente. Non è difficile spiegare queste crescite così repentine: i livelli della produzione ormonale aumentano, causando una crescita delle ossa.

Questo fenomeno avviene in genere un paio d‘anni prima nelle ragazze che nei ragazzi (in media circa a dodici anni nelle femmine e a quattordici nei maschi). Di conseguenza, le femmine generalmente sono più alte dei maschi dagli undici ai quattordici anni.

Verso la metà dell‘adolescenza questo divario di altezza si colma: i maschi raggiungono le femmine e di solito le superano. La crescita improvvisa dell‘adolescente non sempre avviene in maniera armoniosa. Per esempio, di solito il piede inizia a crescere circa quattro mesi prima della parte inferiore della gamba, così che gli adolescenti sembrano avere piedi sproporzionatamente grandi.

Spesso i ragazzi di questa età, non tenendo in considerazione il fatto che questa mancanza di armonia è momentanea, si sentono molto goffi. Non vi è alcun nesso tra una crescita adolescenziale precoce e l‘altezza che si raggiungerà definitivamente in età adulta (in parte geneticamente determinata). Questo fatto può consolare il nanerottolo della classe: intorno ai sedici anni potrebbe diventare il più alto di tutti!

La maturazione sessuale della femmina

Il primo segno della pubertà nelle ragazze di solito è l‘inizio dello sviluppo dei seni, che può manifestarsi tra gli otto e i dieci anni. Nella prima fase di questo sviluppo si nota solo una piccola sporgenza nel tessuto (il cosiddetto “bocciolo del seno”), ma pian piano il capezzolo e l‘areola si ingrandiscono e i seni diventano complessivamente più prominenti.

Alcune ragazze hanno seni del tutto maturi già all‘età di dodici anni, altre invece non raggiungono questo stadio prima dei diciannove anni o più. Lo sviluppo dei seni dipende dal livello degli estrogeni e da fattori genetici. La comparsa della peluria pubica (dapprima solo lievemente pigmentata e piuttosto scarsa, poi gradualmente più scura e consistente, increspata e abbondante) si verifica di solito poco dopo l‘inizio dello sviluppo dei seni. A questo punto anche la vagina ha iniziato ad allargarsi e l‘utero è leggermente più grande.

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Il menarca compare in genere quando lo sviluppo dei seni si è completato e quando si è manifestato il culmine della crescita improvvisa dell‘adolescente. E interessante notare che circa un secolo fa il menarca compariva ad un‘età media di 16 anni; da allora su basi decennali la soglia è andata gradualmente abbassandosi. Influiscono sull‘età del menarca fattori socioeconomici, climatici ed ereditari, oltre al numero dei componenti la famiglia, il tipo di alimentazione e altri fattori.

Quasi certamente il recente abbassamento dell‘età del menarca è dovuto alle più omogenee condizioni nutritive. Alcuni studi hanno rivelato che l‘inizio della mestruazione può avvenire solo quando nel corpo è presente almeno una percentuale minima di grasso.

Questa teoria è confermata dal fatto che molte atlete e ballerine hanno un menarca molto ritardato e a volte, in condizioni di stress fisico, sono addirittura soggette ad amenorrea, come le giovani adolescenti affette da anoressia nervosa, una malattia che ha come tipica manifestazione la sospensione della mestruazione.

L‘età del menarca varia notevolmente da una ragazza all‘altra e va dagli otto ai sedici anni. Nel primo anno di mestruazioni il ciclo può essere molto irregolare e di solito non vi è ovulazione anche se è possibile, tuttavia, che l‘ovulazione inizi fin dal primo ciclo Un altro aspetto della pubertà femminile, di cui spesso non si parla, è l‘aumento delle secrezioni vaginali dovuto al mutamento dello stato ormonale. Parte della lubrificazione vaginale avviene per l‘eccitamento sessuale causato dai sogni, dalle letture o dall‘attività sessuale stessa, ma questa lubrificazione può anche comparire spontaneamente, senza alcun collegamento con pensieri o azioni sessuali. La sensazione di “bagnato” a livello della vagina può risultare strana alla ragazza, piacevole, disdicevole oppure preoccupante.

La maturazione sessuale del maschio

Anche i mutamenti fisici del ragazzo sono controllati da variazioni ormonali, ma nei maschi la pubertà inizia generalmente uno o due anni più tardi che nelle femmine.

Il primo segno è la crescita dei testicoli, causata dalla stimolazione dell‘ormone LH e dalla conseguente produzione di testosterone, il cui aumento stimola anche la crescita del pene e degli organi sessuali accessori (prostata, vescicole seminali ed epididimo). L‘eiaculazione non è possibile prima della pubertà perchè la prostata e le vescicole seminali non funzionano finchè non ricevono gli appropriati segnali ormonali.

