Il virus oltre che infettare e imporre le sue leggi biologiche, sociali e psicologiche a livello globale, sollecita anche delle reazioni aggressive e violente. Sul piano sociale le violenze spesso si associano a questioni politiche e economiche che rispondono a criteri di condivisione/negazione del virus. La violenza sociale oltre a manifestarsi tra gruppi opposti per morivi apparentemente disconnessi sono frutto di una condizione di frustrazione, restrizione, limitazione, deprivazione, dipendenza che limitano l'indipendenza.
I blog di Psiconline
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La Sfinge figlia di Echidna e Tifone e il covid figlio dei pipistrelli sono dei mostri. La Sfinge con la testa e il seno di donna, il corpo di cane, le ali di aquila, le zampe di leone, la coda di serpente e la voce di donna assomiglia alle stalagmiti del deforme covid-19.
Come la Sfinge, postata su una rupe a controllare la strada che porta a Tebe per sottoporre tutti i viandanti allo stesso indovinello, così anche il virus domina lo spazio fisico, sociale e biologico e uccide tutti quelli che non rispondono all'enigma della vicinanza/lontananza. Se ci si avvicina troppo, si è contaminati dal virus, se si sta lontani, si è condannati al distacco affettivo-esistenziale.
Il Covid-19 sta mettendo in difficoltà le certezze concernenti le scienze hard come la biologia, la genetica, la medicina, che per l'individuo e la collettività sono sostitutive dell'oggetto sacro.
Per l'individuo, la collettività, l’oggetto sacro è rappresentato da un simbolo trascendente portatore di bene/male ed è presente in tutte le forme sociali dagli aborigeni, ai pigmei, agli occidentali; l'oggetto del sacro porta dentro di sé senso di sicurezza, continuità esistenziale, distanziamento della morte.
Sono sette mesi che il coronavirus è presente nella mente di ogni singolo individuo e detta comportamenti, paure, ansie, incertezze.
La parola chiave di questi tre mesi passata da una bocca all'altra è stata lock down di origine americana che significa isolamento, chiusura, detenzione, confinamento. E' un sostantivo usato prevalentemente per definire la misura detentiva all'interno di un carcere americano.