Re Mida a Wall Street. Due emblemi si incontrano in queste pagine. Una figura mitica del desiderio che innalza il suo oggetto fino a renderlo così scintillante, così perfetto da risultare inappropriabile. Un emblema della finanza globale che oggi sembra tutto divorare e ritradurre nei suoi segni inafferrabili.
Mida è il presente sospeso, la vita immortalata nel metallo più prezioso, il cibo e il corpo imbalsamati nella loro apparizione più eterna. Wall Street è il presente eternamente rinviato, la vita ritradotta nel segno di un “pagherò” sempre incombente e sempre spostato in avanti.
Al fondo dell’una e dell’altra figura, l’enigma stesso dell’umano, la struttura di un desiderio che desidera sempre e soltanto un segno, e desidera sempre e soltanto distruggere quel segno. Per mettere le mani sul reale al di là del segno, o sul reale che è quel segno e quella disseminazione di segni a venire.