I maschi iniziano a svilupparsi a livello genitale a un‘età media di 11,6 anni per raggiungere la totale maturazione intorno ai 14,9 anni. In alcuni lo sviluppo genitale avviene rapidamente (in circa un anno) mentre in altri può durare fino a cinque anni e mezzo. La produzione di sperma (che inizia in età infantile) si stabilizza del tutto durante la pubertà; il ragazzo diventa quindi fecondo.Non esiste nel maschio alcuna caratteristica paragonabile al menarca, ma pare che i sogni con eiaculazione abbiano per lui la stessa importanza psicologica. Circa un quarto dei ragazzi di quattordici anni e i due terzi di quelli di diciassette anni prova questa esperienza; tuttavia molti ragazzi in età puberale si sorprendono di queste eiaculazioni notturne, ne fanno un problema e magari si spaventano.

L’eiaculazione stessa, oppure la sensazione di bagnato e di appiccicoso può svegliare il ragazzo e può, proprio come avviene alla ragazza che nota la sua prima mestruazione, far nascere in lui il timore di essere ammalato. Che sia o no informato su questa esperienza il ragazzo in età puberale cercherà di nascondere il lenzuolo o il pigiama sporchi per evitare l‘imbarazzo o le domande dei genitori.

La crescita della peluria pubica avviene contemporaneamente allo sviluppo genitale ed è seguita, generalmente a distanza di un paio d‘anni, dalla comparsa della barba e dei peli sottoascellari. I primi peli sul viso sono molto importanti perchè i segnali iniziali di crescita puberale nel maschio sono di solito meno visibili che non lo sviluppo dei seni nella ragazza; così la crescita della barba rappresenta un segno visibile del diventare uomo.

Questi peli spuntano anzitutto sopra il labbro superiore e hanno uno strano aspetto di rada peluria; poco dopo si infittiscono e diventano veri e propri baffi dalla consistenza più ispida. Compare quindi la barba sulla parte superiore delle guance, appena sotto il labbro inferiore e per ultimo sul mento. Durante la pubertà appare anche una certa peluria sul corpo; quella sul petto continuerà a svilupparsi per circa un decennio.

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Un altro cambiamento che avviene durante la pubertà riguarda la voce, che diventa più profonda a causa della stimolazione della laringe a opera del testosterone. Durante lo sviluppo della laringe, la voce del ragazzo può subire, per un certo periodo, strane variazioni timbriche, assumendo toni ora rauchi ora striduli, la qual cosa crea spesso un notevole imbarazzo.

Come l‘età del menarca per le femmine, anche l‘età del cambiamento della voce è scesa dai 18 anni registrati nel 1749 agli odierni 13,5. Nel ragazzo si può manifestare in questo periodo anche un certo gonfiore delle mammelle (ginecomastia), ma si tratta di un fenomeno transitorio.

La differenza ormonale tra i maschi e le femmine di questa età determina anche alcune diversità della forma del corpo. Per esempio, il ragazzo di diciassette-diciotto anni ha un corpo più magro e muscoloso della ragazza sua coetanea. Infatti, gli estrogeni causano un accumulo di grasso sottocutaneo mentre il testosterone stimola lo sviluppo muscolare. Anche la struttura delle ossa pelviche si diversifica nei due sessi, per esempio nella femmina il bacino diventa più largo per creare un adeguato canale al parto.

Ormoni puberali e sessualità

Durante la pubertà, l‘aumento del livello ormonale contribuisce ad attivare sensazioni sessuali e sogni e i pensieri erotici sia nei ragazzi sia nelle ragazze. Il rapporto che esiste tra ormoni e comportamento sessuale nella pubertà è dimostrato dal fatto che in genere nel ragazzo che si sviluppa tardi (intorno ai quindici-sedici anni) la tipica attività sessuale dell‘adolescente (che va dalla masturbazione al rapporto vero e proprio) è minore e ritardata rispetto al giovane che si è sviluppato presto (intorno ai dodici-tredici anni).

Se, per esempio, il testosterone nel ragazzo in età puberale aumenta la frequenza e l‘intensità delle erezioni, è possibile che sopravvenga una maggior consapevolezza degli impulsi sessuali. Una quantità superiore di testosterone nel sangue può anche sollecitare il cervello verso sensazioni e pensieri sessuali, o ad abbassare la soglia degli stimoli esterni atti a suscitare tali attività.

E quindi probabile che i ragazzi con più elevato livello di testosterone siano più sviluppati da un punto di vista fisico e più attivi sessualmente. I giovani di più bassa statura, meno muscolosi e meno sviluppati possono sentirsi socialmente inferiori. Pur provando sensazioni di natura sessuale, possono sentirsi più insicuri per quanto riguarda le loro capacità e quindi rimanere indietro, nel comportamento sessuale.

