Le due redattrici di “Fiabe, Miti e Sogni – simbologie dell’Anima” presentano la fiaba illustrata che hanno scritto a due cuori e due menti. Prefazione di Riccardo Mondo. Illustrazioni di Valeria Bianchi Mian. Edizioni Simple.

l'uovo magico una fiaba alchemicaChi è Dora? 

La prima volta che compare di fronte ai piccoli e grandi lettori si svela una gigantessa dai capelli color del grano.

Estratto dal capitolo uno.

Della tempesta che si era abbattuta con forza sulla costa non erano rimaste che alcune grosse nuvole ancora da strizzare, pennellate verderame in scampoli di cielo color miele nel tramonto di fine estate.

Le navi salpate prima della pioggia avevano già trovato riparo in altri porti, ormai vittoriose esploratrici di nuovi mondi, e nella piccola baia, all’ancora, riposavano affaticati quei pochi velieri che avevano dovuto rimandare il viaggio di un giorno o due. I marinai più esperti sapevano che l'indomani una festa di fulmini e tuoni avrebbe coinvolto il cielo sopra il villaggio; buona scusa per andare a dormire gonfi di rum e poltrire nelle brande fino a tardi. 

“Non mi alzerò prima di mezzogiorno” rideva un vecchio lupo di mare tracannando il liquido color oro come se fosse acqua fresca.

“Cascasse il mondo, io farò lo stesso, ma in compagnia della mia Signora Moglie!”. Così ribatteva un giovanotto che già barcollava sul sentiero cercando di reggersi al braccio del primo con pessimi risultati.

Ubriachi com’erano, quasi non si stupirono quando la creatura sbarrò loro la strada. 

Era un sogno, forse? 

La gigantessa camminava a grandi falcate tra mare e bosco; era grande come una montagna e si ergeva adesso in mezzo al prato. I suoi capelli di spighe dorate brillavano al calar della sera, la testa come una palla enorme stagliata contro il cielo lucido che sempre, dopo la pioggia, somiglia al pavimento pulito di fresco da una massaia solerte.

E Lord Tim? Che cosa sappiamo di lui? 

Estratto dal capitolo due.

Nessuno conosce le origini di Lord Tim. Alcuni sostengono arrivi dai mari del Nord, altri raccontano di averlo incontrato, infante, nelle antiche terre della Valacchia, un po’ più ad Est del Danubio.

I suoi occhi di terra bruciata facevano respirare viaggi e storie di cavalieri e di draghi; era facile perdersi nella loro profondità, ma l’animo del giovane era pallido e triste, un velo opaco gli incartava il cuore, tanto da renderlo indifferente a ogni cosa del mondo o, almeno, questo lui stesso lasciava intendere. Era solito indossare un cimiero chiomato che scivolava sui capelli di tronchi nodosi; nascoste dalla folta chioma, sporgevano grandi orecchie di maiale.

Si narra che il Lord fu vittima di un sortilegio ad opera della maga Varót, Signora della Terra del Fuoco. Sconosciuto è il motivo di tanta  scelleratezza, ma negli occhi di Tim è ancora possibile leggere la malinconia che tale evento ha scaturito, tanto da trasformarne il cuore in dura pietra. 

Ve li raccontiamo così, i nostri protagonisti, invitandovi a seguirne le tracce tra le pagine del libro che abbiamo creato.

Riccardo Mondo, analista junghiano, così scrive di noi e del senso degli umani per le fiabe nella prefazione che ci ha donato: 

