Considerazioni Generali sulla Teoria dei Complessi (Jung,1934)
[…] La parola “complesso” intesa in senso psicologico è entrata nell’uso quotidiano sia in lingua inglese che in lingua tedesca. Oggi sappiamo tutti che “abbiamo dei complessi”. Che invece i complessi ‘abbiano noi’ è cosa meno nota, ma dal punto di vista teorico ancora più importante. L’ingenua premessa dell’unità della coscienza, la quale viene identificata con la “psiche”, e della supremazia della volontà, è infatti posta seriamente in dubbio dall’esistenza del complesso. […] (p.112)
[…] Oggi possiamo considerare come certa l’ipotesi che i complessi sono parti autonome della psiche. L’etiologia della loro origine è sovente un cosiddetto ‘trauma’, uno shock emotivo e simili, a causa del quale una parte della psiche si è distaccata. Una delle cause più frequenti tutta via è il ‘conflitto morale’, che ha la sua radice più remota nell’apparente impossibilità di assentire alla totalità della natura umana. Questa impossibilità presuppone un’immediata scissione, indipendentemente dal fatto che la coscienza dell’Io se ne renda conto o no. Di regola esiste addirittura un’esplicita incoscienza a proposito dei complessi, il che naturalmente concede loro una libertà d’azione tanto maggiore. In casi del genere la loro forza di assimilazione si rivela in misura particolarissima, perché l’incoscienza relativa al complesso aiuta quest’ultimo ad assimilare addirittura l’Io, il che provoca una momentanea e inconscia ‘modificazione’ della personalità che viene definita col nome di ‘identificazione con il complesso’. Questo concetto modernissimo aveva nel Medioevo un altro nome: allora si chiamava “possessione” […] (p.113)
Jung C.G. (1934), Considerazioni generali sulla Teoria dei Complessi, tr.it. in Opere, Borringhieri,Torino,1976, vol. 8.
Scrivi articoli di psicologia e psicoterapia e ti piacerebbe vederli pubblicati su Psiconline?
per sapere come fare, Clicca qui subito!
Tags: Carl Gustav Jung 1938 Considerazioni generali sulla teoria dei complessi