Parallelamente, le ragazze che si sviluppano tardi, sembrano avere una minore attività sessuale di quelle che si sviluppano intorno ai dodici-tredici anni. Nonostante una frequenza inferiore o un ritardo d‘età nella partecipazione alle attività sessuali possa essere spiegata da fattori puramente psicologici e sociali (per esempio, le ragazze meno sviluppate dal punto di vista fisico possono essere più timide nell‘approccio sessuale con il partner), pare che anche la masturbazione, in questi soggetti, venga sperimentata più tardi rispetto alle ragazze che si sono sviluppate prima.

Anche in uno studio recente, condotto sulle giovani adolescenti di società culturalmente diverse dalla nostra, si sono riscontrate simili caratteristiche. Secondo i dati raccolti da Udry e Cliquet (1982) in cinque diverse nazioni, le ragazze che hanno un menarca precoce tendono ad avere rapporti e figli prima di quelle che si sviluppano più tardi.

In contrapposizione alle scoperte che collegano l‘attività sessuale alla pubertà anticipata, quando questa si manifesta prima dei nove anni (condizione chiamata pubertà precoce) normalmente non avviene alcun cambiamento nel comportamento sessuale. Probabilmente la stimolazione ormonale non è sufficiente a determinare nuovi schemi di comportamento, in assenza di una maturazione psicosessuale che il bambino, semplicemente, non ha ancora raggiunto.

Gli aspetti psicosessuali dell’adolescenza

Le fantasie ed i sogni sessuali diventano più frequenti durante l‘adolescenza e sono spesso accompagnati dalla masturbazione. Una ricerca ha messo in luce che solo il 7%, delle ragazze e l‘11% dei ragazzi che si masturbano non si abbandonano anche a fantasie erotiche, mentre la metà degli adolescenti riferiscono di ricorrere a tali fantasie per tutto il tempo della masturbazione.

Il fantasticare dell‘adolescenza pare servire a diversi scopi: ad aumentare il piacere dell‘attività sessuale, a surrogare la realtà (impossibile da ottenere) e a procurare l‘eccitamento e l‘orgasmo. Inoltre, sembra rappresentare una specie di prova mentale per i futuri saggi sessuali (aumentando cosi il senso di tranquillità del giovane anticipando i possibili problemi, come avviene negli esperimenti mentali relativi a qualsiasi altra attività) e fornire un mezzo sicuro, controllato e non imbarazzante per l‘esperienza sessuale.

Ognuna di queste funzioni anticipa le modalità con cui anche in età adulta si visualizzano situazioni erotiche. Per questa ragione sperimentare ed esplorare la varietà e gli usi delle fantasie in età adolescenziale risulta importante per la vita sessuale futura e per la costruzione della propria sicurezza.
Nello stesso tempo in cui lotta per stabilire una propria identità e per rendersi indipendente dai genitori e dalle altre figure adulte, l‘adolescente intensifica i propri rapporti con i coetanei, che diventano sempre più importanti. Gli adolescenti si sostengono e si guidano a vicenda, dedicandosi allo scopo, vissuto come nobile ed irrinunciabile, di riparare gli errori commessi dalle generazioni precedenti; ma in breve tempo scoprono che i gruppi cui appartengono hanno a loro volta una serie di aspettative che implicano controlli sociali e precise regole di condotta.

Il desiderio di libertà dell‘adolescente si manifesta quindi con una necessità di essere uguale agli amici, benchè le due esigenze a volte entrino in conflitto. I condizionamenti dei gruppi variano da una comunità all‘altra e riflettono anche le sottoculture etniche ed economiche all‘interno di ciascuna comunità. In un gruppo, il tipo di comportamento sessuale può essere del tutto tradizionale e rispecchiare quindi certi valori, come la grande importanza attribuita alla verginità e l‘attività sessuale limitatata esclusivamente alle reazioni significative. Se le ragazze non sottostanno a questo codice, avranno una cattiva reputazione che potrà compromettere il loro futuro, facendole diventare preda dei giovani che cercano le ragazze facili. In altri gruppi il sesso può invece essere considerato uno status symbol, l‘iniziazione necessaria per entrare nella cerchia di coloro che la sanno lunga.

Questa visione delle cose spinge spesso i membri del gruppo a partecipare ad attività sessuali solo per essere accettati. E stata fatta l‘ipotesi che stia emergendo una nuova tirannia dei valori sessuali: i giovani si aspettano che i loro coetanei si lancino in ogni esperienza di sesso e, quando qualcuno non vuole sottostare a queste pressioni, lo considerano antiquato, immaturo o scostante e quindi tendono ad emarginarlo.