Gaston Bachelard afferma che l’immaginazione tenta un avvenire. È inizialmente un fattore di imprudenza che ci stacca da ogni certezza. Avremo il coraggio di fantasticare? Perché si ha così tanta difficoltà a dedicare spazio e tempo alla pratica immaginativa? Quale terribile potere porta con sé da essere così osteggiata dagli stessi psicologi, da coloro che dovrebbero essere cultori e protettori della Psiche? Non è quello che accade a Valeria Bianchi Mian e a Valentina Marra; accompagnati dalla loro sagacia e creatività potremo sfogliare le pagine di questa fiaba, con il candore di sorprenderci, visiteremo insieme a queste due brillanti curatrici d’anima, il mondo del magico e del fiabesco. Ecco ciò che mi ha accompagnato nella lettura del loro lavoro. La gioia e insieme lo stupore di un altro universo che si dispiega e ci permette di procedere oltre, immaginando altre pagine da scrivere per il proseguo della storia. In questo senso la fiaba alchemica dell’Uovo Magico diviene per ognuno di noi un viaggio personale, unico, con le nostre tinte, i nostri suoni, e le originali forme dei protagonisti che si materializzano. Potremmo persino sognarlo dopo e ritrovarci insieme a parlarne ancora. Abbiamo assolutamente bisogno di magia per sfuggire alla dimensione letterale dell’esistere. La convinzione più radicale che ho maturato in questi trent’anni di pratica terapeutica è che un solo mondo non basta alla nostra vita. La conoscenza delle vite dei pazienti, che l’aspetto relazionale della psicoterapia comporta, con una focalizzazione sulle peripezie, gli accesi conflitti, i dolori e le indifferenze altrui, quelle investigazioni orizzontali che pratichiamo sui legami a noi contigui, per quanto siano radicali, come le eterne insufficienze delle relazioni genitoriali, non sono mai delle cure sufficienti a rendere tollerabile la vita al paziente che soffre. Ci vuole ben altro, ci vuole vita immaginativa, poiché tramite essa è possibile arricchire la propria vita esplorando altre vite possibili, ritrovandoci connessi nella scoperta delle similitudini e consapevoli delle differenze. La psicologia archetipica si pone l’obbiettivo di risvegliare quello spirito infantile che continua a sognare e a fantasticare e che esplora curiosa i mille mondi possibili coesistenti al nostro. Abbiamo bisogno di recuperare quello stupore infantile, di cui parla Elémire Zolla, che vivifica lo sguardo con quella amplificazione creativa che permette di creare nuovi spazi oltre a quelli consentiti dallo stato di coscienza ordinario. Per questo come analisti impariamo a riconoscere e ad adoperare le categorie narrative del mito, del fiabesco e del magico, per sentirne le complesse risonanze che le collegano al nostro vivere, e alle storie dei nostri pazienti. E nel ritrovare connessioni tra le nostre piccole storie e i grandi racconti collettivi, sentiamo più leggera la solitudine che l’esperienza umana comporta. Durante un’intervista, J. R. Tolkien, l’ultimo grande mitologo della contemporaneità, creatore della saga del Signore degli Anelli, si sentì porre la provocatoria domanda come mai si occupasse solo di letteratura di evasione. La sua elusiva risposta commentò brevemente che “solo i carcerieri non amano l’evasione”. E l’evasione verso altri mondi, che la narrativa comporta, è l’antidoto alla paura della morte in vita; di esistenze che scivolano annodate intorno a percorsi asfittici di sopravvivenza, e che possiamo invece risvegliare con i mille racconti che i mondi magici possono donarci. Possiamo così vivere più vite, anche se soltanto immaginativamente, e infatti il periodo delle grandi letture è quello dell’adolescenza, in cui le possibilità, ancora inesplorate paiono infinite e non sono state ancora sacrificate agli altari della quotidianità. Allo stesso modo nella seconda metà della vita è possibile che si ripresenti una certa fame di racconti per esplorare tutto il possibile e investigare sullo sconosciuto, per battere strade nuove, via via che il nostro tempo si accorcia. Per questo motivo Eliot ha scritto: “I vecchi dovrebbero essere esploratori”, dimostrando che il Vecchio e il Bambino devono procedere mano nella mano nella vita della Psiche.

A tutti coloro che hanno coscienza delle mille vite che hanno vissuto e a coloro che hanno appena rivolto lo sguardo alle meraviglie della vita auguro una felice lettura delle magiche pagine dell’Uovo Magico.

Dunque, non c’è altro da fare che andare a cercare l’Uovo Magico, per proteggerlo insieme a Dora e Tim, per vedere quale immagine nascerà dentro di voi, cullata dal sogno e dal desiderio.

Siamo partite immaginando una storia, l’abbiamo vista prendere forma attraverso due dipinti, due opere bellissime, una di Leonora Carrington e l’altra di Remedios Varo. Due pittrici surrealiste, due amiche come lo siamo noi. Due trame che si intrecciano in fiaba.

Dove puoi acquistare l’Uovo Magico?

In tutti gli store online.

Sul sito della Casa Editrice.

L’uovo magico – una fiaba alchemica – Edizioni Simple

Buona lettura… e il finale lo inventi tu.

Valeria e Valentina

 

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