omosessualità e benedizioneNella società globalizzata, frantumata, individuale, pandemica il fantasma della morte è imminente, coinvolge per latitudine/longitudine ogni individuo di qualsiasi religione, di qualsiasi adesione politica, di qualsiasi fede animistica, magica: c'è un 'qualcosa' che va oltre all'essere qui ed ora che evidenzi l'appartenenza.

C'è una condizione psicologica che supera la dimensione psicofisiologica, psicosociale, gruppale, materiale che cerca una risposta allo smarrimento, alla disperazione, al timore, al tremore, al bene, al male, al dolore, alla felicità in un oggetto/soggetto simbolico che sia fonte di atarassia.

S. Kierkegaard lo trova in Abramo che, con la sua sfida tormentosa, tormentante riguardante la decisione di obbedire alla Voce che gli chiede di sacrificare il figlio come atto di riconoscenza e obbedienza, s'identifica col suono del vento, con la volontà della  Voce.

S. Kierkegaard, pur riconoscendosi in Abramo, non si quieta, non si placa, il tormento lo tortura e lo con-fonde ma scopre una sua identità.

E' proprio dentro questo tempo di precarietà esistenziale, psicologica, materiale che per un credente omosessuale o una coppia omosessuale, vedendosi rifiutare la benedizione, che è un atto che trascende la cosa in sé ma coinvolge la dimensione metapsicologica di appartenenza alla religione cattolica,  cade e precipita nel tormento e nella disperazione.

La benedizione è un atto antropologico presente in tutte le religioni, è un atto ritualistico liberatorio che svolge una funzione propiziatoria di augurio, bene, protezione, rassicurazione sia per l'individuo sia per il collettivo. Anche nell'antica Roma il pater familias sollevava il nascituro verso il  cielo, lo raccomandava agli dei: sollevare è un atto protettivo, di saluto, salute, prosperità e appartenenza .

L'attuale posizione della della chiesa cattolica, attraverso l'istituto della Congregazione per la Dottrina della Fede,  riguardante la benedizione dell'unione omosessuale, prende una precisa posizione nel “Responsum ad undubium”: «La Chiesa dispone del potere di impartire la benedizione a unioni di persone dello stesso sesso?» No, perché lo ritiene un peccato.

La chiesa cattolica sostiene che non può impartire benedizioni alle unioni di coppie omosessuali perché Dio non può benedire il peccato, bensì resta ovviamente consentito e invitata la benedizione ai singoli gay se fedeli agli insegnamenti cattolici.

Questa è la valutazione della dottrina della chiesa cattolica. Tante altre chiese cristiane sono su altre posizioni. All'interno delle chiese c' è un dibattito profondo e complesso.

L'atto liberatorio di benedire trascende l'organico, lo psico-materiale.

A livello psicologico  è necessario e fondamentale ribadire che ormai sono passati decenni in cui l'omosessualità non è considerata più una patologia, tanto che si preferisce 'parlare' di identità di genere,  benessere affettivo, personale, individuale e di coppia.

Il benessere psicologico dell'individuo, della coppia non si iscrive all'interno di un codice prefissato, prestabilito, va oltre le questioni religiose, politiche e travalica il confine del costituito paradigma natura-cultura.