Le decisioni personali degli adolescenti sul sesso rispecchiano la loro maturità psicologica individuale, i loro valori morali, la paura delle conseguenze negative e il grado di coinvolgimento affettivo e di spirito romantico. Di solito questi fattori personali non sono del tutto compatibili con le pressioni del gruppo e nella nostra società vengono vissuti come limiti, soprattutto da parte delle ragazze. Spesso i giovani, i quali hanno avuto o stanno per avere rapporti sessuali, si considerano più avanti nella lotta per l‘indipendenza personale; essi hanno allentato i legami familiari in favore di una maggiore fiducia negli amici e tendono, più di altri loro coetanei, a sperimentare esperienze nuove e stimolanti quali la droga, l‘alcool e, spesso, l‘attivismo politico.
Alcuni adolescenti, che lottano per affrancarsi dai genitori e dal controllo degli adulti, vedono il sesso come una dimostrazione della loro indipendenza e capacità di mutare i valori delle generazioni precedenti. Ma questa libertà non viene conquistata tanto facilmente: gli adolescenti tutto sommato ricevono dagli adulti un consistente retaggio sessuale, caratterizzato da un persistente modello ipocrita e da un forte senso di colpa. Il fatto è che gli atteggiamenti dell‘adolescente sono cambiati più rapidamente del suo comportamento, giacchè una discreta eguaglianza tra i sessi è ormai un principio acquisito; tuttavia, il vecchio criterio dei due pesi e delle due misure in qualche modo sopravvive.

L‘uomo è ancora considerato colui che deve prendere l‘iniziativa; se la donna si assume questo compito viene di solito considerata aggressiva e ipersessuata. Gli adolescenti non si sono ancora sbarazzati di tutti i precedenti conflitti sessuali, della disinformazione e del senso di imbarazzo; pare, caso mai, che abbiano barattato un certo tipo di problemi con altri. Mentre da una parte gli adulti in genere incoraggiano gli adolescenti a sviluppare la loro indipendenza, dall‘altra la nostra società impone ai giovani un dilemma: essi non sono più bambini ma non sono ancora adulti.

Ci si aspetta che crescano sotto molti punti di vista, ma tale atteggiamento sembra non voler coinvolgere la loro vita sessuale. Molti adulti si scandalizzano del comportamento sessuale dei giovani e tentano di controllarlo con misure illogiche come bandire l‘educazione sessuale dalla scuola ( “perchè metterebbero loro in testa delle strane idee”), limitare l‘informazione sui metodi anticoncezionali (“cosi hanno paura di mettere incinta qualcuno”), censurare le letture e i film (“la mente pura sviluppa pensieri puri”), inventare codici di abbigliamento per la scuola (“la modestia vince la lussuria”) oppure fare semplicemente finta che la sessualità adolescenziale non esista.

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Fortunatamente non tutti i genitori adottano simili atteggiamenti negativi ed anzi, in certi casi, si comportano anche in maniera permissiva. Infatti non solo esistono genitori che discutono molto liberamente con i loro figli di problemi sessuali e li aiutano per quanto riguarda la contraccezione, ma alcuni addirittura incoraggiano i loro figli a fare esperienze sessuali. Questo atteggiamento qualche volta riflette il desiderio dei genitori stessi di riscattare la propria adolescenza attraverso le esperienze dei loro ragazzi.

Bisogna rendersi conto che il comportamento sessuale degli adolescenti può creare molta tensione anche nei genitori, molti dei quali sono preoccupati all‘idea che i loro figli possano provocare una gravidanza, anche se sanno che il figlio o la figlia sono consapevoli di dover usare un metodo anticoncezionale; ma gli adulti non sono mai certi che i ragazzi li usino davvero in maniera appropriata.

Inoltre, i genitori si preoccupano giustamente che i loro figli non contraggano malattie veneree, trovandosi così a loro volta ad affrontare un dilemma: non vogliono apparire antiquati e indebitamente restrittivi, ma credono contemporaneamente e sinceramente in quei valori tradizionali che l‘adolescente capirà solo col tempo e a sue spese. Ed è interessante notare che nello stesso tempo si preoccupano se i figli non mostrano alcun interesse per il sesso opposto, perchè interpretano ciò come un possibile sintomo di omosessualità.

Modelli di comportamento sessuale

Per trattare i modelli di comportamento sessuale dell‘adolescenza sarebbe necessario interpretare i dati raccolti in numerose ricerche effettuate in momenti diversi, in luoghi disparati e con metodologie differenti. Faremo però riferimento alle scoperte di Kinsey e dei suoi collaboratori, poichè ricerche di quella mole non sono state più svolte ma è comunque bene ricordare che si tratta di studi che risalgono a più di trent‘anni fa.

