“… una persona non può essere globalmente disabile e al variare dei contesti e delle richieste può manifestare abilità o disabilità… pur essendo vero che le menomazioni continuano ad essere presenti (un danno uditivo per esempio esiste anche quando la persona che ne soffre è impegnata in una gara di corsa)
le disabilità invece compaiono solo quando è necessario emettere specifiche prestazioni la disabilità visiva di fatto non esiste quando la persona sta ascoltando un brano musicale, così come non è disabilitante una menomazione agli arti inferiori quando uno si trova a partecipare, seduto, ad una gara di scacchi….”
(Salvatore Soresi, 2002)1
Riprendo il discorso sull’inclusione delle diversità. Vorrei partire dal pensiero di Salvatore Soresi citato in apertura per comprendere il peso che il contesto ha nel determinare la condizione di disabilità.