Partiremo dalla masturbazione, del petting, del rapporto completo e dell‘omosessualità. Cominciamo con la masturbazione. Kinsey e i suoi collaboratori riscontrarono una notevole differenza nell‘incidenza della masturbazione tra i maschi e femmine. Mentre l‘82% dei ragazzi quindicenni si masturbavano fino all‘orgasmo, solo il 20% delle ragazze della stessa età facevano la stessa cosa, e questa notevole differenza sembrava permanere durante tutta l‘adolescenza. In uno studio pubblicato nel 1973, Sorenson sottolinea che il 39% delle ragazze e il 58% dei ragazzi praticavano la masturbazione.

Risultava tuttavia che intorno ai vent‘anni la percentuale dei ragazzi saliva all‘85% e quella delle ragazze al 60%. I dati ricavati da una ricerca condotta più di recente su 580 donne dai diciotto ai trent‘anni, indicano che più di tre quarti hanno praticato la masturbazione in età adolescenziale, confermando un aumento dell‘incidenza di questa attività dal tempo di Kinsey a oggi.

Nonostante questo nuovo orientamento nel comportamento sessuale, pare che il senso di colpa rispetto alla masturbazione continui ad affliggere gli adolescenti. Nelle ricerche di Sorenson, il 57% delle ragazze e il 45% dei ragazzi riportarono tali sentimenti negativi (provati da qualcuno “qualche volta” e da altri ”sempre”), e altri studi confermano questi dati. D‘altro canto, la masturbazione risponde a numerosi bisogni degli adolescenti: allenta la tensione sessuale, è un metodo sicuro di sperimentazione dell‘attività sessuale, aumenta la sicurezza in se stessi, consente un controllo degli impulsi sessuali, è un rimedio contro la solitudine e permette di scaricare lo stress e la tensione generale.

Il “petting”

Kinsey e i suoi collaboratori hanno definito il petting un contatto fisico tra maschi e femmine che ha lo scopo di produrre l‘eccitamento sessuale senza arrivare a un vero e proprio rapporto completo. Molti autori tendono a restringere questa definizione, non comprendendo nel petting il bacio; mentre altri lo definiscono un toccarsi di tipo sessuale (“dalla vita in giù”), chiamando necking gli altri tipi di contatto al di fuori del coito. 

L‘equipe di Kinsey scopri che all‘età di quindici anni il 39% delle ragazze e il 57% dei ragazzi praticavano il petting mentre all‘età di diciotto anni il valore saliva a oltre l‘80% in entrambi i sessi. Tuttavia, solo il 21% dei ragazzi e il 15% delle ragazze raggiungevano l‘orgasmo durante il petting. Più recentemente, sessanta interviste effettuate con ragazze al primo anno di università hanno rivelato che l‘82% ha fatto l‘esperienza della stimolazione sessuale da parte di un partner; il 40% delle donne e la metà degli uomini hanno affermato di avere raggiunto l‘orgasmo durante il petting.

Oltre a praticare varie forme di attività sessuale in età precoce, molti degli adolescenti d‘oggi hanno abbandonato i vecchi rituali del corteggiamento e si accostano direttamente a modelli di rapporto meno strutturati. L‘uso generalizzato di droghe illecite come la marijuana può avere contribuito a questo cambiamento, in quanto è stato più volte dimostrato come gli adolescenti che fanno uso di droghe abbiano anche una maggiore esperienza sessuale di quelli che non ne usano.

Il rapporto sessuale

“La prima volta che ebbi un rapporto sessuale avevo diciassette anni. Stavo terminando la scuola media superiore e uscivo con un ragazzo che sentivo di amare veramente. Avevamo già provato tutto il resto e mi parve stupido continuare a rimanere vergine, cosi provammo. Successe spontaneamente senza molte discussioni o programmazioni. In un primo momento mi sentii un pò nervosa, ma poi mi piacque. Da quel momento in poi facemmo l‘amore tre o quattro volte la settimana e ci piaceva moltissimo. Non ho rimpianti” .

“Avevo sedici anni quando tentai la prima volta di avere un rapporto sessuale. La mia ragazza era più giovane, ma per lei non era la prima volta. Ero così nervoso che non riuscivo a penetrarla e quando lei cercò di aiutarmi persi l‘erezione. Ci provammo per ore, ma senza successo. Ero molto abbattuto. Pochi giorni dopo ci provammo ancora e andò liscia come l‘olio. Allora mi sentii veramente bene, era tutto a posto”.

“La mia prima volta per me fu molto spiacevole. Il ragazzo con cui facevo l‘amore annaspò e armeggiò, in fretta e furia e venne prima ancora che la cosa iniziasse. Pensai: -Cosa c‘è di tanto straordinario in tutto ciò?-. Per settimane vissi nel terrore di avere contratto qualche malattia venerea e facevo brutti sogni a questo proposito”.

Il primo rapporto sessuale può essere un‘esperienza felice, piacevole, ottima e gratificante, oppure può causare preoccupazione, disagio, delusione o senso di colpa. Secondo i dati oggi disponibili, l‘età del primo rapporto sessuale è calata negli ultimi dieci anni, soprattutto per le ragazze adolescenti. Nel 1953 Kinsey riportava che solo l‘1% delle ragazze di tredici anni e il 3% dei ragazzi della stessa età non erano più vergini; intorno ai vent‘anni il valore saliva al 20% soltanto. Ma nel 1973 Sorenson riferiva che quasi un terzo delle ragazze tra i tredici e i quindici anni e il 57% di quelle tra i sedici e i diciannove anni non erano vergini.

Una ricerca svolta nel 1975 da Jessor e Jessor rivelava che rispettivamente il 26%, il 40% e il 55% delle ragazze al decimo, undicesimo e dodicesimo anno di scuola non erano più vergini. Fra il 1971 ed il 1989 l‘incidenza dei rapporti prematrimoniali è aumentata di quasi due terzi mentre negli ultimi anni si è stabilizzata con una leggera tendenza alla diminuzione.

Le statistiche relative all‘età del primo rapporto sessuale dimostrano che presso i ragazzi le percentuali sono più costanti nel tempo. Kinsey e i suoi collaboratori riferivano che il 15% dei tredicenni e il 39% dei quindicenni non erano più vergini; intorno ai vent‘anni il valore saliva al 73%. Nel 1973 risultava a Sorenson che il 44% dei ragazzi tra i tredici ed i quindici anni e il 72% di quelli tra i sedici e i diciannove anni avevano già avuto almeno un rapporto sessuale. Secondo Zelnik e Kantner, il 56% dei diciassettenni non sposati, ed il 78% dei diciannovenni non sposati non sono più vergini.

È un errore interpretare la giovane età del primo rapporto come un segno di promiscuità; infatti, la maggior parte degli adolescenti iniziati al rapporto sessuale hanno tali rapporti piuttosto saltuariamente. Per alcuni e soprattutto per coloro che hanno già provato ad avere un rapporto sessuale come fosse una sorta di esperimento, una volta superato il senso di mistero, l‘azione in se stessa diviene molto meno coinvolgente. Ne risulta che per un lungo periodo di tempo fanno l‘amore raramente o addirittura mai, talvolta in attesa di incontrare la persona “giusta”. Sono gli adolescenti coinvolti in storie d‘amore ad avere di solito rapporti sessuali più frequenti e regolari.

Negli ultimi anni è emerso, nell‘ambito degli adolescenti che hanno rapporti sessuali, un gruppo consistente di individui che si sentono delusi, insoddisfatti o preoccupati della loro vita sessuale. E stato stimato che questo gruppo, cui è stato dato il nome di ”iniziati infelici”, comprende il 30% di ragazzi che hanno sperimentato il rapporto coitale. In certi casi i giovani hanno aspettative così grandi nei confronti del sesso che se la loro esperienza reale non è il massimo dell‘estasi si sentono degli sciocchi o dei falliti. In altri casi si tratta invece di giovani che, a causa di qualche disfunzione sessuale, hanno avuto un‘esperienza poco piacevole. Altri ancora hanno inizialmente goduto dell‘esperienza sessuale, ma poi sono rimasti delusi quando il sesso è divenuto dominante nel rapporto con la persona amata (“E‘ l‘unica cosa che vuole fare”), oppure quando la storia d‘amore è finita e uno o entrambi i partner si sono sentiti sfruttati o manipolati.

Molti di questi “iniziati infelici” scelgono come ultima spiagga l‘astinenza, nella speranza che, col passare del tempo o incontrando la persona giusta, le cose cambieranno. Qualcuno invece, continua a essere sessualmente attivo, senza però provarne alcuna gioia.

L’esperienza omosessuale

Le ricerche di Kinsey avevano rivelato che per i ragazzi è abbastanza comune avere almeno un‘esperienza omosessuale durante l‘adolescenza, mentre ciò era molto raro tra le ragazze mentre negli ultimi anni è stato osservato un lieve declino delle esperienze omosessuali.

In una recente ricerca viene riferito che il 5% dei ragazzi tra i tredici e i quindici anni e il 17% di quelli tra i sedici ed i diciannove anni non avevano mai avuto esperienze omosessuali, mentre il 6% delle ragazze intervistate aveva sperimentato almeno un episodio di attività omosessuale.

E’ importante sottolineare che una singola esperienza di rapporto con un partner dello stesso sesso o un periodo transitorio in cui si desta l’interesse per simili rapporti non significano necessariamente che il giovane sia omosessuale. La maggior parte degli adolescenti che hanno avuto tali esperienze non si sentono affatto omosessuali e non prendono, pure in età adulta, questo indirizzo. E‘ vero però che anche da una singola esperienza omosessuale alcuni traggono un senso di colpa o di ambivalenza rispetto alla propria identità sessuale e possono rimanerne emotivamente turbati.

Il giovane che si preoccupa della propria identità sessuale può reagire in diversi modi. Alcuni evitano i contatti omosessuali e tentano di riaffermare un’identità eterosessuale, dandosi da fare con partner dell‘altro sesso. Altri rifuggono il sesso completamente. Altri ancora si considerano bisessuali o vivono la fase dell‘omosessualità come transitoria, oppure cercano l‘aiuto di una persona competente.

Certi adolescenti si sentono istintivamente omosessuali oppure superano la loro iniziale confusione circa l‘identità sessuale per giungere a un’accettazione positiva della propria omosessualità. A volte questi giovani cercano di leggere il più possibile sull‘argomento, oppure si mettono in contatto con altri omosessuali, entrando a far parte dell’ambiente e della cultura gay. Queste persone si trovano spesso ad affrontare notevoli difficoltà, per via dell‘atteggiamento comune nei confronti dell’omosessualità, e possono scegliere di non manifestare la propria realtà sessuale a parenti e ad amici almeno per molto tempo.

Altro argomento che non può non essere considerato quando si parla dell‘adolescenza è quello delle gravidanze indesiderate. Tantissime ragazze che hanno avuto attività sessuale rimangono in stato interessante. La maggior parte di queste gravidanze sono impreviste e indesiderate e non sorprende che esse causino molto frequentemente una notevole angoscia psicologica, serie conseguenze economiche e persino rischi per la salute che spesso non vengono capiti nè presi in considerazione.

Il fenomeno delle gravidanze indesiderate in età adolescenziale è piuttosto diffuso, ma per capire perchè tale fenomeno costituisca un problema è necessario esaminare più da vicino certe sue conseguenze. Prima di tutto esistono notevoli rischi per la salute dei bambini nati da madri giovanissime (dai tredici ai sedici anni). Per esempio questi neonati hanno maggiori possibilità di nascere sotto peso e il tasso di mortalità è doppio rispetto a quello di bambini nati da madri più adulte (di vent‘anni circa). Inoltre, le adolescenti tendono ad avere maggiori complicazioni durante la gravidanza (aborti, tossiemia ed emorragie) ed anche il rischio di mortalità per le puerpere è maggiore che non nelle donne più adulte.

Le conseguenze socioeconomiche delle gravidanze indesiderate nelle adolescenti si esprimono in dati forse ancor più allarmanti di quelli medici. Nonostante sia illegale allontanare dalla scuola pubblica le ragazze incinte e le ragazze madri, la maggior parte delle adolescenti che decidono di tenere il bambino lasciano gli studi e non li riprendono più. Sopratutto come conseguenza di questo repentino abbandono della scuola, esse hanno maggiori difficoltà delle loro coetanee ad entrare nel mondo del lavoro.

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Le ragazze madri devono inoltre affrontare un gran numero di problemi psicologici molto gravi. Spesso non sono affatto aiutate, nè emotivamente nè economicamente, dal padre del bambino. Devono decidere da sole se affrontare un aborto (che spesso provoca sensi di colpa e angoscia) oppure se avere il bambino. Se prendono la seconda decisione, devono in seguito stabilire se tenere il bambino con sè o darlo in adozione. Quando non vengono abbandonate a loro stesse, talvolta il padre del bambino le spinge a compiere delle scelte contro la loro volontà, aumentando la loro angoscia e le loro incertezze.

Ecco come una ragazza di diciassette anni descrive la sua esperienza: “Quando scoprii di essere incinta, il mio ragazzo insistette perchè ci sposassimo e tenessimo il bambino. Non mi interessava sposarlo nè accollarmi la crescita di un neonato, all‘età di diciott‘anni, cosi rifiutai. I suoi genitori si rivolsero a un avvocato per impedirmi di abortire e tutta la questione divenne un incubo per me e per i miei genitori. Per fortuna sono riuscita ad abortire e ho piantato il mio ragazzo, cosi il prossimo anno andrò all‘Università anzichè giocare alla mamma”.

Alcune ragazze, contrariamente a questa, finiscono per sposarsi in fretta e furia. Purtroppo la maggior parte di questi matrimoni termina con un divorzio o una separazione e il rischio di suicidi è notevolmente più alto tra queste ragazze che nel resto della popolazione.

Sulle conseguenze nell‘uomo delle gravidanze non desiderate sono state fatte pochissime ricerche. Forse anche perchè è difficile individuare i ragazzi coinvolti in tali esperienze e perchè essi non sono colpiti dagli stessi problemi economici e sociali delle madri. Tuttavia, vi sono dati che evidenziano quanto i ragazzi diventati padri in età adolescenziale tendano ad avere una scolarizzazione più breve dei coetanei che posticipano la loro paternità. Comunque, i concepimenti indesiderati tra adolescenti li inducono ad essere apparentemente più responsabili e partecipi, ma non si rendono conto che si tratta di un coinvolgimento molto superficiale. Mentre non sembrano esistere facili soluzioni al problema è certo che la disinformazione, o talvolta la totale ignoranza, sia un fattore chiave.

Attualmente, da dati acquisiti di recente e comunque non validamente controllabili, solo in un terzo delle scuole medie inferiori o superiori esistono corsi di educazione sessuale e questi sono spesso mal condotti poichè affidati a persone non specializzate o non competenti. Poichè molti di questi corsi sono destinati ai ragazzi già grandi, la loro funzione preventiva viene meno.

Molti insistono col dire che l’educazione sessuale dovrebbe avvenire in famiglia ma non si rendono conto, pur proponendo una cosa sacrosanta, che la realtà odierna non lo permette. Le ricerche dimostrano che solo il 10% dei genitori discutono di problemi sessuali con i figli, andando al di là del semplice non farlo, mentre è stato verificato che tra le ragazze sessualmente attive, quelle che hanno ricevuto una buona educazione sessuale rischiano molto meno delle altre di rimanere incinte.

In genere si pensa che una maggior responsabilizzazione dei maschi nell’uso della contraccezione potrebbe rappresentare un elemento decisivo per ridurre le gravidanze indesiderate tra gli adolescenti. Prima di tutto, educare il ragazzo molto giovane alla scelta di un corretto uso dei metodi anticoncezionali dovrebbe essere considerata una buona garanzia, perchè le ricerche dimostrano che una seria informazione conduce a un miglior uso dei contraccettivi.

Anche se i ragazzi in genere non vogliono ammettere la loro ignoranza in questo campo, non è raro incontrare giovani di sedici o diciassette anni che non conoscono il diaframma o sono convinti che debba essere tolto subito dopo il rapporto oppure che non sanno quali sono i giorni fecondi di un ciclo mestruale.

L‘educazione sessuale non deve essere svolta soltanto a scuola ma anche a casa, negli oratori o nelle altre comunità. È necessario offrire anche informazioni pratiche, spiegando dove si possono acquistare gli anticoncezionali, sottolineando l‘importanza della comunicazione con il partner e la necessità dell‘uso costante degli anticoncezionali.

Un altro passo importante consiste nel far sì che i maschi (oltre che le femmine) abbiano le idee più chiare sul ruolo e l‘importanza che la contraccezione ha nella loro vita. Per esempio, gli adolescenti devono rendersi conto che i ruoli sessuali rigidi e il rischio della disapprovazione dei genitori può influire sul loro comportamento riguardo agli anticoncezionali. Inoltre, essi devono sapere che l‘uso di alcuni sistemi contraccettivi può diminuire di molto il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmesse quali l‘AIDS; si tratta di un aspetto importante, perchè non solo spinge il ragazzo a responsabilizzarsi sull‘uso degli anticoncezionali, ma il suo coinvolgimento aiuta la ragazza a scegliere e a usare a sua volta un metodo adatto.

Inoltre, gli adolescenti vanno incentivati a un maggior impegno nei riguardi del controllo delle nascite. Alcune organizzazioni, in special modo cattoliche, premono perchè si lancino delle campagne per scoraggiare i giovani dall‘avere rapporti sessuali. Questo approccio, alla luce dell‘odierna cultura, può funzionare su alcuni, ma certamente non sulla maggioranza. Inoltre, tale atteggiamento rischia di essere troppo repressivo (dopo tutto questo è un modo di spaventare i ragazzi) e di complicare le cose. Infatti, le campagne contro la droga e il fumo spesso non hanno alcun effetto sui giovani proprio per questo motivo.

In sintesi, poichè è del tutto inverosimile che gli adolescenti si votino in massa al celibato, è necessario offrire dei modelli positivi, sia rispetto all‘uso degli anticoncezionali, sia per quanto riguarda un comportamento sessuale responsabile.

 

Dr. Luigi Di Giuseppe, Psicologo Psicoterapeuta - Francavilla al Mare (CH)

 


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Tags: sessualità sviluppo sessuale pubertà

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